Matteo Basile'
Francesca Catastini
Federica Ferzoco
Giovanni Manzoni Piazzalunga
Alex Pinna
Chan Sook Choi
Famiglia Margini
Anna d'Ambrosio
All'interno del progetto economART, la mostra si propone di mettere in evidenza la specificita' dell'artista, della sua linea di confine: quella tra creazione e creazione ad hoc. Opere di Matteo Basile', Francesca Catastini, Federica Ferzoco, Giovanni Manzoni Piazzalunga, Alex Pinna...
----- english below
A cura di Anna d’Ambrosio
Artisti: Matteo Basile', Francesca Catastini, Federica Ferzoco, Giovanni Manzoni Piazzalunga, Alex Pinna, Chan Sook Choi &
Famiglia Margini
Art whore and clients
In collaboration with Studio AKKA & Denis Curti
“Cerco di fare lavori che facciano sentire le persone bene con se stesse”. Le parole sembrerebbero scritte da un tele –imbonitore, appartengono a Koons che con Murakami ha sublimato la pratica artistica con opere empatiche in un asset commerciale simile a quello di una azienda, come la Kaikai Kiki Co che oltre alla produzione di “eventi “e di “merci” vende dipinti, video, t-shirt, portachiavi, tappetini e borse Louis Vitton in tiratura limitata da 5 mila dollari.
Come TU mi vuoi è... mettersi al posto del desiderio dell’ALTRO, committente istituzionale & collezionista privato. Il fine è mettere in mostra la specificità dell’artista, della sua linea di confine; quella tra creazione e creazione ad hoc. Protagonista assoluta del nuovo progetto economART di AMY D arte spazio è l’Arte Contemporanea nel grande gioco/ scommessa della finanza.
La tematica sondata, Arte Contemporanea = derivato economico (come quello in arte dei fondi per l’arte dove il valore è di scommessa e non legato a nessuna regolamentazione e/o statuto), mi ha spinto verso una collettiva in cui l’effetto scenico, unito a quello del gioco (d’azzardo) fosse un modo per enfatizzare di + i lavori esposti, esasperandoli e facendoli... diventare nel processo osmotico: Artista/opera/pubblico (vero psicodramma ).
E mentre a Milano va in scena lo show in occasione di Moda Donna da AMY D arte_spazio si inscena Moda Charles Saatchi, uno dei più grandi squali del mercato dell’arte scrive sul Guardian: “Adoro l’esibizionismo, ma questo mondo dell’arte è diventato troppo esibizionista e troppo spettacolare anche per uno come me” [...] -Arte-Alternativa, per un’Arte di valore.
“Curatori e galleristi sono privi di intuizione e coraggio”. Detto proprio da lui che ha creato la società dello spettacolo nell’arte è paradossale. Un défilé di moda (rimando potente dell’ultima edizione di MIA Art Fair) con in pedana giovani promesse sempre in bilico costrette in un’arte non propria, una slot machine per scommettere, pagando, nel gioco ossessivo compulsivo che caratterizza un certo tipo di collezionismo. L’azione performativa dinamica (straordinario work in progress), sarà supervisionato da un sistema di telecamere, che sottende al più grande controllo paranoide in un sistema ormai fuori controllo come quello dell’arte come griffe.
James Goodwin in “Metamorfosi delle opere in titoli derivati “scrive:” Nel mercato dell’arte si sta assistendo alla metamorfosi delle opere in titoli derivati (come opzioni o swap) dove si scommette su un futuro rialzo del prezzo relativo a un giovane artista. L’arte della finanza si trasforma così nella finanza d’arte. L’opera è paragonabile a una merce o strumento finanziario scambiabile con un alto valore per gli hedge found e fondi di private equity.
Case d’asta e grandi fondi d’investimento puntano sul guadagno nel breve periodo.
Coloro che negli ultimi anni hanno acquistato arte contemporanea, hanno insomma in mano promesse di valore, non valori effettivi con investimenti di tipo simbolico che la crisi sta erodendo. L’arte è diventata un gioco di segni senza referenza, il cui fine è la prolificazione di segni finanziari in cui l’artista è una pedina inserita nel gioco dello scambio finanziario.
Si sono affermati cosi artisti apolidi, apparsi più globali e quindi rispondenti al grande gioco della smaterializzazione. Grandi collezionisti come Pinault, Arnault, Abramovich, magnati cinesi o sauditi, petrolieri e finanzieri internazionali si possono scambiare indifferentemente Damien Hirst o altri "giocattoli". L’arte però non è solo merce, ma qualità unita al piacere, un desiderio e un’attrazione che non può essere soggetta alle forze dei mercati e dagli speculatori perché come diceva Claudia Gian Ferrari: “Se l’arte non è amata prima o poi si vendica”. Rilancia Giuseppe Panza di Biumo, amico del collezionista G. Fasol “Se ami l’arte, l’arte ama te, se tu vuoi sfruttare l’arte, è l’arte che sfrutta te.”.
Il nuovo progetto economART di Amy d segue l’orientamento preso da dOCUMENTA di Kassel. Parola d’ordine è transdisciplinarietà. Le opere e gli artisti si confrontano con politica, con istituzioni, tecnologia, con fenomeni socioeconomici partecipandovi direttamente oppure protestando apertamente ;reale alternativa per un’arte più equa e democratica.
----- english
curated by Anna d’Ambrosio
Artists: Matteo Basile', Francesca Catastini, Federica Ferzoco, Giovanni Manzoni Piazzalunga, Alex Pinna, Chan Sook Choi &
Famiglia Margini
Art whore and clients
In collaboration with Studio AKKA & Denis Curti
Art whore and clients
“I like to make people feel good about themselves”. These words - that might come from a TV-barker - belong to Koons. Together with Murakami, he exalted the artistic experience with empathic artworks in the commercial asset of a company (Kaikai Kiki Co) that not only produces “events” and “merchandise”, but also paintings, videos, T-shirts and limited edition Luis Vitton handbags sold for $5000.
“Come TU mi vuoi” means replacing the wish of the OTHER, institutional commissioner or private collector. The goal is to show the specificity of the artist and of the border line between creation and “ad hoc” creation. Contemporary Art in the financial game is the main player of the new project economART by AMY D arte_spazio. The theme is that of the contemporary Art as an economical product (as in the art funding, where what is valuable is a bet and doesn't depend on any regulation or statute). This pushed me towards this collective exposition in which the scenic effect and the theme of the game/gambling are a way of emphasizing the exposed works, exaggerating their sense and making them transform in the osmotic process artist/work/public (a real psychodrama).
While the female fashion show is happening in Milan, an Alternative Fashion-Art is staged at Amy D arte_spazio, aiming at giving value to Art. Charles Saatchi - among the biggest sharks in the art market - writes on the Guardian: “I love exhibitionism but this art world has become too exhibitionist and spectacular, even for me [...]”. The statement that “curators and gallery managers lack of courage and intuition” may seem a paradox, when said by the one who introduced show business into art. This is a fashion show (powerful reference to the last MIA Art Fair edition) with promising young models in a precarious equilibrium, constrained in some art they don't feel... a slot for gambling, in the compulsive and obsessive game that represents some ways of collecting...
The dynamic performance act (extraordinary work in progress) will be watched through a system of cameras that represent the paranoid control in a deeply out-of-control system (the one of who sees art just as a brand). James Goodwin writes (in “Metamorphosis of works into derivatives”): “In the art market we're witnessing the metamorphosis from artworks into derivatives (like swaps or stock options) and one bets on the future increase in the price related to a young artist”. In this way the art of finance transforms into the finance of art.
The artistic work is as a valuable good or a financial instrument, that can be exchanged with high value for hedge funds or private equity funds. Auction houses and large investment funds aim at a profit in the short term. Who bought contemporary art works in the last few years has now in his hands some promising value. It's not any more an effective value resulting from a symbolic investment; the crisis is weakening this. Art has become a game of signs with no reference and its goal is now the proliferation of financial signs in which the artist is just a puppet in the financial exchange game.
Then some stateless artists appeared, who seem more global and so better linked to the great game of the dematerialization. The main collectors - Pinault, Arnault, Abramovich, Chinese or Saudi magnates, oil tycoons and international financier - can equally exchange Damien Hirst or other «toys».
However art is not only merchandising but it involves quality and pleasure. It's a desire and attraction that doesn't depend on the forces of the market and on speculators. As Claudia Gian Ferrari said: “If art is not loved, eventually it will take its revenge”. Or as Giuseppe Panza di Biumo - friend of the collector G. Fasol - said: “If you love art, it's art that loves you. If you try to exploit art, it's art that exploits you.” The new project economART by Amy D follows the line of dOCUMENTA (by Kassel). The keyword is «transdisciplinarity». The works and the artists meet politics, institutions, technology and socio-economical phenomena: either taking part directly or protesting publicly.
It's a real alternative, towards a fairer and more democratic art.
Immagine: Francesca Catastini
Inaugurazione 27 settembre ore 18.30
AMY d arte spazio
Via Lovanio 6 - Milano
Orari: lun-ven 9-12 e 14.30-18.30
ingresso libero