Installazioni fotografiche, video, suoni, voci, parole, memorie. Un percorso articolato sulla storia del nostro paese e della nostra societa'. Le registrazioni di interviste effettuate da Gianmaria Conti ai depositari della memoria della Resistenza, in questa mostra sono allo stesso tempo documenti e ritratti di una generazione. A cura di Marco Scotini
Di Gianmaria Conti a cura di Marco Scotini
Installazioni fotografiche, video, suoni, voci, parole, memorie.
Un percorso articolato sulla storia del nostro paese e della nostra società .
Dopo la prima esperienza di E.T.U. calata nella dimensione e nei luoghi depositari della memoria della Resistenza (Istituto Storico della Resistenza di Modena e Circolo A.R.C.I. Alete Pagliani di Sassuolo), la mostra trova adesso ospitalità in un altro luogo simbolo di quella stagione, il Palazzo Ducale di Sassuolo, teatro di uno dei pochi esempi in Italia di resistenza da parte dell’esercito all’occupazione nazista, avvenuto il 9 Settembre 1943.
Se nella prima esperienza, l’evento si legava profondamente ai luoghi e alla loro realtà socio-politica, adesso i rimandi allo spazio intervengono più come suggestioni, e l’iniziativa trova una connotazione e un’identità più specificatamente legata al mondo dell’arte contemporanea. Le registrazioni di brani di interviste effettuate da Gianmaria Conti ai protagonisti di quella stagione – che si potevano ascoltare all’Istituto Storico e che fungevano da contro altare rispetto al deposito di memorie politicamente codificate – qui, acquisiscono una dimensione visiva che li fa essere allo stesso tempo documenti e ritratti di una generazione, quasi che l’ascolto di quelle voci avesse generato la necessità di vedere i volti a cui, quei racconti così lontani, appartengono.
“Lo sguardo di Gianmaria Conti è quello di chi pratica una sorta di archeologia urbana tra le rovine del presente, dopo la caduta dell’utopia, cercando di ricomporre non tanto il passato quanto l’uso, la strumentalizzazione, la rimozione, che su quel passato sono stati operati. Dunque non uno scavo nei meandri della storia ma un’archeologia del contemporaneoâ€.
E’ da queste ultime considerazioni che prende spunto la realizzazione del libro che sarà presentato in occasione della mostra, dove viene approfondito il rapporto con il territorio, una sorta di mappatura del quartiere di Borgo Venezia a Sassuolo, zona da cui sono partiti i primi partigiani modenesi per la montagna. “Non a caso le strade nel cuore del quartiere sono intitolate a persone e luoghi della resistenza: Via don Pigozzi, Degli Esposti, don Minzoni, Fratelli Rosselli, Staffette Partigiane… Via Montefiorino, Manno, Monchio, Santa Giulia, Costrignano… Nomi fondamentali nella mappa della resistenza modenese. Nomi che hanno segnato il destino del quartiere. Borgo Venezia infatti è rimasto più di altre aree urbane uguale a se stesso, come impigliato nella sua storia, e nella sua localizzazioneâ€. Tra il fiume Secchia, il terrapieno della ferrovia Sassuolo – Reggio Emilia e la Ceramica Marazzi, Borgo Venezia è come rimasto isolato, escluso dal resto della città , “non ha goduto di attenzioni particolari. Lo sviluppo urbanistico ed estetico sembrano avere privilegiato altre aree o quartieriâ€. Ma proprio per questo motivo, qui più che altrove, è possibile rintracciare nelle vene più intime, ancora ricordi netti, per capire, precisare e ribattere perché quella storia, quei fatti, il sacrificio di quelle persone siano utili ancora oggi.
Per L’occasione sarà pubblicato un libro sull’intera esperienza edito da artshow edizioni con testi di Marco Scotini, Francesco Genitoni (pubblicista e Assessore alla cultura del Comune di Sassuolo), Luigi Benedetti (Gabinetto di Presidenza della Provincia di Modena) e Claudio Silingardi (storico e direttore dell’Istituto Storico della Resistenza).
Palazzo Ducale di Sassuolo Modena
Opening giovedi' 24 aprile ore 17
Orari: sabato 15 / 18 domenica 10 / 13 - 15 / 18