Imbiancheria del Vajro
Chieri (TO)
via Imbiancheria, 12
011 9428440 FAX 0119428367
WEB
BAM piemonte project 5
dal 4/10/2012 al 27/10/2012
lun-ven 16-19, sab e dom 10.30-12.30 e 16-19
WEB
Segnalato da

Marina Buratti




 
calendario eventi  :: 




4/10/2012

BAM piemonte project 5

Imbiancheria del Vajro, Chieri (TO)

Contemporary photobox. L'obiettivo di BAM, Biennale d'Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte, e' cogliere l'evoluzione di una linea stilistica legata all'uso delle tecnologie, quindi fotografia, video ed immagine digitale, con l'invito esteso a molti dei piu' significativi autori del panorama piemontese attivi negli ultimi trent'anni.


comunicato stampa

a cura di Edoardo Di Mauro

Artisti :
Maura BANFO, Fulvio BORTOLOZZO, Marina BURATTI, Giulia CAIRA, Ferruccio D'ANGELO, Willy DARKO, Monica CAROCCI, Claudio CRAVERO, Roberta FANTI, Silvia FUBINI, Theo GALLINO, Beppe GIARDINO, Francesca MARANETTO GAY, Fabio MARCHIARO, Plinio MARTELLI, Stefano MARTINO, Paolo MINIONI, Riccarda MONTENERO, Giordano MORGANTI, Aaron NADA, Enzo OBISO, Simona RAPELLO, Turi RAPISARDA, Daniele RATTI, Paola RISOLI, Gianluca ROSSO, Eraldo TALIANO, Natale ZOPPIS.

Patrocinio : MIBAC Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Piemonte, Comune di Chieri

La pratica della rappresentazione artistica intesa come mimesi naturalistica, ed il conseguente predominio della pittura, entrano in crisi proprio a partire dall’invenzione della fotografia nella prima metà dell’800, e con queste l’aura dell’opera d’arte, che aumenta, anche grazie all’avvento del cinema, il proprio livello di esponibilità, passando dalla dimensione rituale a quella politica, come acutamente osservato da un testo profetico quale “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”, di Walter Benjamin. Inizia da allora, e prosegue lungo il crinale novecentesco, quello che alcuni teorici ebbero a definire un vero e proprio “combattimento per un’immagine”, una tenzone tesa a stabilire il dominio sulla riproduzione del reale, con gli Impressionisti, ultima eroica propaggine della modernità, primi a scendere in campo per sfidare la tecnica fotografica nell’impari cimento della rappresentazione oggettiva del dato naturale. In realtà si tratta di un combattimento privo di senso e teso, semmai, a raggiungere un pareggio, una sostanziale pacificazione, come appare evidente analizzando le vicende del Novecento, ma anche quelle dei giorni nostri. Argomento sostenuto da uno dei più preparati storici della fotografia, Claudio Marra, con una tesi che mi sento di condividere. Per Marra in realtà solo in parte la fotografia è stata un prolungamento della pittura con altri mezzi, più semplici ed immediati, al punto, in certi casi, da non richiedere neppure una particolare preparazione e professionalità nell’uso dello strumento, adoperato come una vera e propria protesi. La fotografia è dotata di uno statuto linguistico proprio e di un diverso livello referenziale nella rappresentazione della realtà, tali da apparentarla, semmai, alle modalità “extra – artistiche” introdotte nella teoria delle avanguardie storiche, e portate a piena diffusione tra gli anni ’50 e ’70 del secolo scorso, con la fuoriuscita dell’arte dal tradizionale alveo bidimensionale tipico della pittura, per procedere verso una contaminazione con l’ambiente intesa come piena omologia con il mondo, nel perseguimento di una esperienza estetica, quindi multisensoriale e totalizzante.

Tornando allo specifico della rassegna, un indizio certo di questo mutato atteggiamento è dato dalla capacità attuale di usare le tecnologie nella loro specificità di linguaggio. Il tutto parte dal ruolo assunto dalla fotografia che, nell’ultimo trentennio, si è riversata massiccia nel panorama eclettico della contemporaneità privilegiando la funzione piuttosto che l’oggetto, e diventando gradualmente una delle dimensioni narrative maggioritarie, trascinando con sé il video, suo successore e derivato tecnologico. L’atteggiamento si è manifestato nella duplice accezione di una partecipazione “fredda”, tendente a privilegiare una classificazione impersonale ed asettica dell’esistente e della banalità quotidiana, ed un’ altra dimensione “calda” e psicologica, in cui gli artisti hanno adoperato il mezzo come estensione del proprio io, per calarsi nel reale con atteggiamento di affettuosa partecipazione. Ma questo non è affatto in contraddizione con un uso “artistico” del mezzo, anzi semmai ne rafforza la vocazione di strumento atto a cogliere il reale nell’accezione di un abbraccio interiore, di un congiungimento con l’io dell’artista. Questo “reincanto” stigmatizza una nuova fase epocale in cui siamo ormai entrati : dopo la plurisecolare prevalenza del razionalismo introdotto dal Rinascimento e confermato dall’Illuminismo, dominato dal “logos”, le tecnologie immateriali ci hanno introdotti nella civiltà dell’immagine, in cui si assiste ad una ripresa di valori magici e rituali che collegano la nostra epoca ad un passato premoderno, con la ricomparsa di antichi archetipi ed una nuova dimensione comunitaria in cui l’individuo vive attraverso lo sguardo e le leggi degli altri. Dall’epoca del disincanto si passa a quella del reincanto, anche se è evidente che stiamo vivendo una fase di ingresso e di assestamento caratterizzato da innumerevoli contraddizioni. Tutto questo non può non riflettersi nella dimensione artistica: gli autori invitati alla Biennale fanno proprie le indicazioni estetiche enunciate in questa introduzione. Un altro dato di cui tenere conto, per leggere adeguatamente la contemporaneità, è come, dagli anni Ottanta, punto di origine di questa selezione, le figure del fotografo “puro” e dell’ ”artista fotografo”, tendono a sovrapporsi in maniera da risultare, finalmente, indistinguibili, in modo da annullare il confine tra immagini “alte” e “basse”, ed ottenere efficaci sconfinamenti nell’ambito della moda, della pubblicità, della cronaca, così come del reportage. La fotografia, l’immagine digitale, il video non vengono adoperati, come quasi sempre avveniva in Italia negli anni Novanta, in un’ottica di appiattimento sul reale, ma per condurre l’interiorità del singolo autore a stabilire un rapporto empatico con l’esterno, in una dimensione spesso rarefatta ma non per questo meno efficace, dominata dalla volontà di narrare, di evidenziare l’aspetto simbolico di quanto è al tempo stesso dentro e fuori di noi, privilegiando una poetica del frammento come elemento atto a gettar luce sulla complessità del reale.

I 28 autori invitati coprono un ventaglio di esperienze estetiche ampio e variegato, in grado di testimoniare la pluralità delle posizioni, ma anche alcuni dati ricorrenti, come l’attenzione alla poetica del corpo, lo sguardo rivolto a frammenti significativi della dimensione domestica e del paesaggio naturale, così come verso i nuovi scenari metropolitani creati, soprattutto a Torino, dai profondi rivolgimenti della struttura urbana. Altre tematiche presenti si indirizzano verso i temi della memoria , della denuncia sociale e politica, del disagio e dell’emarginazione sociale. Gli artisti impegnati con il video si incanalano verso una dimensione narrativa fortemente simbolica ed in grado di sfruttare in pieno le potenzialità di questo mezzo, cosi come quelli dediti alla sperimentazione digitale, capaci di dare corpo ad immagini complesse e dal forte impatto spettacolare. L’attività degli artisti presenti in Contemporary Photobox manifesta un forte radicamento, come è giusto sia dati i presupposti dell’evento, nel territorio piemontese ed in zone limitrofe quali la Lombardia, ma evidenzia anche un’esperienza maturata in una dimensione internazionale, sia dal punto vista espositivo che in merito a frequenti soggiorni di lavoro e formazione.

Organizzazione : hakassociatiartecontemporanea
Direttore Artistico : Riccardo Ghirardini

http://www.contemporarytorinopiemonte.it

inaugurazione venerdì 5 ottobre ore 18,30

Imbiancheria del Vajro
via Imbiancheria, 12 - Chieri (TO)
Dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19 sabato e domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19
Ingresso libero

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