Heart Beats. Song from Venezia e' un libro d'artista che l'autrice franco-israeliana - da molti anni impegnata in una profonda indagine spirituale - presenta insieme alle tavole originali del volume.
…un posto, un tempio di speranza, cerchio bianco infinito: questo è Song from Venezia, il libro d’artista che Sandra Zemor – franco-israeliana, da molti anni impegnata in una profonda indagine spirituale – presenta al Françoise Calcagno Art Studio, assieme alle tavole originali del volume. L’evento sarà accompagnato da una performance in campo di Ghetto Novo.
Operazione raffinata ed illuminante allo stesso tempo, quella di Zemor: nell’esile struttura grafica, percorsa da un testo anch’esso sottile, perfino l’inchiostro ha sostanza mistica, come pesato sul cammino, calibrato nella misura della pagina, apparentemente incidentale. En-Sof, il “senza fine” – del tutto inconoscibile e paradossalmente al di là di ogni rappresentazione – percorre la Venezia di Sandra quasi fosse un riflesso. Eppure, il D-o che si manifesta nel percorso è D-o che si esprime, che lascia traccia nella circolarità vitale, nel simbolo non concluso che, unico, può consentire di mettere in relazione la propria anima con l’anima della città d’acqua.
I lavori di Zemor, eleganti ed essenziali, sono soffusi di Splendore, lo splendore di Malkhut, che è Regno interiore ed esteriore, relazione ed introspezione. Nel viaggio dell’artista, ai bordi dei canali, nella contemplazione estatica della notte sull’acqua, nell’ascolto di quel canto – piccolo ma ostinato, quasi un sussurro – che le fa da guida, ciò significa inoltre cercare ed essere cercati, nella domanda – per lo più sottesa – del significato. Così la Venezia di Sandra, in quei minuti tratti a rappresentare la parte per il tutto, si fa dimora della Shekhinah, che è presenza divina intesa anche come responsabilità individuale, come scelta. Proprio nell’assunzione di quella responsabilità, l’espressione creativa acquisisce un valore alto, riconoscendo dignità esclusiva ad ogni essere.
La luce di Colui che è infinito – ha scritto Rabbi Nachman di Breslav, maestro chassidico tra i più illuminati del suo tempo – non ha forma; segue piuttosto i contorni di chi la riceve, nel migliore e nel peggiore dei casi. È per questa ragione – conclude – che sta a noi dare la forma a questa luce. Sta a noi darle i contorni della grazia e non quelli della maledizione. Così fa Sandra Zemor, che in Song from Venezia sceglie di dare alla Luce i contorni della propria speranza in cammino, e della propria libertà.
Francesca Ruth Brandes
Per il lavoro grafico all'interno del libro si ringrazia Alessandro Nemni
Credit Photos: Véronique Baillot
Inaugurazione 9 settembre ore 18
Francoise Calcagno Art Studio
Campo di Ghetto Nuovo 2918 Venezia
Orario: 10-20, dal lunedi al venerdi
Ingresso libero