Symbols as symptoms. 38 fotografie ripercorrono i quarant'anni di attivita' dell'autore francese. Patrick Mimran opera per addizione, come un vero e proprio costruttore. Alcune scatti sembrano citare le bambole e i soggetti cari di Bellmer, altre ricalcano l'incanto e la seduzione del linguaggio pubblicitario.
Al MNAF di Firenze
nuovo appuntamento con la fotografia contemporanea: Patrick
Mimran, artista francese poliedrico e multidisciplinare, presenta una retrospettiva
fotografica
in prima assoluta.
Nella sede del MNAF l’Autore ha realizzato
un’esposizione che raggruppa quarant’anni di
fotografia in 38 immagini: dai i primi tentativi fino ad ora inediti,
realizzati quando aveva appena quindici anni, alle immagini tratte dalle sue
recenti serie fotografiche (come Urban Samples, Parigi, 2009; Temple Steps, Miami,
2010). L’insieme che ne deriva declina un universo molto denso dove nelle
fotografie
immagini, simboli e oggetti del mondo contemporaneo, anche molto familiari, si
combinano tra loro in incontri alle volte estranianti.
L’Artista opera nel suo lavoro come un vero e proprio costruttore di immagini, che
preferisce addizionare piuttosto che
sottrarre simboli e forme. Egli combina tra loro più immagini e più supporti
espressivi, dando alla luce composizioni visive molto ricche e differenti che
affrontano i temi più disparati della contemporaneità, come la vita, la morte,
la religione, il culto della bellezza, il sesso, il consumismo, attingendo da
linguaggi e ambiti diversi. Mimran interviene,
infatti, sulla fotografia con un attento e minuzioso lavoro di post-produzione
con l’obiettivo di raggiungere le immagini desiderate. Registri diversi si
sommano tra loro.
Alcune immagini sembrano citare le bambole e i soggetti cari di Bellmer; altre
ricalcano l’incanto e la seduzione del
linguaggio pubblicitario; altre ancora riprendono la composizione e le pose di
alcune divinità religiose.
Il titolo della retrospettiva «Symbols as symptoms», traccia una linea
guida nella lettura delle fotografie: ogni forma, sembra dire Mimran, non è mai
gratuita, ma è portatrice di messaggi
latenti. In una visione che è al tempo stesso personale e universale, egli si
sforza di smascherare simulacri e false parvenze, mettendo in scena un
immaginario molto fecondo che è sia opera della sua fantasia che del mondo che
cita testualmente. In questo senso l’Autore si serve della finzione per mettere
in scena la realtà: gli esseri umani sono rimpiazzati, nelle sue fotografie, da
bambole o manichini e sono soggetti a crimini violenti, mentre gli oggetti di
consumo sono mostrati in bella vista in una sorta di quotidiana ridondanza.
Spaziando dalla musica alle arti visive, dal video alle nuove tecnologie, Mimran ha
lavorato per il teatro e per il cinema, firmando
molte collaborazioni importanti come con Peter Greenaway e il coreografo Maurice
Béjart. Ha r ealizzato
istallazioni e progetti artistici negli Stati Uniti, in Europa e anche in
Italia, utilizzando sempre nei suoi lavori la fotografia.
Con una forte positività tinta di humour, egli osserva nei suoi progetti i
grandi temi dell’umanità – la morte, la bellezza, la sessualità, la religione –
attraverso colori vivi, composizioni provocanti e giochi di parole.
Non provenendo da una formazione artistica accademica, Mimran
ha cominciato sperimentando la pittura all’encausto, ideale per costruire delle
narrazioni, avvicinandosi alla fotografia gradualmente. Improvvisazione e
spontaneità hanno sempre accompagnato la sua ricerca e sono state individuate
da lui stesso come elementi fondamentali della fase creativa: “l'art gagne à ce
qu'on ne réfléchisse pas”, ha detto. In quest’ottica, Mimran è convinto che nel fare
artistico si debba lasciare
allo spettatore la cura di reagire perché il suo giudizio è altrettanto
importante, se non superiore, a quello dell’artista.
Nella nota serie Billboards ad esempio, cartelloni
pubblicitari che, a partire dal 2001, sono stati affissi in molte città da New
York a Venezia, l’artista si rivolgeva al grande pubblico con domande e frasi
taglienti ed ironiche sullo stato dell’arte e sulla sua relazione con la
realtà, invitando chi osservava a reagire.
Completa la mostra un catalogo edito dalla Fratelli
Alinari. Fondazione per la storia della Fotografia. Prezzo di copertina 14,00
euro.
Immagine: Patrick Mimran, Temple Steps 2 ©Patrick Mimran
Ufficio Stampa:
Alinari - Rosa Manno, rosa@alinari.it
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della Fotografia: Largo Alinari 15, Firenze, 055.23951, fax 055.2382857
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www.alinarifondazione.it
Conferenza stampa venerdi' 1 giugno ore 12. Interverranno i curatori della mostra
MNAF
Firenze, piazza S. M. Novella 14a
tutti i giorni compresi festivi 10,00 – 19,30,chiuso domenica
Biglietteria: Intero € 9,00; Ridotto € 7,50;
Convenzioni € 6,00; Scuole € 4,00; Gratis bambini fino a 5 anni