Volti. Due artisti a confronto che si interrogano vicendevolmente sul significato del volto in pittura. Riviere rende omaggio al compositore veneziano Luigi Nono, Calcagno lavora sul recupero della memoria.
In occasione dell'ottava giornata del contemporaneo promossa da AMACI, la Galleria Calcagno è lieta di presentare la sua prossima esposizione. Due gli artisti a confronto: Alain Rivière e Françoise Calcagno, che si interrogano vicendevolmente sul significato del volto.
Le pitture proposta da Alain Rivière fanno parte della serie 24 Volti per Luigi Nono: un omaggio al grande compositore veneziano, la cui opera ha molto colpito ed influenzato l'artista.
Questa serie è una nuova tappa della ricerca pittorica sulla testa, e in particolare sul viso, che Alain Rivière ha intrapreso da diversi anni. Fin dalle sue prime opere infatti l'artista si è interrogato sul ritratto, inteso come un campo di ricerca tutt'altro che esaurito, con tante altre cose da rivelarci. A partire da questa riflessione, Alain Rivière ha improntato il suo lavoro sul dipingere i legami, le rotture, i rapporti di confronto tra il mondo esterno – i visi visibili – e il mondo interiore – tutto ciò che è nella testa. Seguendo questo approccio, si è astenuto dal ritrarre persone particolari: i suoi visi sono anonimi e fanno parte di presenze primitive, denudate delle caratteristiche proprie, che tuttavia non impediscono l'emergere di espressioni forti.
In questo quadro di ricerca, corpo e mente sono in costante relazione: l'esterno (i contorni, le forme, le aperture del viso come gli occhi, la bocca, le orecchie) e l'interno (i pensieri, le ossa, il cervello e tutti gli altri elementi corporali) divengono lo scopo della pittura, per rinnovare il nostro sguardo sul mondo, a volte conosciuto, a volte sconosciuto.
Ricerca differente e complementare è quella di Françoise Calcagno, che espone un ulteriore approfondimento nel campo della memoria e del recupero del passato, qui fissato anche nei volti del presente; tra la moltitudine di materia e le campiture di colore che imprimono il supporto, si fanno largo personalissimi volti non del tutto rivelati, che creano un legame intimo e personale con lo spettatore, portato per mano ad interrogarsi sul tempo e sulle emozioni suscitate dai volti. “Mi sono chiesta quali sono il territorio e il confine delle relazioni con gli altri e dove si trovano fisicamente. Una delle risposte è stata: il territorio è la mente, ma il territorio è anche il corpo, nostro e dell'altro. Qual è il confine della mia relazione con l'altro e dov'è il luogo di questo confine, è la mente o è il corpo o lo sono entrambi? La tela, la materia, il colore sono anch'essi “luogo”, spazio fisico, territorio con dei limiti, dei confini, degli spazi (il nero che chiude a destra, i segni, i merletti, le fotografie), ma alla fine anche la pittura sulla tela abbraccia, include, non esclude.”
Inaugurazione 6 ottobre ore 18
Francoise Calcagno Art Studio
Campo di Ghetto Nuovo 2918 - Venezia
Orario: mart-sab 10-14
Ingresso libero