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Il Pathos delle forme
dal 27/9/2012 al 17/11/2012
mar-sab 10-13 e 16-20

Segnalato da

Warburghiana




 
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27/9/2012

Il Pathos delle forme

Galleria Milano, Milano

Rifacendosi alla teoria di Warburg sul Pathosformeln, il collettivo propone una indagine dei sentimenti nel tempo, dei contenuti emotivi e affettivi, attraverso le formule che le incarnano, i gesti e le espressioni, approdando al concetto di Formelnpathos.


comunicato stampa

Dopo essersi rifatto a Warburg e alle interpretazioni recenti del suo lavoro in termini di montaggio, di utilizzo dei materiali più disparati fatti interagire per accostamento e rimando, come avviene sia nella nostra mente che nella Rete e come Warburghiana ha proposto in forma di “concerti sinottici” e di “desktop”, il gruppo, composto da Aurelio Andrighetto, Dario Bellini, Gianluca Codeghini e Elio Grazioli, passa in questa occasione ad una nuova proposta.

Se l’altro portato più importante e noto di Warburg è quello delle “Pathosformeln”, cioè della sopravvivenza dei sentimenti nel tempo, dei contenuti emotivi e affettivi, attraverso le formule che le incarnano, i gesti e le espressioni, all’arte e alla Warburghiana sembra più pertinente parlare di qualcosa che potrebbe essere chiamato allora “Formelnpathos”, se il termine tedesco è possibile, comunque di un pathos, o meglio, di una sensibilità per le forme.

L’arte è in effetti il dar forma a dei contenuti, non solo, ma una forma così forte che diventa tanto inseparabile dal suo contenuto da diventare “indicativa”, cioè insieme memorabile e modello di comportamento. Guardate i turisti che assumono le posizioni dei personaggi delle statue o il reale che imita, come si suol dire, l’arte. Sono segni della potenza della forma.

Ma la sensibilità per le forme, è chiaro, è anche e soprattutto un modo di stare dentro l’arte, di confrontarsi e distinguersi dagli altri. In un contesto in cui in arte brillano i contenuti per la loro enormità, per la loro pretesa di indicare questioni che l’arte non può gestire, e mostrerebbe il suo fallimento proprio se dovesse farlo, Warburghiana insiste che il ruolo dell’arte è quello delle forme, non perché esse si applicano a qualsiasi contenuto, ma perché esse stesse selezionano e danno vita ai contenuti reali.

Dopo aver già mostrato nel “tavolo”, nel “montaggio” stesso, e ancora nell’“indicare” e nella “sospensione”, così come nell'invito e nell'estensione delle collaborazioni, nelle pubblicazioni cartacee, negli elenchi e nei programmi di sala, e in tutte queste modalità proposto e praticato altrettante forme tra loro legate, del proprio Atlante delle forme,Warburghiana affronta direttamente la questione in una esposizione ad hoc.

Inaugurazione: giovedì 27 Settembre, ore 18.30

GalleriaMilano
via Manin, 13/ via Turati, 14 Milano
Orario: mar-sab 10-13 e 16- 20
Ingresso gratuito

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