L'esposizione ripercorre la storia dell'opificio fondato dai fratelli Rubboli, che per primi introdussero a Gubbio la pratica di lavorazione della maiolica a riflesso oro e rubino.
Paolo Rubboli (1838-1890)
La manifattura Rubboli di Gualdo Tadino, è totalmente iden-
tificabile con la maiolica a riflesso oro e rubino di cui introduce
la pratica nel piccolo centro umbro, a partire dall’ottavo
decennio del XIX secolo. Paolo Rubboli, il capostipite di questa
tradizione, nasce in provincia di Pesaro, a Fiorenzuola di
Focara, nel 1838. La sua presenza è documentata a Gualdo
Tadino fin dal 1875, essendo già attivo in quegli anni presso
l’opificio voluto dal facoltoso e colto antiquario piemontese
Marcello Galli-Dunn, che aveva scelto Gualdo Tadino per
produrre «Maioliche Artistiche uso Urbino Faenza e Gubbio».
La fabbrica trovò la sua sede nei locali dell’ex-convento di
San Francesco. Qui, nel 1878, conclusasi l’esperienza con il
Galli-Dunn, Paolo Rubboli impianta un proprio laboratorio,
coadiuvato dalla moglie Daria Vecchi. Insieme producono
pregiate maioliche a lustro mastrogiorgesco di tipologia
storicista, in linea con un atteggiamento piuttosto diffuso
nell’artigianato artistico ottocentesco che dalla copia di
originali rinascimentali passerà a un’ispirazione più libera,
senza però rinunciare al repertorio figurativo e ornamentale
dei modelli. Dai locali di San Francesco, nel 1883, l’opificio
viene provvisoriamente spostato presso l’ex-convento di San
Nicolò per poi essere definitivamente impiantato in via del
Reggiaro o Rocca, l’attuale via Discepoli. Qui, improvvisamente,
Paolo Rubboli muore l’11 maggio 1890, un anno dopo la morte
del primo figlio ventiquattrenne Alessandro, citato nei docu-
menti come pittore. In questa sezione sono ospitati anche
alcuni esempi di maioliche a lustro coeve prodotte dalla
manifattura Ginori, da Cesare Miliani e da Achille Farina.
Daria Vecchi Rubboli (1852-1929)
Dopo la morte di Paolo Rubboli, sua moglie Daria, di origine
fabrianese, assume per circa un trentennio l’impegno di
dirigere la ditta Rubboli in un momento in cui il livello di
produzione è stabile e la qualità della maiolica a lustro ha
raggiunto esiti tecnici considerevoli. Ne è prova la Medaglia
d’Oro per la Ceramica Iridata che le viene conferita
all’Esposizione Generale Umbra del 1899. Nei manufatti
risalenti a questo periodo è possibile rintracciare alcuni
caratteri distintivi, come la dominante azzurrina piuttosto
diluita del fondo che, nel caso dei piatti, spesso assume un
tono blu intenso come base per le tese. Nonostante l’intento
decorativo risulti centrale e la complessità compositiva
evidente, l’effetto generale è quello di un rigore formale e di
una sobrietà stilistica di sapore classico che trova ampio
riscontro nell’interpretazione pura ed essenziale del primo
storicismo. Daria muore il 22 febbraio del 1929 quando ormai
già da nove anni la ditta Rubboli faceva parte della Società
Ceramica Umbra, che nei manifesti funebri ne riporta l’epiteto
di «Maestra del Terzo Fuoco». In questa sezione sono ospitati
anche alcuni esempi di maioliche a lustro coeve prodotte da
Ulisse Cantagalli, William de Morgan e Galileo Chini.
Società Ceramica Umbra (1920-1931)
La manifattura Rubboli entra nella Società Ceramica Umbra
nel luglio del 1920, quando i figli di Daria, Lorenzo (1884-
1943) e Alberto (1888-1975), erano già attivi nella ditta da
più di un decennio. Nello stesso anno viene aperta una
succursale anche a Gubbio che ebbe breve durata, cessando
la produzione probabilmente nel 1923. La produzione di questi
anni è una delle più originali nel lungo percorso artistico della
Rubboli, per il tentativo di emanciparsi stilisticamente dalla
tradizione dello storicismo, priva ormai della vitalità e tensione
ideale che aveva assunto nell’Ottocento. La nuova cifra
stilistica e il diverso assetto organizzativo si devono, rispetti-
vamente ad Aldo Ajò come artista e a Giuseppe Baduel come
imprenditore, responsabili di un orientamento inedito nella
maiolica a lustro che vede espandere sorprendentemente le
possibilità decorative ed espressive del terzo fuoco. La SCU
si scioglie definitivamente il 16 maggio del 1931 a causa di
una crisi sensibile del settore ceramico che coinvolge molte
manifatture italiane nei primi anni trenta. Si chiude così un
capitolo breve, ma importante, per la storia dell’opificio
Rubboli che continua a operare sotto la conduzione dei fratelli
Lorenzo e Alberto. In questa sezione è visibile anche un’opera
policroma della Salamandra di Perugia attribuita a Davide
Fabbri.
I Fratelli Rubboli e i loro Eredi
Dopo la chiusura della Società Ceramica Umbra nel 1931,
Lorenzo e Alberto continuano la produzione come ditta Fratelli
Rubboli fino al 1934, anche se la divisione legale è del 1936.
Nascono perciò le ditte separate Lorenzo Rubboli e Alberto
Rubboli che continuano a produrre, sulla scia dell’esperienza
della SCU, manufatti a lustro oro e rubino di ottima qualità
tecnica che, pur rimanendo legati alla tradizione, cercano in
qualche tentativo isolato, ma ben riuscito, di legarsi alle nuove
tendenze artistiche usando anche i lustri in maniera disinvolta
e virtuosa. Dopo la morte di Lorenzo nel 1943 saranno le tre
figlie Livia, Gina e Ivana a portare avanti la tradizione fino al
1955, anno in cui la ditta Lorenzo Rubboli viene chiusa. Alberto
invece continuerà a operare fino al 1975, anno della sua
morte, passando il testimone alle figlie Laura e Edda e poi ai
suoi nipoti che proseguiranno fino al 2002. Emblematico, per
capire l’orientamento stilistico di questi anni, è il Piatto del
Centenario dove Alberto Rubboli scrisse sul verso il motto a
lustro rubino Immotus in Motu: fermo nel movimento. La
presenza esigua di opere pertinenti ad Alberto Rubboli nella
collezione, rispetto al numero più consistente di quelle di
Lorenzo, è dovuta al carattere della raccolta creata da Maurizio
Tittarelli Rubboli, erede di Lorenzo, attraverso la madre Gina.
In questa sezione è visibile una mattonella con soggetto sacro
del ceramista gualdese Renzo Megni e anche una delle ultime
opere realizzate da Alan Caiger-Smith prima della chiusura
del suo laboratorio ad Aldermaston.
Catalogo a cura di Marinella Caputo, Volumnia Editrice
Con il Patrocinio di
Comune di Gualdo Tadino
Comune di Gubbio
Organizzazione:
Polo Museale Diocesano di Gubbio
Comune di Gualdo Tadino
Associazione Culturale Rubboli
Inaugurazione sabato 16 giugno
Chiesa di Santa Maria dei Laici (detta dei Bianchi)
Via Piccardi - Logge dei Tiratori - Gubbio
Orari di apertura:
venerdì, sabato e domenica dalle 10:30 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00
Visite su appuntamento:
075 9220904 - 348 2437723