Un viaggio nell'immaginario poetico. Attraverso le sue opere l'artista fa ordine nel 'casellario della memoria', proponendo immagini suggestive e ricordi astratti.
A cura di Teo De Palma
«Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi»
Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto
Nella sua giovane carriera, Paolo Bini ha fatto tesoro delle esperienze acquisite, le ha interiorizzate e le mette adesso a disposizione dello spettatore, al quale chiede di intraprendere con lui un rinnovato viaggio artistico.
La tela è da sempre un luogo dove far confluire pensieri e memorie, dove le immagini della veglia notturna si danno per accenni all'osservatore. Se fino a ieri i ricordi si materializzavano per tocchi astratti, fatti di colori stesi con ampie pennellate, adesso l'artista fa ordine in quel “casellario della memoria”, protagonista di una mostra senese del 2008, e offre allo spettatore una visione più nitida delle cose o, per meglio dire, più consapevole.
Il naufragio è forse l'esempio migliore di questa evoluzione: persistono i caratteri che contraddistinguono da sempre la sua pittura ma si fa largo già dal titolo una storia che si ha voglia di rendere comune. Le ampie dimensioni del supporto permettono al racconto di svilupparsi distesamente, l'occhio riesce a cogliere il mare ancora agitato, il cielo coperto e una spiaggia, miraggio lontano di un viandante.
Proprio da quella spiaggia riparte il viaggio maturo di Bini, che accompagna lo sguardo tra i colori di un Mediterraneo nascosto, Lefkada, Lichnos. Egli li esperisce a pieno, indaga gli angoli più remoti, e li dona allo spettatore al quale non si chiede uno sforzo di riconoscimento bensì il desiderio di abbandonarsi in quel paesaggio per rivivere mentalmente il percorso dell'artista, e riconoscervisi, infine, con accenti del tutto personali.
Sono luoghi anche le carte, territorio vergine dove è consentita la sperimentazione, a partire dal colore, mai lasciato al caso: “Il magenta -afferma Bini- è una novità che mi suggerisce ulteriori sentieri da percorrere. Mi affascina, in più riserva una forte sensualità”. E accanto alle tonalità più intense del rosa, risalta la forza dei gialli e del verde acido, la severità del grigio, e il bianco che dona respiro all'intera composizione.
Nei Notturni il viaggio si arresta: è il momento della riflessione e dello studio, materiali diversi si mescolano sulla tela: le carte applicate creano sovrapposizioni, ossidi e mica si affiancano al colore per un effetto materico che troverà la sua compostezza alla luce del giorno.
Attraverso la pittura Bini si rapporta con lo spazio e ci regala la sua visione. All'alba il cammino riprende con nuovi occhi, quelli che Proust augurava al viaggiatore.
Inaugurazione: 29 Settembre, ore 18
Centro Grafico Francescano
Via Manfredonia (I traversa) Foggia
Ingresso gratuito