Il Ratto di Europa. La mostra e' incentrata sul soggetto storico-iconografico di Aracne, prima testimonianza di una pratica 'tecnologica'.
a cura di Luigi Fassi
Al principio del libro sesto delle “Metamorfosi” Ovidio narra della prodigiosa arte tessile di Aracne, famosa per le sue straordinarie qualità di filatrice. Pallade, la dea della filatura, invidiosa del suo talento, accetta di sfidarla nell’arte del filare. Il soggetto intessuto da Aracne per la competizione è quello del “Ratto di Europa”, episodio in cui Giove si tramuta in un bue bianco per rapire con l’inganno la giovane Europa. Nelle parole di Ovidio, così forte è il realismo della filatura di Aracne che si direbbe ogni dettaglio sia vero. Accecata dall’ira per il talento di Aracne, Pallade tramuta la fanciulla in un ragno, destinandola a rifare sempre daccapo le proprie tele emettendo filamenti dal corpo.
Il mito di Aracne come creatura metamorfica, legata alla storia artistica della filatura, attraversa tutta la cultura occidentale. È Tiziano a metà del Cinquecento a dare una rappresentazione iconica del ratto di Europa destinata a essere ripresa nei secoli, in cui si mostra la fanciulla portata via da Giove in sembianza di toro. Poco più di mezzo secolo dopo, nella prima metà del Seicento, Pieter Paul Rubens ridipinge l’iconografia di Europa seguendo da vicino il modello tizianesco. Nel 1656 Diego Velazquez compone “Las hilanderas” (le filatrici) opera pittorica costruita su due livelli scenici. In primo piano si vedono delle filatrici impegnate in un laboratorio di arazzeria, tra matasse di lana e attrezzature di lavoro, mentre sullo sfondo Velazquez inscenato il mito di Aracne.
L’attività tessile di Aracne è la prima testimonianza di una pratica tecnologica, quella della tessitura, che per molti secoli in Europa avrà un’importanza primaria e si situerà a metà strada fra storia della cultura artistica, con la tessitura degli arazzi, e storia industriale, con l’avvio delle produzioni tessili di massa. Punto d’incontro e interscambio tra questi due poli è individuato da Leander Schwazer nel telaio Jacquard, messo a punto nel 1805 dall’omonimo inventore francese Joseph-Marie Jacquard. Questo telaio segna una rivoluzione nell’industria tessile ottocentesca, meccanizzando la produzione di complessi tessuti ricamati.
La mostra di Schwazer per l’ar/ge kunst è tutta incentrata sul medesimo soggetto storico-iconografico, l’episodio del ratto di Europa. Questo tema mitologico diventa nella riflessione dell’artista un modello archetipico declinato in molteplici opere e termini visivi, al fine di mostrarne la sua risonanza concettuale nella storia della cultura europea.
Nella prima sala The Rape of Europe (2012) è una ricostruzione filologica della scena mitologica ovidiana come raffigurata da Tiziano e da Rubens, con in primo piano la figura di Europa a cavallo del toro Giove. Eseguita mediante l’accostamento successivo di schede perforate secondo la modalità di automazione meccanica del telaio Jacquard, il disegno è un mosaico figurativo la cui leggibilità è determinata dalla continuità dei fori che disegnano nel loro complesso il tratteggio dei profili delle figure e dello spazio retrostante. L’opera è accompagnata da un cubo di aspetto minimalista (Punched Europe, 2012) composto assemblando in pressione tutte le centinaia di frammenti circolari di cartoncino prodotti dalla punzonatura delle schede operata dall’artista in fase di preparazione del disegno.
Allestita nella seconda sala, Point Design (2012) è la matrice adoperata da Schwazer per poter realizzare la perforazione delle schede secondo il modello Jacquard. Come un negativo fotografico, o una lastra di una stampa litografica, l’opera si presenta ad un primo sguardo come una scena decorativamente astratta. Osservata in relazione al The Rape of Europe, Point Design rivela invece la sua origine dal dipinto tizianesco e la sua natura di tavola preparatoria per il collage di schede perforate.
Disseminati nello spazio espositivo si trovano altri regesti e indizi della ricerca dell’artista. Il singolo dettaglio della testa di Europa è presentato da Schwazer appare in forma di tessitura (The Head of Europe, 2012), realizzata attivando un antico telaio Jacquard con le schede perforate dell’opera principale. Compare inoltre su una parete un piccolo ritratto in tessuto filato di Joseph-Marie Jacquard (Jacquard, 2012), eseguito su un disegno ottocentesco, a evocare nella mostra la presenza fisica dell’inventore francese e il suo ruolo di ispiratore finale di tutto il progetto espositivo. La scultura Grandfathers Stuff (2012) è infine un cilindro ricoperto di tessuti di lino filati a mano, di produzione sudtirolese. La tradizione del filare a mano trova così in quest’opera un preciso riferimento al territorio di origine dell’artista.
Con il gentile sostegno:
Niederstätter AG, Bolzano
Provincia Autonoma di Bolzano, Alto Adige, Deutsche Kultur
Fondazione Cassa di Risparmio, Alto Adige
Città di Bolzano, Ufficio Cultura
Immagine: Leander Schwazer, The Head of Europe, 2012. Fabric, 5 x 8 cm. Courtesy the Artist
Inaugurazione, Venerdì, 08.06.2012, ore 19.30. Conversazione tra Leander Schwazer e Luigi Fassi
Ar/ge Kunst Galleria Museo
via Museo, 29 - Bolzano
Orario di apertura: Ma-Ve 10 – 13, 15 – 19, Sa 10 – 13
Entrata libera