Lo spazio, il movimento. Un percorso scandito dalla presenza di opere che coprono un ampio arco temporale, partendo dai volumi, di fine degli anni Cinquanta, fino ai movimenti delle cose degli anni Novanta.
a cura di Andrea Fiore
La Galleria Monopoli è lieta di presentare: Lo spazio, il movimento, una mostra
personale di Dadamaino curata da Andrea Fiore. Il percorso espositivo propone un
excursus tra la produzione della celebre artista milanese dalla fine degli anni
Cinquanta alle sue ultime opere.
La mostra introduce il visitatore nella produzione di una delle maggiori
personalità artistiche del Novecento: Dadamaino. Un percorso scandito dalla
presenza di opere che coprono un ampio arco temporale, partendo dai volumi, di
fine degli anni Cinquanta, fino ai movimenti delle cose degli anni Novanta.
L’intento della mostra è di proporre al pubblico un’esaustiva sintesi
dell’esperienza artistica di Dadamaino, senza rinunciare alla presenza di opere
importanti e storicizzate.
Edoarda Maino (1930-2004) è una figura decisiva per la comprensione dell’ambiente
artistico italiano tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Settanta. In questi
anni Dadamaino fu un’importante interprete del fermento culturale che portò alla
costituzione delle nuove avanguardie. Negli ultimi anni Cinquanta, grazie
all’indispensabile contributo dello spazialismo di Lucio Fontana, Dadamaino
ricerca il superamento della pittura attraverso i suoi volumi. La successiva
tendenza alla sperimentazione dei materiali, già nei primissimi anni Sessanta, fa
si che Dada «si occupi dei problemi moderni» (P. MANZONI, Padova 1961) attraverso la
realizzazione dei volumi a moduli sfasati.
La sperimentazione artistica di Dada,
tra gli anni Sessanta e Settanta, è caratterizzata da profonde riflessioni
scientifiche sull’ordine matematico delle cose, come si riscontra nei disegni
ottici dinamici e nelle modulazioni cromatiche delle ricerche del colore.
La ricerca dei materiali lascia il passo a un’indagine antropologica sulla
comunicazione, attraverso l’invenzione di un codice espressivo regolato da leggi
universali. La poetica di Dadamaino passa dall'abbattimento della superficie
materica, alla costruzione di un nuovo linguaggio.
Nascono in questo modo gli
inconsci razionali, nella seconda metà degli anni Settanta, e gli alfabeti della
mente negli anni Ottanta. Dadamaino si esprime attraverso la serialità del segno,
ma senza abbandonare la manualità che rende il suo lavoro metodico, un’espressiva
testimonianza dell’intimo sodalizio tra artista e medium artistico. Il linguaggio
dei simboli diventa gradualmente più semplice fino a trasformarsi in percezione di
movimento; nei più recenti movimenti delle cose e seind und zeit. I segni
elementari si trasformano in un sensuoso movimento.
Le opere esposte sono presenti nel catalogo realizzato in occasione
dell’esposizione con testo introduttivo a cura di Flaminio Gualdoni.
Opening 20 settembre
Galleria Monopoli
via Giovanni Ventura, 6 Milano
Orari: dal martedì al sabato, dalle 14 alle 19.
ingresso libero