Marina Abramovic
Jota Castro
Sam Durant
Regina Jose' Galindo
Carlos
Garaicoa
Alfredo Jaar
Mariangela Levita
Moataz Nasr
Giulia Piscitelli
Bert
Rodriguez
Santiago Serra
Carla Accardi
Eugenio Viola
Laura Cherubini
"Radici. Memoria, identita' e cambiamento nell'arte di oggi": lavori di Marina Abramovic, Sam Durant, Alfredo Jaar, Santiago Serra, che sviluppano la metafora delle radici dialogando con la stretta contemporaneita'. "Smarrire i fili della voce": tele e installazioni eseguite tra il 1969 e il 1972 tracciano il percorso artistico di Carla Accardi.
Radici. Memoria, identità e cambiamento nell’arte di oggi.
a cura di Eugenio Viola
Marina Abramovic , Jota Castro, Sam Durant, Regina Josè Galindo, Carlos
Garaicoa, Alfredo Jaar, Mariangela Levita, Moataz Nasr, Giulia Piscitelli, Bert
Rodriguez, Santiago Serra
Nell’ambito di “Castelbasso/Civitella. Cultura contemporanea nei Borghi”, la Fondazione
Malvina Menegaz per le Arti e le Culture promuove, dal 30 giugno 2012, la mostra Radici
Memoria, identità e cambiamento nell’arte di oggi, a cura di Eugenio Viola.
La splendida cornice di Castelbasso, borgo medievale immerso nella Valle del Vomano in
provincia di Teramo, sede della Fondazione Malvina Menegaz, diventa teatro di un
appuntamento internazionale che coinvolge i grandi protagonisti della scena dell’arte
contemporanea. È un racconto che prosegue e che vede fin dal 1998 la Fondazione Malvina
Menegaz, presieduta da Osvaldo Menegaz, impegnata nel fare di Castelbasso, con le sue
architetture sobrie ed eleganti, un laboratorio in cui passato e contemporaneità, tutela e
sperimentazione, dialogano in un percorso multidisciplinare in cui arti visive, letteratura e
musica sono i tasselli di un’esperienza corale e di un’interazione costante tra cultura e
territorio.
Radici è una mostra che prende le mosse dal luogo per cui è stata pensata, Palazzo De
Sanctis, ubicato nel cuore di Castelbasso. Questo progetto rappresenta pienamente il senso
dell’impegno della Fondazione che lo sostiene: riscoprire, nel recupero architettonico, sociale
e culturale di Castelbasso, le sue radici, con l’obiettivo di metterle nuovamente in relazione
con i suoi abitanti e attori istituzionali.
Le radici in botanica sono propriamente l’apparato sotterraneo di una pianta che ha la
funzione di sostenerla e di alimentarla. Per estensione il termine indica ciò da cui ha origine
qualcosa, il suo principio e allo stesso tempo la sua causa, da qui le espressioni “andare alla
radice di un problema”, o ancora “andare alla scoperta delle proprie radici”, ovvero delle
proprie origini.
La metafora delle radici attraversa tutta la filosofia occidentale, simbolicamente da
Empedocle a Deleuze e Guattari. Il primo definisce ριζώματα (rizòmata), "radici" di tutte le cose,
l’aria, l’acqua, la terra e il fuoco, quattro elementi “immutabili ed eterni” che danno luogo
alla realtà e le conferiscono stabilità. In un contesto radicalmente modificato, Gilles Deleuze e
Felix Guattari contrappongono la concezione rizomatica del pensiero a quella tipica della
filosofia tradizionale, che procede gerarchicamente e linearmente, seguendo rigide
categorie binarie. Il pensiero rizomatico, invece, è in grado di stabilire connessioni produttive in
qualsiasi direzione, delineando “un sistema acentrato, non gerarchico e non significante [...]
definito unicamente dalla circolazione di stati”, espressione di un pensiero connettivo che
propone nuove ipotesi di collegamento tra elementi, fenomeni e dati. Un sistema che torna
prepotentemente attuale nella società odierna, massmediatica e globalizzata.
L’immagine che oggi si può associare immediatamente al rizoma è senza dubbio quella della
rete. Si parla sempre più spesso di società di rete o “network society”, per indicare come le
modalità di connessione orizzontale, grazie alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie,
possano svilupparsi a scapito delle modalità organizzative gerarchiche, in passato necessarie
oltre una determinata soglia di complessità.
Nella mostra Radici il portato della tradizione con i suoi valori, il bagaglio culturale di cui si fa
testimone, e il passato che rappresenta, diventano fondamentali all’interno di una narrazione
visiva che va ad interagire con il presente.
Marina Abramovi , Jota Castro, Sam Durant, Regina Josè Galindo, Carlos Garaicoa, Alfredo
Jaar, Mariangela Levita, Moataz Nasr, Giulia Piscitelli, Bert Rodriguez e Santiago Serra sono
artisti diversi per sensibilità e ricerche, interpreti paradigmatici dell’attualità e dei suoi
cambiamenti, il cui lavoro diventa rappresentativo della comprensione della realtà e dei suoi
nodi più significativi, delle sue lacerazioni e contraddizioni.
Radici – dichiara Eugenio Viola – indaga la contemporaneità e il suo portato gravoso di
cambiamenti sociali, economici, culturali e politici. Esplora la ricchezza della cultura e il senso
della storia, sottolineando il cambiamento del sistema dei valori, l’attaccamento o lo
sradicamento dal territorio, l’erosione dell’eredità e alle volte il conseguente isolamento
culturale. Radici propone il lavoro di artisti che provengono da background differenti, dotati di
una capacità non comune di concatenarsi al nostro presente, il cui lavoro si pone oltre la
rappresentazione stereotipata di nostalgia e folklore, offrendosi piuttosto come un tentativo di
giustapporre un’esperienza visiva e culturale sospesa tra passato e presente, che chiama
contemporaneamente in questione le nozioni di memoria, identità e cambiamento.
Eugenio Viola è critico d'arte e curatore della Project Room del Madre (Museo d'Arte
Contemporanea DonnaRegina) di Napoli. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso
l'Università degli Studi di Salerno. Studioso delle teorie e delle esperienze legate alla
performance e alle poetiche corporali, ha pubblicato sull'argomento diversi saggi, tra cui:
“Post Human vs Neo-Barocco” (Ed.Electa, Napoli, Milano, 2009); “Itinerari del Post-Human”
(Ed.Modo, Milano, 2005) e ha curato la monografia dedicata ad Orlan (Ed.Charta, Milano
2007). Collabora stabilmente con “Flash Art” (Italia), “artforum.com” (U.S.A.) ed “Exit Express”
(Spagna). È membro dell’IKT (International Association of Curators of Contemporary Art) e di
diversi premi e giurie: Premio Celeste, Premio Maretti, Eco Art Project. Ha curato numerosi
cataloghi e mostre in Italia e all’estero, tra cui: Transit, (Museo Madre, Napoli / Townhouse,
Cairo / PiST, Istanbul / CCA, Tel Aviv / State Museum, Salonicco, 2009-2011); Corpus. Arte in
Azione, festival che ha presentato, tra gli altri, performance di: Ron Athey, Lee Adams, Kira
O’Reilly, Tobias Benrstrup, Jamie Shovlin and Lustfaust, Milica Tomic, Tania Bruguera, Regina
Josè Galindo, Teresa Margolles, Maria Josè Arjona (Museo Madre, Napoli, 2009-2012); Marina
Abramovic – The Abramovic Method (PAC, Milano, 2012); Francesco Jodice – Babel (Museum
of Contemporary Art, Zagabria, 2011); Orlan: Le Rècit (Musée d'Art Moderne de Saint-Etienne
Métropole, Francia, 2007); V.I.P. / Very Important Portraits di David LaChapelle (Museo di
Capodimonte, Napoli, 2006).
Mostra promossa dalla Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture
Con il Patrocinio di: Regione Abruzzo, Provincia di Teramo, Comune di Castellalto, Comune di
Civitella del Tronto, Consorzio dei Comuni del BIM, Camera di Commercio di Teramo, Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo
Ufficio stampa:
maddalena bonicelli – maddalena.bonicelli@gmail.com +39 335 6857707
santa nastro – snastro@gmail.com +39 392 8928522
Vernice per la stampa: venerdì 29 giugno, ore 19.00
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Carla Accardi
Smarrire i fili della voce
a cura di Laura Cherubini
Dopo aver dedicato le ultime tre mostre ad Alberto Burri, Alighiero Boetti, punti di riferimento indiscussi, rispettivamente dell’Informale, dell’Arte Concettuale e del Realismo, la Fondazione Malvina Menegaz promuove un’importante mostra monografica alla Signora dell’Arte Astratta: Carla Accardi. Il percorso espositivo si snoda attraverso straordinarie tele, in gran parte inedite, che vanno dal 1999 al 2012. Non mancherà il riferimento ad alcuni lavori storici, i sicofoil, con Rosa, Giallo, Segni Grigi, Rosanero, Verdenero eseguiti tra il 1969 e il 1972. In mostra saranno presenti, inoltre, opere tridimensionali come Ombrellini, del 1999 e Onda del 2008/2009. “La mostra” spiega la curatrice Laura Cherubini, “intende presentare le opere più recenti di una grandissima artista italiana: Carla Accardi, capace di rinnovarsi come pochi altri. Si tratta di una serie di quadri di grande freschezza e innovazione che dialogheranno nelle sale della Fondazione Menegaz con alcune opere, anche tridimensionali, ispirate al tema della trasparenza.”
Inaugurazione venerdi' 30 giugno
Palazzo De Sanctis
via San Nicola, 17, Castelbasso (TE)
Orario visite: tutti i giorni dalle 19.00 alle 24.00, escluso il lunedì
Ingresso singola mostra :6 €
Ingresso cumulativo ad entrambe le mostre: 10€