Amy-d Arte Spazio
Milano
via Lovanio, 6
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Fame di Terra
dal 6/6/2012 al 20/7/2012
lun-ven 9-12 e 14.30-18.30

Segnalato da

Amy-d Arte Spazio




 
calendario eventi  :: 




6/6/2012

Fame di Terra

Amy-d Arte Spazio, Milano

Riflessione a piu' mani. Una mostra focalizzata sul tema della Permacultura con lavori finalizzati ad aumentare l'esperienza legata alla terra, luogo di riflessione non solo produttivo: vero Hortus conclusus. Espongono: Antonio Piga, Cyryl Zakrzewski, Alberto Gianfreda...


comunicato stampa

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a cura di Anna d’Ambrosio

Artisti: Lisa van Bommel, Valentina De’ Mathà, Alberto Gianfreda, Emanuele Magri, Antonio Piga, Ri Ren, Daniele Salvalai, Federico Unia, Cyryl Zakrzewski

Progetto economART di AMY d arte spazio & Laboratorio Alchemico

“Il secondo mondo” si sta mangiando “il terzo mondo”.

La piattaforma ideologica economART ci introdurrà al tema della “Permacultura” cultura permanente evoluzione della “Permacoltura”(agricoltura permanente).
Bill Mollison scriveva: “avevo capito che l’intero sistema agricolo mondiale non era concepito per produrre cibo, ma soldi e che la permacultura era la vera soluzione alla fame nel mondo”. Cosa hanno in comune “Alamar”(la rivoluzione verde cubana), 'Il movimento delle patate' di Volos (Grecia) e l’italiano GAT (gruppo acquisto terreni)? La necessità di tornare alla terra.

Queste asserzioni alla luce del famigerato “Land Grabbing” (appropriazione di terreno) come  nuova forma di colonialismo ci inoltra nella tematica al centro del nostro progetto artistico “Fame di Terra” di AMY D - arte spazio. Ha iniziato L’Arabia Saudita con l’acquisto di terreni in Etiopia e locazione di terreni in Zambia e in Tanzania seguita dalla Cina sempre in cerca di risorse alimentari, dall’India che a parte l’Africa rastrella in Argentina , Malesia e Madagascar, Corea del Sud e Libia.

Questo sistema non incide minimamente nello sviluppo dei paesi dove viene praticato,  in quanto cinesi e indiani impiegano e usano loro connazionali per il lavoro della terra arrivando ad usare come nel caso della Cina decine di migliaia di carcerati. I prodotti coltivati o estratti vengono immediatamente “assimilati” dai mercati interni cinesi e indiani. In Etiopia l’ettaro è valutato dai 3 ai dieci dollari, La Corea ne ha acquistati 2,3 milioni di ettari ,Pechino ne possiede 2,1 milioni, l’Arabia Saudita 1,6 milioni Gli Emirati 1,3 milioni.

Nel nord del Sudan la terra è affittata a due, 3 dollari l’anno. Questi sono i nuovi imperi in nome dell’agrobusiness; la terra si svende come l’anima grazie alla “soft power “ strategia politica per la penetrazione in Africa. Esiste ancora in arte la capacità di un pensiero politico sociale?

Esempi come quello dell’artista Renzo Martens  che con il suo lavoro (Episode 3  Enjoy Powerty del 2009)  ci ha offerto  una traccia  da percorrere e un neon (il suo) per vedere. Vedere oltre come l’arte sa fare. La selezione ha premiato i lavori di artisti che investigano la tematica in modo sistemico tale da stabilire un dialogo tra le varie opere e il pubblico.

La ricerca di Emanuele Magri tratta la manipolazione genetica, le installazioni di Valentina De’ Mathà strutture cellulari, simbiosi tra Uomo-Natura_Mutamento, il murales di Federico Unia rimanda al primate , la scultura di Daniele Salvalai alla dicotomia uomo-predatore. Lisa van Bommel con la sua Falling into nothingness , l’artista polacco  Cyryl  fa una scommessa intelligente sul futuro della Terra, Antonio Piga  ci svela la dimensione  famelica della nuova colonizzazione, Alberto Gianfreda  riflette sul lavoro e territorio mentre  la cinese Ren Ri  assolutamente coerente con la sua identità etnica parla della operosità  nazionale, con un’alta e invalicabile muraglia...quella dei confini geografici.

Gli artisti partecipanti diventano così veri guerrieri urbani con le loro piccole - grandi rivoluzioni creative, veicolo della più complessa “rivoluzione economico/sociale ” culminata  in questi giorni nell’occupazione a Milano di Torre Galfa da parte del collettivo 'lavoratori dell’arte'.
 
L’estetica e la scelta dei materiali per “Fame di terra” di Amy d arte_spazio sono finalizzate ad aumentare l’esperienza emotiva  umana legata alla terra in quanto luogo  di riflessione non solo produttivo : vero Hortus conclusus
 
Vandana Shiva ai giovani italiani: “occupate le terre, così come occupate le piazze”.

----- english

curated by Anna d’Ambrosio

Artists: Lisa van Bommel, Valentina De’ Mathà, Alberto Gianfreda, Emanuele Magri, Antonio Piga, Ri Ren, Daniele Salvalai, Federico Unia, Cyryl Zakrzewski

“The Second world” is eating “the Third World”.
 
The ideological framework economART will introduce us to the subject of “Permaculture” (permanent culture), development of “Permaculture” (permanent agriculture). Bill Morrison wrote: “I understood that the entire global agricultural system was not conceived to produce food, but money, and permaculture was the actual solution to the world’s hunger.”

What do “ALAMAR” (Cuban green revolution), “ Potato Movement” in Volos (Greece) and the Italian GAT (Land purchasing group for a fair and sustainable economy) have in common? The necessity to “go back to land”. These statements and the famous “Land Grabbing”, the new kind of colonialism, lead us to the main subject of our artistic project “Fame di terra” (Land Hunger) of AMY D arte spazio.

Saudi Arabia started, by purchasing land in Ethiopia and leasing it in Zambia and Tanzania. It was followed by China, looking for food resources, and India, present also in Argentina, Malaysia, Madagascar, South Korea and Libya. This system has no impact on the development of the countries, because China and India employ workforce from their own country. China hired tens of thousands of inmates.

Cultivated product and extracted materials immediately go to Chinese and Indian market. In Ethiopia the price of a hectare is between 3 and 10 dollars. Korea purchased 2.3 million hectares, Bejing 2.1 million, Saudi Arabia 1.6 million and Arab Emirates 1.3 million. In the northern part of Sudan, land rental price is 2 or 3 dollars a year. Those are the new empires in the name of Agrobusiness. Land is undersold because of the “soft power”, the political strategy to get in Africa. Is art still capable to have a political and social though?

An example is Renzo Martens’ work (Episode 3 Enjoy Powerty, 2009), that makes us follow a track with (his own) neon light, in order to see. To see beyond, as art can do. The selection chose those artists who investigate the subject ststematically, in order to set a dialogue between works of art and the public.

Emanuele Magri’s research is about genetic manipulation, Valentina De’ Mathà’s installation is about cellular structures, Federico Unia’s murals are linked to primates, Daniele Salvalai’s sculpture to the dichotomy man-predator. Lisa van Bommel presents Falling into nothingness, Polish artist Cyryl bets on the future of Earth, Antonio Piga shows us the greedy feature of the new colonization, Alberto Gianfreda reflects on work and territory and the Chinese artist Ren Ri, with her ethnic identity, shows the national industriousness with a high impassable wall… that of geographical borders.

The artists become true urban warriors with their little, big creative revolutions which transmit the more complex “economic/social revolution” that we are experiencing. The appearance and materials chosen for “Fame di terra” want to increase the human emotional experience connected to the land, that is not only a place to produce but also to reflect. It is a real Hortus conclusus.

Vandana Shiva said to young Italians: “occupy the land as you occupy the squares”

Immagine: Cyryl Zakrzewski, The Eternal Struggle, 2012. Courtesy Amy d Arte Spazio

Opening: 7 giugno 2012, ore 18.30

AMY d arte spazi
Via Lovanio 6 – Milano
Orari: lun-ven 9-12 e 14.30-18.30
ingresso libero

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