Performance. Emanuela Fiorelli in collaborazione con Massimo Cappellani e Katia Di Rienzo
Il progetto nasce dall'incontro di Emanuela Fiorelli con Massimo Cappellani e Katia Di Rienzo e dalla volonta' di amplificare e arricchire il linguaggio reciproco della tensione. Installazione, fotografia e danza rifondano lo spazio creando un'architettura illusoria fatta di immagini e fibre elastiche mosse e lacerate dal corpo. I tre segni estetici di questa performance agiscono come un'esplorazione delle strutture della superficie. Come strati di pellicola, essi tendono e distendono stratificazioni di scrittura. La tensione fisica del filo e' la proiezione della tensione psico-fisica che noi abbiamo con il mondo. Tensione che non ammette sfilacciature, assottigliamenti, indebolimenti, che protende a relazionarsi, a trovare nuovi ancoraggi o passaggi per poi dispiegarsi o avvilupparsi. Tensione come forza invisibile che c'e' e ci sara' nel tempo, tenace e resistente fino allo sfinimento. La fotografia si muove sul doppio registro della ricerca formale e di contenuto. Dall'ambigua rigidita' di geometrie mobili, alla sospensione del segno astratto, dalle oscillazioni percettive dell'immagine, alle deformazioni dinamiche della materia, lo sguardo segue questo percorso reale e surreale, giocato sull'inversione tra figura e sfondo. Sopra le fasce mobili di uno spazio-tempo bianco, neutro, potenziale, la danza e' un linguaggio che rende la presenza e l'assenza. Le sue tessiture visive attraversano la membrana del percettibile, ne incidono il corpo opaco, rivelando l'originaria vibrazione di forze iconiche che risuonano nelle tensioni del presente. Venerdi' 18 maggio ore 19.30.