Last Flowers. Il progetto, curato da Fortunato D'Amico, prevede 4 lavori pittorici di grandi dimensioni, 2 teche di vetro con alcune piante morte e la sezione New Documents: 80 dipinti di piccole dimensioni presentati come prove di un processo il cui imputato e' l'uomo.
a cura di Fortunato D`Amico
Jernej Forbici è un artista sloveno che, attraverso il linguaggio della pittura, racconta e denuncia i soprusi compiuti dall’uomo nei confronti della natura. La Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter di Milano presenta, dal 18 settembre al 26 ottobre 2012, la personale Jernej Forbici. Last Flowers, il cui tema fondante è il problema del riscaldamento globale e degli effetti che questo ha sulla vegetazione del pianeta.
Il progetto espositivo, curato da Fortunato D’Amico e pensato appositamente per gli spazi della galleria milanese, prevede quattro lavori le cui grandissime dimensioni (due misurano 500x380 cm e altri due 200x380 cm) hanno la precisa intenzione di far sentire piccolo il visitatore, di farlo entrare in un luogo sacro cui approcciarsi con il dovuto rispetto; due teche di vetro mettono in mostra alcune piante morte: al loro interno la temperatura raggiunge i 45 gradi, condizione termica alla quale il pianeta si sta avvicinando a grandi passi e in cui la maggior parte delle piante muore. Infine, la sezione New Documents: 80 opere di piccole dimensioni presentate come prove di un processo il cui imputato è l’uomo.
Nel percorso artistico e personale di Forbici l’evento che sta all’origine della sua arte è la contaminazione della falda acquifera della zona di Maribor, nel nord-est della Slovenia, con le scorie non eliminate di un’industria dell’alluminio. Narrarne e testimoniarne la vicenda attraverso le immagini ha fatto di Jernej Forbici, nato a un passo dalla discarica micidiale, un artista militante. Chiamarlo paesaggista sarebbe infatti riduttivo.
La sua è una pittura materica, graffiata, sofferta, che tratteggia in pochi gesti l’orizzonte, la campagna coltivata, scorci di bosco, qualche scheletrico profilo di albero e fiumi dall’iridescenza ingannevole. Lontano dal suo piccolo paese, Jernej Forbici ha compiuto un cammino di formazione artistica che gli ha permesso di potenziare i suoi strumenti espressivi e dar voce a un’appassionata quanto attuale difesa della natura. Ha imparato la lezione della pittura dell’Ottocento e su quella base si è costruito una poetica modernissima del paesaggio. Lasciata alle spalle la natura idilliaca, superato il concetto della natura matrigna, è arrivato alla lirica della natura morente. L’agonia del pianeta è descritta nei suoi dipinti senza clamore e senza rumore. Con toni pacati, in un linguaggio composto ed elegante.
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Inaugurazione martedì 18 settembre, ore 18 - 22
Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter
via Cadolini 27, 20137 Milano
Orari: martedì – venerdì dalle 14.30 alle 19. Sabato su appuntamento. Domenica e lunedì chiuso.
Ingresso libero