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Fausto Falchi / Dan Perjovschi
dal 19/9/2012 al 9/11/2012
mar-ven 11-19.30, sab 14-19.30

Segnalato da

Kaufmann Repetto



approfondimenti

Fausto Falchi
Dan Perjovschi



 
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19/9/2012

Fausto Falchi / Dan Perjovschi

Kaufmann Repetto, Milano

La ricerca artistica di Falchi rivela un interesse per gli elementi del reale, soprattutto per cio' che fa riferimento al lavoro umano, al suo rapporto con la tecnologia e con l'organizzazione capitalistica. Dan Perjovschi con 'Good News, Bad News, No News' presenta un'installazione site-specific.


comunicato stampa

Fausto Falchi
Ode an die Freude

La ricerca artistica di Fausto Falchi rivela un interesse per gli elementi del reale, soprattutto per ciò che fa riferimento al lavoro umano, al suo rapporto con la tecnologia e alle implicazioni e trasformazioni che l’organizzazione capitalistica del lavoro ha prodotto e continua a produrre sul tessuto economico e sociale. Oggetti e strumenti di lavoro, apparecchi e materiali di derivazione industriale vengono decostruiti e riassemblati innescando processi di costruzione di senso che riflettono sulla natura sociale del lavoro e delle attività umane. La pratica di Fausto Falchi è incentrata su aspetti di problematicità propri del rapporto uomo-macchina e sulle implicazioni sociologiche della moderna divisione del lavoro. Attraverso un’analisi dei contesti politici, Falchi si concentra poi sui processi di produzione del dissenso e sulle forme di lotta elaborate entro i movimenti per i diritti dei lavoratori degli anni sessanta e settanta.

Decostruendo apparecchi obsoleti e riutilizzandone le singole componenti, l’artista conforma processi che ne riorganizzano il significato: una ricollocazione che, oltre ad essere una critica al loro ruolo ideale nell’ambito del moderno ciclo di produzione, rende necessario un ripensamento continuo circa la loro utilità. Ferro, alluminio ed acciaio, animati dalla tecnologia Arduino, divengono gli elementi di una dialettica che, generando una riflessione circa alcune delle pagine più significative della storia sociale, produce una peculiare pratica narrativa. Ciò che emerge è una serie di incongruenze, che palesano una discontinuità nelle ricostruzioni storiche, e generano una riflessione circa la sostenibilità dei postulati neo-liberal e l’effetto che questi hanno sulle masse di lavoratori. Attraverso il processo di decostruzione e riassemblaggio le componenti sono continuamente messe alla prova, subendo aggiustamenti che ne condizionano le capacità meccaniche con lo scopo di sperimentarne le possibilità adattive. Le macchine che risultano da questo processo non hanno mai una completa autonomia, esse necessitano di una cura continua che le mette in una condizione di dipendenza verso l’artista. In Ode an die Freude (2012), una bandiera dell’Unione europea sfida una linea di fiamme movimentate dalle onde sonore risultanti da un’esecuzione sperimentale del Tubo di Rubens.

La riproduzione audio del quarto movimento della Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven genera la visualizzazione delle onde grazie ad uno speaker montato all’estremità del tubo perforato e alimentato a propano. Il tessuto, realizzato per resistere alle fiamme attraverso un processo di riduzione della classe di reazione al fuoco, subisce gli impulsi incendiari ottenuti per la prima volta dal fisico tedesco Heinrich Rubens nel 1905. La linea delle fiamme risponde agli impulsi del brano originariamente composto da Friedrich von Schiller, ispirato ai sentimenti di gioia e fratellanza universale poi adottato come inno ufficiale dall’Unione Europea: l’effetto visivo è un’alternarsi di picchi e discese che rimandano all’instabilità dei mercati finanziari, oggi al centro dell’attenzione per la loro capacità di destabilizzare gli equilibri economici mondiali, mettendo a dura prova la tenuta del progetto economico europeo.

Il dramma inscenato da Ode an die Freude porta al limite estremo la durabilità del tessuto, simbolo di un organo istituzionale che tiene insieme le parti di un tutto violentemente esposto alle speculazioni e agli assalti di un capitalismo vorace e parassitario. Ogni possibile soluzione è ancora di là da venire.
Pasquale Nunziata

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Dan Perjovschi
Good news, bad news, no news

kaufmann repetto è lieta di annunciare Good News, Bad News, No News, la prima mostra personale di Dan Perjovschi in galleria.

Per questa occasione l’artista realizza una monumentale installazione site-specific che ricalca i paradigmi della sua ricerca pluriennale. Le pareti che cingono gli spazi della galleria vengono interamente rivestite con pagine di quotidiani di diversa provenienza, su cui Dan Perjovschi interviene direttamente, dando forma a una moltitudine di disegni tracciati con un pennarello nero, uno dei tratti più rappresentativi della sua opera.

Nella mostra appare uno degli elementi che più ha contribuito ad informare la poetica dell'artista: il giornale. Infatti fin dall’inizio degli anni ‘90, Dan Perjovschi collabora con Revista 22, la prima pubblicazione indipendente realizzata in Romania a seguito della caduta del regime comunista, votata a risvegliare le coscienze brutalmente assopite dalla dittatura. Revista 22 costituisce, per l'artista, uno spazio di confronto con l'attualità in tempo reale, nonché la possibilità di inserire il proprio lavoro in canali di propagazione non legati al sistema dell'arte. All'interno della pratica di Dan Perjovschi, la carta stampata viene assimilata così ad uno spazio pubblico destinato all’arte, spazio in cui poter liberamente dare forma al proprio pensiero dopo il lungo silenzio dettato dalla censura del Regime. L’esperienza intrapresa a stretto contatto con la neonata editoria indipendente ha quindi catalizzato quel processo di sintesi che, a partire dagli anni ‘80, aveva allontanato progressivamente Dan Perjovschi dalla pittura, per indirizzarlo verso il disegno e la vignetta umoristica. Nel disegno l’artista riconosce infatti uno strumento più diretto ed efficace attraverso cui veicolare una posizione di critica rispetto ad alcuni degli aspetti più controversi della società contemporanea, dagli interessi nevralgici che determinano le scelte di politica economica internazionale alle dinamiche che regolano il sistema dell’arte contemporanea.

Le installazioni, che negli anni l’artista ha realizzato nell'ambito di numerose istituzioni internazionali, si compongono di uno sciame di vignette in cui immagini e testi confluiscono indissolubilmente in un unico flusso di coscienza. Nei disegni di Dan Perjovschi, la molteplicità di informazioni a cui siamo quotidianamente esposti e che a malapena riusciamo a rielaborare consciamente, viene analizzata attraverso un'acuta coscienza critica e uno spirito umoristico e dissacratore, generando così sorprendenti spazi di riflessione. Nella realizzazione di questi lavori la trasposizione dal pensiero al disegno scaturisce da un processo che assimila l’atto creativo ad una azione di natura pubblica e performativa.

Partendo dagli sviluppi economici e sociali che caratterizzano il nostro presente, Good News, Bad News, No News costituisce un commentario del tempo attuale: attraverso un linguaggio ironico e pungente, Dan Perjovschi ci restituisce un imponente spaccato della nostra società, un ritratto capace di mettere a nudo le contraddizioni e i paradossi che caratterizzano il vivere contemporaneo in un contesto di progressiva globalizzazione economica e culturale.

Opening 20 settembre, h 19.00

Kaufmann Repetto
Via di porta Tenaglia 7 20121 Milano
Martedì - Venerdì 11.00/19.30 Sabato 14.00/19.30
Lunedì su appuntamento

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