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Andrea Renzini
dal 8/5/2003 al 9/6/2003
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Segnalato da

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8/5/2003

Andrea Renzini

Studio Ercolani, Bologna

Dopo essersi cimentato con il linguaggio grafico della pittura e della scultura, con l'uso della fotografia e del video, Andrea Renzini ha saputo far confluire le diverse esperienze artistiche sfruttando i moderni media tecnologici a livello manuale. Mostra a cura di Alberto Zanchetta.


comunicato stampa

FILM

a cura di Alberto Zanchetta

inaugurazione venerdì 9 maggio, ore 18; fino al 30 settembre
orario solo su appuntamento

Dopo essersi cimentato con il linguaggio grafico della pittura e della scultura, con l'uso della fotografia e del video, Andrea Renzini ha saputo far confluire le diverse esperienze artistiche sfruttando i moderni media tecnologici a livello manuale.

L'ambiguo titolo della mostra, "Film", allude non tanto alla settima arte ma alle pellicole fotografiche. In mostra una serie di lavori, dittici o trittici, che fanno parte di un ciclo ancora inedito; si tratta di opere di grande formato il cui impatto è fortemente pittorico. Ogni quadro si compone di bande cromatiche ottenute mediante procedimenti di stampa che l'artista ha poi applicato sulla superficie, ad una ad una, secondo uno schema di luci e cangianze.

L'effetto desunto è un'astrazione tonale di rigore formale.

Scrive Zanchetta nel testo in catalogo: «Renzini compie una dissoluzione delle predelle in frattali cromatici. Crea sequenze lineari, pur formali, in cui unità metriche decimali costituiscono un ensemble omogeneo, tonale, che rivendica l'euritmia musiva e l'invetriato fulgore dei santuari. [..] Diversamente dal pittore che ama il colore - perspicuo - in sé, l'artista sa epurarlo dal superfluo; ha capacità intuitive, di sintesi. Sia che si tratti della forma ordinata dell'eternità, dell'idea circolare, dell'infinito, o del sovversivo degré zéro. Dell'invisibile. Oltre l'apparenza. [..] perché l'effetto cromatico di Renzini non è direttamente intelligibile dall'occhio umano ma rilevato/rivelato attraverso procedimenti macchinici. Grazie cioè a retine artificiali sottoposte al baluginare che diventa traccia mnemonica, "ricordo"...».

Catalogo in galleria

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