Le opere proposte in 'Riffs' di Yto Barrada hanno come frame la sua citta', Tangeri, fortemente trasformata in seguito agli Accordi di Schengen del 1991, di cui l'artista analizza con video e fotografie sia il passato che l'attualita'. 'Rome, a diary 2012', realizzato da Petersen nell'ambito di Fotografia - Festival Internazionale di Roma, include dieci immagini del diario del 2005 e trenta fotografie realizzate durante l'ultima residenza romana.
Yto Barrada
Riffs
a cura di Friedhelm Hütte e Marie Muracciole
Sala Bianca
Dal 20 settembre – 11 novembre 2012
Deutsche Bank’s Artist of the Year 2011
La partnership siglata nel 2012 fra MACRO e Deutsche Bank, il cui obiettivo è
presentare nel nostro Paese artisti riconosciuti a livello internazionale, ha permesso di
portare per la prima volta in Italia RIFFS, la mostra dell’artista marocchina
Yto Barrada.
L’artista è la vincitrice del Premio ‘Deutsche Bank’s Artist of the Year 2011’: un
riconoscimento annuale rivolto a giovani artisti, già distintisi per la creatività e la
significatività del proprio lavoro, che si inserisce nelle attività promosse a livello
globale dall’Istituto in ambito culturale ed artistico.
"E' importante stimolare le persone a confrontarsi con diverse culture e realtà sociali
- sottolinea Friedhelm Hütte, Responsabile Globale per l’Arte in Deutsche Bank -
in questo senso, la scelta di nominare Yto Barrada come 'Deutsche Bank’s Artist of the
Year 2011' è esemplare.”
Bartolomeo Pietromarchi, Direttore del MACRO, aggiunge: “Barrada è un’artista
estremamente attenta ai drammi umani del nostro presente. E il visitatore,
muovendosi tra le opere in mostra, può viaggiare personalmente dentro una storia
poco conosciuta, senza mai sentirla imposta o già letta”.
La mostra, curata da Friedhelm Hütte e dalla curatrice indipendente Marie Muracciole,
dopo il successo ottenuto al Guggenheim di Berlino, al WIELS di Bruxelles, al
Renaissance Society di Chicago e all’Ikon Gallery di Birmingham, sarà al MACRO dal
20 settembre all’11 novembre 2012 con un allestimento ripensato per gli spazi del
museo, per proseguire al Fotomuseum Winterthur di Zurigo.
Il titolo della mostra RIFFS ha molteplici riferimenti: Riffs richiama le montagne del
Rif, situate nel Marocco settentrionale, dove nel 1921 ebbe luogo una rivolta storica.
Inoltre ricorda il cinema Le Rif, sede della Cinémathèque de Tanger, di cui l’artista è
fondatore e direttore. Ma prima di tutto il titolo della mostra riprende il termine “riff”,
una frase musicale che si ripete frequentemente all’interno di una composizione,
concetto che ispira l’artista nella presentazione delle sue opere e nell’allestimento
della mostra.
Le opere di Yto Barrada hanno come frame la sua città, Tangeri, fortemente
trasformata in seguito agli Accordi di Schengen del 1991, di cui l’artista analizza sia il
passato che l’attualità.
“L’artista indaga le versioni dimenticate della storia, il mondo dietro le quinte e le zone
d’ombra dell’evoluzione del suo paese. La gente comune, i quartieri e i luoghi della
vita di tutti i giorni giocano un ruolo fondamentale davanti all'obiettivo dell’artista che
esplora anche gli stereotipi delle visioni dei turisti. Yto Barrada combina le strategie
dell’approccio documentaristico con un uso quasi meditativo delle immagini per
raccontare quello che oggi è il Nord Africa fra spostamenti di confini culturali,
economici e politici”, commenta Marie Muracciole.
La mostra al MACRO, che inaugura in concomitanza con FOTOGRAFIA Festival
Internazionale di Roma, comprende fotografie, installazioni e video, e sarà
accompagnata da un programma di proiezioni di film della Cinémathèque de Tanger
presso la sala cinema del MACRO.
La Cinémathèque, nata nel 2003 come un’associazione non-profit, è una realtà
culturale prima nel suo genere in Nord Africa. La sua missione è quella di sviluppare la
cultura cinematografica in Marocco attraverso la promozione del cinema mondiale e
del cinema marocchino, la produzione di documentari, film, video d’artista e cinema
sperimentale, con una particolare attenzione alle attività pedagogiche e alla
promozione del dialogo tra i professionisti del settore.
Yto Barrada sarà inoltre presente all’interno di FOTOGRAFIA - Festival Internazionale
di Roma con alcune sue opere nella mostra “Work” a cura di Marco Delogu, che
riunisce intorno al tema del Festival i lavori di grandi fotografi come Roger Ballen,
Claire Chevrier, Raphaël Dallaporta, Joseph Koudelka, Chris Killip, Fosco Maraini,
Edgar Martins, Nina Poppe, Simon Roberts, Lars Tunbjörk e Florian van Roekel.
Si ringrazia l’Accademia di Francia a Roma - Villa Medici per la collaborazione.
Biografia
Yto Barrada nasce a Parigi nel 1971 e cresce a Tangeri in Marocco. Studia Storia e
Scienze Politiche alla Sorbona di Parigi e, successivamente, Fotografia all’International
Centre of Photography (New York). Tra le sue mostre si elencano Witte de With Center
for Contemporary Art (Rotterdam), Haus der Kunst (Munich), SFMoMA (San
Francisco), Tate Modern (Londra), MoMA (New York), nel 2007 e nel 2011 La Biennale
di Venezia. Nel 2011 è stata nominata ‘Deutsche Bank’s Artist of the Year’, con una
personale al Deutsche Guggenheim (Berlino). Una monografia sul lavoro di Yto
Barrada sarà pubblicata da JRP Ringier. Yto Barrada è fondatore e direttore della
Cinémathèque de Tanger.
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Anders Petersen
Rome, a diary 2012
a cura di Marco Delogu
Dal 20 settembre – 28 ottobre 2012
Project Room 2
Fra le molteplici attività promosse dal MACRO e da FOTOGRAFIA - Festival
Internazionale di Roma c’è il programma di residenze al museo specificamente
dedicato alla fotografia. Il primo invitato è stato lo svedese Anders Petersen che
quest’anno durante il mese di luglio è tornato a lavorare sulla città di Roma, dopo
sette anni dalla sua Commissione Roma, progetto che il Festival affida ogni anno a
un fotografo internazionale per la realizzazione di un ritratto della città.
Il diario fotografico realizzato da Petersen confluisce nella mostra Rome, a diary
2012 - a cura di Marco Delogu e in programma al MACRO, nell’ambito del Festival,
dal 21 settembre al 28 ottobre 2012 - che include dieci immagini inedite del
diario del 2005 e trenta fotografie realizzate durante l’ultima residenza.
In quest’ultimo soggiorno romano Petersen rivela un animo ancora più sentimentale
che lo porta a perlustrare la città alla ricerca di espressioni, momenti, simboli,
situazioni legati alla vita di coppia e familiare. Il fotografo trae ispirazione dalla sua
compagna Julia, a cui è molto legato, che gli fornisce il leitmotiv che si cela dietro ogni
suo scatto.
Infatti tutto nasce dai ritratti di Julia - che lo segue per una settimana durante il suo
soggiorno romano - e continua in un mondo dove il tempo si ferma e la città si adagia,
la Roma che il fotografo e la compagna hanno trovato molti anni fa in un loro viaggio
post-adolescenziale: le vecchie macchine, i monumenti trascurati dai turisti, lo zoo, gli
animali, i manifesti, la Ostia di sempre, i bar e l’incontro di moltissime altre persone.
Petersen esplora Roma anche in solitudine. Torna sui luoghi dell’inverno 2005, nel bar
di piazza Vittorio, dagli stessi avventori e amici. Entra nelle case cercando facce, corpi
e tatuaggi fotografati con la piccola macchina perché, come lui stesso afferma, “non
voglio apparire un fotografo, non voglio mettere quella barriera”.
La fotografia di Anders Petersen è caratterizzata dall’uso del bianco e nero
contrastato, dal forte rapporto tra il soggetto e il fotografo: la relazione, il dispiegarsi
della realtà attraverso una singola fotografia. Le sue stesse parole ben descrivono
questo processo: “per me, è l’incontro che conta, le immagini sono molto meno
importanti“. La fotografia di Anders Petersen è totalmente dedita all’essere umano,
all'enigma che lo accompagna, alla solitudine e alla forza del sentimento.
Si ringraziano Fotoforniture Guido Sabatini e Hahnemühle FineArt.
Note biografiche
Anders Petersen è nato nel 1944 a Stoccolma, in Svezia. Studia fotografia con Christer
Stromholm presso la scuola di fotografia di Stoccolma. Nel 1967 inizia a fotografare le notti di
prostitute, travestiti, ubriachi, amanti e tossicodipendenti in un bar di Amburgo chiamato Café
Lehmitz. Il progetto dura tre anni e dà vita a un libro, pubblicato otto anni dopo in Germania e
considerato fondamentale nella storia della fotografia europea.
Eletto “fotografo dell’anno” a Les Rencontres d'Arles nel 2003, Petersen insegna presso la
scuola di Christer Stromholm e diventa direttore della Scuola di Fotografia e Cinema di
Göteborg.
L’artista prosegue la sua indagine nelle carceri, nei manicomi e nelle case per anziani. Per un
lungo periodo vive in una prigione di massima sicurezza dove realizza le fotografie del libro
Fangelse (Norstedt, 1984). Nel 2005 FOTOGRAFIA - Festival Internazionale di Roma lo sceglie
per la Commissione Roma, progetto che il Festival affida ogni anno a un fotografo di fama
internazionale per la realizzazione di un ritratto della città, in totale libertà interpretativa.
Nasce così Rome, a diary 2012, un diario di luoghi e personaggi alienati, isolati dal contesto e
non facilmente riconducili all’immagine convenzionale della Capitale. La forma del diario per
immagini, destabilizzanti e violente, torna anche nel 2009 con Dear Diary (Gun Gallery, 2009)
e in City Diary (Steidl, 2011).
Costanti sono, negli anni, i riconoscimenti internazionali e nel 2010 è anche giudice del BMW
Prize a Paris Photo.
Immagine: Anders Petersen
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Inaugurazione: 19 settembre 2012 ore 19.00
Museo d'Arte Contemporanea Roma - MACRO
via Reggio Emilia, 54, Roma
11.00—19.00 da martedì a domenica, (19.00—21.00 libero accesso agli spazi non espositivi), 11.00—22.00 sabato
(la biglietteria chiude 30 minuti prima)
Biglietti: intero € 8,50, ridotto € 6,50