George Maciunas
George Brecht
Nam June Paik
Alison Knowles
Charlotte Moorman
Takako Saito
Mieko Shiomi
Yoko Ono
Joe Jones
John Cage
Ben Vautier
La Monte Young
Jackson Mac Low
Robert Filliou
Ben Patterson
Dick Higgins
Robert Watts
Carolee Schneemann
Shigeko Kubota
Simone Forti
Anna Halprin
Philip Corner
Giuseppe Chiari
Henry Flynt
Ay-O
Eric Andersen
Geoffrey Hendricks
Milan Knizak
Al Hansen
Alice Hutchins
Elena Zanichelli
Luigi Bonotto
Federica Boragina
Silvia Cavalchi
Rosanna Chiessi
Federica Franceschini
Gianni Emilio Simonetti
Eventi Partiture Performance 1962-2012. La mostra racconta la storia e la filosofia Fluxus attraverso due percorsi tematici: da un lato l'aspetto (proto)concettuale del fenomeno che prese corpo nei concerti, dall'altro le opere di artiste che indagarono nuovi concetti di identita' considerando il ruolo e pertanto l'immagine femminile come prodotti dalla realta' sociale e culturale.
A Fluxus parteciparono, come raramente accade nella storia dell’arte, diverse donne, artiste provenienti da luoghi e percorsi disparati - Yōko Ono, Charlotte Moorman, Alison Knowles, Shigeko Kubota, Takako Saito, Mieko (Chieko) Shiomi - oltre a figure che incrociarono Fluxus nel corso di un cammino artistico e teorico individuale, come Kate Millet, femminista ed attivista, Simone Forti e Carolee Schneemann attive al Judson Dance Theater di New York all’inizio degli anni Sessanta.
Ed è proprio da questa angolazione, ampliata ad una ricostruzione genealogica dell'intero percorso artistico, che la mostra Women in Fluxus & Other Experimental Tales - promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia dal 10 novembre al 10 febbraio - intende raccontare la storia e la filosofia Fluxus. Due saranno i percorsi tematici di lettura proposti dall'esposizione: da un lato l’aspetto (proto)concettuale del fenomeno sperimentale, già implicito nel termine ‘Concept Art’ coniato da Henry Flynt che prese corpo nei concerti di Musica Antiqua et Nova (s)coordinati da George Maciunas nella AG Gallery (New York, 1961); dall’altro, la selezione di opere di artiste che indaga(ro)no, parallelamente all‘implicita critica al sistema dell’arte, nuovi concetti di identità considerando il ruolo e pertanto l’immagine femminile come prodotti dalla realtà sociale e culturale – identità non più solo scritte, ma anche scriventi, in senso linguistico e performativo.
Tra le molte mostre che in Europa ma anche in Asia e in America del Nord sono dedicate a Fluxus nel cinquantesimo della sua nascita ufficiale (al festival di Wiesbaden nel 1962) e in occasione del centenario della nascita di John Cage (Los Angeles 1912 – New York 1992), questa di Reggio Emilia riveste quindi un carattere di autonomia e novità. “È una mostra che proprio qui ha la sua ragione d’essere”, chiarisce la Presidente della Fondazione Palazzo Magnani Avde Iris Giglioli. “In questo territorio, infatti, tra Reggio Emilia e Cavriago, ebbe vita per un ventennio uno dei poli del gruppo, intorno all'attività editoriale e di organizzazione di eventi Pari&Dispari di Rosanna Chiessi. Qui arrivano tutti i grandi protagonisti europei di Fluxus, proponendo, all’insegna di Tutto è arte, azioni dirompenti che restano ancora ben vive nei racconti di paese. E, per sottolineare il taglio critico scelto dalla mostra di Palazzo Magnani, non a caso a guidare a Cavriago questa colonia di artisti e intellettuali è stata una donna Rosanna Chiessi”.
Caratterizzate da un atteggiamento anti-artistico e di rivolta, non è un caso che le serate Fluxus a New York, in Giappone ed in Europa vedano protagonisti una serie di eventi definiti neodadaisti: concerti collettivi e performance brevi quanto semplici, dissacranti quanto divertenti. Già il fatto che nei decenni successivi al 1961-2 si sarebbe spesso discusso intorno alla fatidica domanda su chi o cosa sia (stato) Fluxus, letto a posteriori, è alquanto sintomatico dell’anti-poetica fluxista. Profondamente guidato da principi antielitari, volti ad instaurare una relazione con la realtà sociale e quotidiana, Fluxus si oppose così fortemente ai fenomeni di mercificazione dell’arte nella società capitalista del dopoguerra da arrivare a ribaltarne completamente la definizione stessa: attraverso la presentazione di azioni, materiali ed eventi normalmente considerati comuni, banali, di routine quotidiana; ma anche attraverso una concezione aperta e collettiva sia della produzione che della distribuzione artistica, in opposizione alla concezione dell’atto creativo quale prodotto di un genio individuale (e virile).
Negli anni Settanta anche Reggio Emilia, come già ricordato, è stata teatro di questa esperienza così importante per quel cambio paradigmatico ed interdisciplinare dei linguaggi e delle forme creative, in particolare attraverso l’apporto di Rosanna Chiessi.
Nella mostra Women in Fluxus & Other Experimental Tales di Palazzo Magnani verranno presentate, oltre ad opere scelte di singole artiste, documentazioni di eventi e spartiti (Event Scores), riprese video, fotografie, dischi, oggetti, documenti cartacei, Fluxus Yearboxes e altri avvincenti materiali relativi alle serate Fluxus.
Le opere scelte provengono dalle più importanti collezioni italiane e intendono ripercorrere quell’incredibile momento d’interdisciplinarietà come indisciplinarietà programmatica, che Dick Higgins chiamò Intermedia, e che scrisse parte della storia dell’arte contemporanea, anche a Reggio Emilia. Si tratterà, infine, di una genealogia aperta allo sconfinamento nella realtà dei visitatori e visitatrici, invitati a partecipare attivamente alla visita, come nella filosofia di Fluxus. Tra gli autori delle oltre 200 opere in mostra: George Maciunas, George Brecht, Nam June Paik, Alison Knowles, Charlotte Moorman, Takako Saito, Mieko Shiomi, Yoko Ono, Joe Jones, John Cage, Ben Vautier, La Monte Young, Jackson Mac Low, Robert Filliou, Ben Patterson, Dick Higgins, Robert Watts, Carolee Schneemann, Shigeko Kubota, Simone Forti, Anna Halprin, Philip Corner, Giuseppe Chiari, Henry Flynt, Ay-O, Eric Andersen, Geoffrey Hendricks, Milan Knížák, Al Hansen, Alice Hutchins e altri ancora.
La mostra è frutto di un progetto prodotto e promosso dalla Fondazione Palazzo Magnani in collaborazione con Archivio Bonotto e Archivio Pari&Dispari di Reggio Emilia, con la partecipazione della Provincia di Reggio Emilia, Fondazione Pietro Manodori, Camera di Commercio di Reggio Emilia e con il contributo di CCPL, Landi Renzo spa, Check-up Service, Unicredit Banca, Oscar Galleria Cavour, Marco Mazzali design.
La mostra è realizzata dal Comitato scientifico e organizzativo coordinato da Elena Zanichelli e composto da Luigi Bonotto, Federica Boragina, Silvia Cavalchi, Rosanna Chiessi, Federica Franceschini, Gianni-Emilio Simonetti.
Immagine: Nam Iune Paik/Charlotte Moorman, Human Cello. John Cage's "26'1.1499" for a String Player 1965, Performance realised at Café au Go Go, New York, 1965 © photo by P. Moore
Ufficio Stampa nazionale
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo Tel. 049.663499 info@studioesseci.net
Ufficio Stampa Fondazione Palazzo Magnani
Federica Franceschini Tel. 0522.444408 f.franceschini@palazzomagnani.it
Vernice per la Stampa Venerdì 9 novembre, ore 11.30
Palazzo Magnani
corso Garibaldi, 29 Reggio Emilia
Orari: dal martedì al venerdì 10.00 -13.00 / 15.30 - 19.00
Sabato, Domenica e Festivi 10.00 - 19.00
Chiuso lunedì
Ingressi: Intero 9 €; Ridotto 7 €; Studenti 4 €
Visite Guidate
per gruppi fino a 20 persone: 60,00 euro + ingresso ridotto
per gruppi fino massimo 40 persone: 3,00 a persona + ingresso ridotto
per classi di studenti: 1,00 euro + ingresso studenti
visita guidata in lingua: 100 euro + ingresso ridotto
Visite guidate in programma:
ogni sabato e domenica ore 16.00
(3,00 euro + ingresso ridotto - necessaria la prenotazione)
Visite riservate ed eventi in mostra:
Per Associazioni, gruppi ed aziende è possibile prenotare visite riservate alla mostra