Seppie - Ovvero: una piccola idea. Il pittore ebbe un particolare trasporto per il color seppia, che adoperava per realizzare certe sue 'immagini riluttanti' al limite di una linea o di un tratteggio qualsiasi.
Gioacchino Toma ebbe un particolare trasporto per il color seppia, che adoperava spesso per realizzare certe sue immagini riluttanti al limite di una linea o di un tratteggio qualsiasi.
Il pittore Giovanni Del Re, che aveva conosciuto il collega di Galatina, più giovane di lui, nella Farmacia Reale di Napoli, tenuta allora da un altro pugliese amante d'arte, e gli si era legato d'affettuosa amicizia, lo incontrò un giorno a Torre del Greco. Splendeva il tramonto e s'inoltrarono insieme
nella campagna.
Ad un certo punto, Toma si fermò davanti davanti ad una siepe ed un cancello controluce e si sedette per ritrarli. Non aveva nella cassetta che uno scodellino di seppia in pasta, un pennello, una spatola e un po' d'acqua. “E il colore?” chiese Del Re. E Toma, indicandogli con lo sguardo la carta e la seppia: “Ti sembra proprio che non ci sia abbastanza colore qui?”. E si mise al lavoro, mandando il pennello sulla carta in un modo tutto suo, che dove toccava faceva macchia, e dalle aperture, ora risparmiate, ora ottenute con veloci sgraffiature di spatola, lasciava sgorgare la luce a fiotti, come e meglio, forse, che da una tavolozza convenientemente preparata. Alla fine Giovanni Del Re, che aveva seguito l'amico con sempre crescente stupore, non poté trattenersi dall'esclamare: “Ma questo è un quadro!”. E l'altro: “L'idea di un quadro: una piccola idea”. E, richiusa la cassetta, riprese tranquillamente la passeggiata interrotta.
Alfredo Petrucci
inaugurazione 12 giugno ore 11.00-13.00
L’École des Italiens – Museo Immaginario
Domodossola, via Mellerio
Ingresso libero