There's tears - Middle Temple. Echakhch introduce nel suo lavoro 'memorie culturali' che rivelano rapporti complicati. Rothschild crea sculture e oggetti caratterizzati da un'estetica in bilico tra austerita' minimalista e offerta votiva.
Latifa Echakhch
there’s tears
Nel lavoro di Latifa Echakhch l’inchiostro appare in forme diverse: solidificato in cappelli che sembrano abbandonati, assorbito
da grandi tele grezze fino a formare dei paesaggi, colato sui vetri di un museo.
La capacità dell’inchiostro di veicolare un messaggio viene sostituita da un’espressività non verbale, ma non per questo meno
potente.
La mostra di Latifa Echakhch negli spazi della galleria appare come un disegno sobrio e fuori scala, dove gli umori e i messaggi
sono modulati in due serie di lavori apparentemente antitetiche. I due gruppi di opere intrecciano la realtà storica e concreta
alla rappresentazione, traghettando la memoria in una dimensione atemporale.
there’s tears consiste in una serie di tele ricoperte da carta di giornale resa illeggibile. Come spesso accade nel lavoro di Latifa
Echackhch, la neutralità di un approccio apparentemente minimale viene fatta implodere attraverso il semplice uso di oggetti
dalla forte carica socio-culturale.
L’atto della cancellazione e l’eliminazione del messaggio stampato appare come una reazione ai dolorosi contenuti dei giornali.
Attraverso un gesto insieme poetico e concettuale, le tele diventano finestre che incorniciano la realtà, una realtà non
più controllata dalla ragione, e per questo tragicamente cruda. La perdita di significato si trasforma in un sentimento di lutto.
A fare da controcanto ai lavori su tela - che possono essere intesi come una rielaborazione in quadricromia della tecnica
dell’acquarello - sono dei solidi gruppi di nuvole nere appese al soffitto, calati fino quasi a toccare il pavimento. Le nuvole
appaiono come i resti di una performance teatrale, le vestigia abbandonate di una rappresentazione all’apparenza innocente.
Allo stesso tempo, la posizione delle nuvole e il colore introducono un sentimento opposto, evocando un senso di perdita e
minaccia imminente.
Nella mostra di Latifa Echakhch, sovversione e lutto sono intrecciati con la memoria e un senso di speranza, rispecchiando la
complessità della vita e la sua inevitabile ambivalenza.
Nata a El Khnansa, Marocco (1974) ma cresciuta in Francia, Latifa Echakhch vive e lavora a Martigny, Svizzera.
Vincitrice dello Zurich Art Prize nel 2015, fra le mostre personali di Latifa Echakhch ricordiamo: Lentos Kunstmuseum Linz,
Linz (2015); Centre Pompidou, Parigi (2014) (Prix Marcel Duchamp 2013); Cabinet of Curiosities, Dommuseum, Salisburgo
(2014); Hammer Museum, Los Angeles (2013) a cura di Anne Ellegood; Musée d’Art contemporain, Lione (2013); Kunsthaus
Zürich, Zurigo (2012) a cura di Mirjam Varadinis; Columbus Museum of Art, Columbus, Ohio (2012) a cura di Lisa Dent;
Portikus, Francoforte (2012); Kunstmuseen, Krefeld (2011); Fondation Louis Moret, Martigny (2011); FRAC ChampagneArdenne,
Reims (2010) a cura di Florence Derieux; GAMeC, Bergamo (2010) a cura di Alessandro Rabottini; MACBA, Barcellona
(2010) a cura di Bartomeu Mari; Fri Art, Fribourg (2010) a cura di Corinne Charpentier; Kunsthalle Fridericianum, Kassel
(2009) a cura di Rein Wolfs; Bielefelder Kunstverein, Bielefeld (2009); Swiss Institue, New York (2009); Tate Modern, London
(2008); NorrlandsOperan, Umea (2008).
Tra le sue mostre collettive ricordiamo: Swiss Institute, New York (2015); Palazzo Grassi, Venezia (2014) a cura di Caroline
Bourgeois; 11th Sharjah Binnial, Sharjah (2013) a cura di Yuko Hasegawa; MoMA PS1, New York (2013); Kunsthalle Basel,
Basilea (2012) a cura di Adam Szymczyk; 18th Sydney Biennial, Sydney (2012) a cura di Catherine de Zegher e Gerald McMaster;
54th Venice Biennale, Venezia (2011) a cura di Bice Curiger; 10th Biennial of contemporary Art, Lyon (2009) a cura di
Hou Hanru; Manifesta 7, Bolzano (2008).
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Eva Rothschild
Middle Temple
Eva Rothschild crea sculture e oggetti bidimensionali la cui estetica sembra essere in bilico tra austerità minimalista e offerta
votiva. L’artista sperimenta un’ampia gamma di materiali, che variano da perline di vetro a cuoio, legno, acciaio e alluminio,
elaborando un vocabolario scultoreo diversificato. Il suo lavoro affonda le proprie radici nelle esperienze artistiche degli anni
60’ e 70’, ed e’ spesso in una personale relazione con il Minimalismo.
L’ibrido linguaggio di Eva Rothschild offre differenti possibili interpretazioni: nelle sue opere il significato è attivato dalla
relazione dinamica tra l’oggetto e l’occhio di chi osserva.
Per il suo nuovo progetto in galleria, Eva Rothschild crea una struttura modulare in alluminio, intitolata Middle Temple. La
scultura è concepita come due coppie di schermi, che mimano la forma di un computer portatile aperto, uno degli oggetti
contemporanei più diffusi. Posizionati al centro del cortile, gli schermi interrompono uno la presenza dell’altro, creando uno
spazio interno aperto ma complesso. La sezione centrale di ogni schermo è attraversata da generiche forme geometriche, i cui
lati interni sono dipinti in tre colori ricorrenti nel lavoro dell’artista, che confondono l’occhio nell’atto di esplorare la struttura.
Eva Rothschild affronta e mette in discussione l’idea di oggetto, le proiezioni ad esso associato provenienti dalla nostra esperienza
e la nostra relazione con l’oggetto stesso. Middle Temple, con i suoi spazi interiori, crea un nuovo ambiente che convive
con lo spazio esterno della galleria, includendolo.
L’artista è interessata a come gli oggetti sono feticizzati e caricati di significato e forza, eccedendo la loro realtà materiale.
Eva
Rothschild afferma: “Sono interessata alle modalità di osservazione associate al concetto di fede, e a come gli oggetti sono
investiti di un potere superiore che va oltre la loro materialità e che trasferisce la spiritualità sull’oggetto”.
Eva Rothschild nasce a Dublino (1971), al momento vive e lavora a Londra.
Fra le sue mostre personali ricordiamo: Dublin City Gallery, The Hugh Lane, Dublino (2014); New Art Centre, Roche Court,
Salisburgo (2013); Whitechapel Gallery, Londra (2012); Kunstverein Hannover, Hannover (2011); The Hepworth Wakefield,
Wakefield, Inghilterra (2011); Public Art Found, Doris C. Friedman Plaza, New York (2011); La Conservera: centro de arte
contemporanea, Murcia, Spagna (2009).
Fra le sue mostre collettive ricordiamo: KIOSK, Ghent (2015); 19th Biennale of Sydney, Sydney (2014); Henie Onstad Kunstsenter,
Oslo (2014); Witte de With, Rotterdam (2011); Dallas Museum of Art, Dallas (2010); Henry Moore Institute, Leeds
(2010); Tate St. Ives, St. Ives (2009); The New Museum, New York a cura di Richard Flood, Laura Hoptman e Massimiliano
Gioni (2007); CCA Wattis Instituite for Contemporary Art, San Francisco (2006); New British Art Tate Triennial, Tate Britain,
Londra (2006).
Inaugurazione 28 aprile
Kaufmann Repetto
via di Porta Tenaglia, 7 Milano
mar - sab 11-19.30
ingresso libero