Ufficio Stampa Settori Danza Musica Teatro
VIII edizione del Festival Internazionale di Danza Contemporanea. Due settimane tra spettacoli, performance, installazioni - fra cui 5 prime mondiali e 5 novita' per l'Italia - ma anche conferenze, laboratori e masterclass con alcuni dei protagonisti della scena contemporanea. E ancora: 20 brevi performance di altrettante compagnie selezionate tramite bando e presentate nella Marathon of the Unexpected, uno spazio all'interno del Festival dedicato a lavori inediti e innovativi.
Giunto all’ottava edizione, il Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta, si svolgerà quest’anno dall’8 al 24 giugno. Due settimane tra spettacoli, performance, installazioni – fra cui 5 prime mondiali e 5 novità per l’Italia – ma anche conferenze, laboratori e masterclass con alcuni dei protagonisti della scena contemporanea. E ancora: 20 brevi performance di altrettante compagnie selezionate tramite bando, presentate nella Marathon of the unexpected, uno spazio all’interno del Festival dedicato a lavori inediti e innovativi.
Il Festival, diretto da Ismael Ivo e intitolato Awakenings, per celebrare e invitare al risveglio della vita e della creatività - “Il movimento è vita. Il cuore dà il ritmo e il corpo muove un passo. Queste sono le dinamiche della sopravvivenza e dell’esistenza”, scrive Ivo - si snoderà attraverso la città: dagli affascinanti spazi dell’Arsenale – Artiglierie, Corederie, Teatro Piccolo Arsenale, Teatro alle Tese, - alla Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, sede della Biennale, al Teatro Malibran e a spazi inconsueti come il Salone SS. Filippo e Giacomo del Museo Diocesano di Venezia.
Due sono le novità che aprono il Festival l’8 giugno: il nuovo spettacolo di Virgilio Sieni, ideato appositamente per il festival, De anima, che prosegue il particolarissimo percorso intrapreso dal coreografo toscano tra letteratura filosofia e poesia, in scena al Teatro Piccolo Arsenale, e la nuova coreografia del direttore Ismael Ivo, Biblioteca del corpo, che vedrà impegnati, a conclusione della sessione annuale di studi, i 25 danzatori dell’Arsenale della Danza. L’attività di formazione e ricerca rappresentata dall’Arsenale della Danza e quella storicamente festivaliera ed espositiva, volta ad accendere i riflettori su una fetta consistente del panorama contemporaneo dell’arte coreutica trovano qui un punto di convergenza. Idealmente ispirato al racconto di Borges La Biblioteca di Babele, lo spettacolo compone una personale “biblioteca del corpo”, una installazione coreografica dove i corpi sono raccolti come un libro. “Il punto di partenza è l’idea che ogni individuo rappresenta di per sé un libro che contiene informazioni uniche e originali. Queste informazioni segrete sono inimitabili. Ma il libro individuale deve essere aperto per poter rivelare i suoi diversi aspetti, i difetti, le qualità e le potenzialità. In questo processo, ogni singolo libro, pur se originale in sé, è solo un volume della grande enciclopedia umana” (I. Ivo). In replica il 9 e 10 giugno, lo spettacolo sarà poi in tournée in Italia e all’estero.
Il Festival prosegue con un omaggio a una indimenticata artista, Pina Bausch, composto da Cristiana Morganti, danzatrice storica del Tanztheater Wuppertal: Moving with Pina sarà presentato nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian il 12 e 13 giugno. Il dittico del Balé Teatro Castro Alves di Salvador di Bahia, apre invece uno squarcio su un Paese come il Brasile, dove l’arte della danza attraversa le espressioni quotidiane della vita: 1Por1Praum di Jorge Vermelho e A quem possa interessar di Henrique Rodovalho, presentati alla Biennale in prima nazionale, saranno in scena rispettivamente alle Corderie dell’Arsenale (13>17 giugno) e al Teatro alle Tese (15>17 giugno). Dal Brasile a un'altra forma di “meticciato culturale” con la coreografa anglo-indiana Shobana Jeyasingh, pioniera della danza “globale” o “fusion”, che cortocircuita tradizione e innovazione, oriente e occidente. TooMortal è il titolo della nuova creazione di Shobana, presentata in prima assoluta a Venezia e commissionata dalla Biennale con il Festival di Londra Dance Umbrella e Dansen Hus di Stoccolma (14>16 giugno, Chiesa anglicana di St. George's, Campo San Vio).
Torna a Venezia William Forsythe, artista in costante evoluzione che non cessa di indagare sui processi della danza, con uno degli ormai celebri “oggetti coreografici”, esposti nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo: Nowhere and everywhere at the Same Time, in prima italiana alla Biennale negli spazi delle Artiglierie dell’Arsenale (15>17, 22>24 giugno). Saranno invece per la prima volta alla Biennale l’islandese Erna Ómarsdóttir, a lungo danzatrice di Jan Fabre, con la nuova versione di We saw monsters al Teatro Piccolo Arsenale (15 e 16 giugno) e il beninese Koffi Kôkô, performer apripista della danza moderna africana in Europa, con La Beauté du Diable al Teatro Piccolo Arsenale (19 e 20 giugno). Dal rapporto fra Maestri e allievi nasce la proposta di uno spettacolo storico come Line Up, nato dall’incontro del Teatro Scuola “Paolo Grassi” di Milano con la “lezione” della coreografa americana Trisha Brown e la sua compagnia (al Teatro Piccolo Arsenale, 21 e 22 giugno).
Il finale di questa ottava edizione del Festival della Biennale allinea due presenze d’eccezione. Una vera star della danza, Sylvie Guillem, forse l’unica artista riuscita a coniugare una popolarità planetaria con l’altissima qualità delle proposte, che arriva da una lunga tournée iniziata al Sadler’s Welles di Londra con il suo ultimo lavoro: 6000 Miles Away, un trittico coreografico ad opera dei più bei nomi della danza contemporanea, Willliam Forsythe, Mats Ek, Jirí Kylián (al Teatro Malibran il 22 giugno). Infine la prima mondiale del nuovo spettacolo di un artista ormai di culto, Wim Vadekeybus: il suo Booty Looting, in scena il 23 e 24 giugno al Teatro alle Tese dell’Arsenale.
Marathon of the unexpected (24 giugno, Teatro Piccolo Arsenale) è lo spazio aperto dalla Biennale all’interno del Festival e dedicato alle novità: tutti pezzi inediti e fulminanti per brevità – non più di 15 minuti ognuno - selezionati attraverso un bando di concorso per portare allo scoperto ciò che raramente trova visibilità. Awakenings Dance Party (24 giugno, Tese delle Vergini) sarà invece un momento di festa condiviso, per celebrare la gioia e la bellezza della danza a coronamento del Festival.
Il programma della Biennale Danza si articola anche attraverso esperienze laboratoriali, incontri e conferenze che sottolineano la necessità di fare di Venezia non solo il luogo privilegiato per presentare spettacoli inediti per l'Italia, ma anche il luogo dell'incontro tra artisti italiani e stranieri e tra gli artisti e un pubblico consapevole, attento alla ricerca di diversi linguaggi espressivi. Accanto a Choreographic Collision, sesta edizione di un percorso di perfezionamento nella coreografia sotto la direzione di Ismael Ivo e a cura dell’Associazione Danzavenezia, ci saranno masterclass per professionisti e non con i protagonisti del Festival, occasione unica per entrare in contatto diretto con gli strumenti e i processi creativi di maestri di oggi: Virgilio Sieni, Cristiana Morganti del Tanztheater Wuppertal, Rosa Barreto e Gilberto Baía del Balé do Teatro Castro Alves, Erna Ómarsdóttir, Wim Vandekeybus, Brock Labrenz della Forsythe Company e Koffi Kôkô.
La Regione del Veneto rinnova anche quest’anno il suo sostegno ai programmi dello spettacolo dal vivo, riconoscendo a quest’attività della Biennale e alla danza in particolare la capacità di una progettualità d’autore a lungo termine che nasce a Venezia e guarda al mondo. Anche la collaborazione con la Fondazione Teatro La Fenice, collaudata da diversi anni, trova nuovo alimento nei programmi del Festival di Danza.
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