Anthozoa. Attraverso l'uso del citazionismo l'artista restituisce all'azione presente una dimensione temporale altra. Le opere invitano a riflettere sulla sacralita' dell'esistenza, condividendo suggestioni emotive e psicologiche universali.
a cura di Letizia Molfetta e Daniela Rucco
Con l' evento - performance Anthozoa della body-artista Mona Lisa Tina, che sarà presentato al pubblico a partire dalle ore 19,00 di mercoledì 10 ottobre, si celebreranno insieme il secondo anno di pubblicazioni della rivista web "monitorARTI" e il primo anno di attività espositive del MAP il Museo Mediterraneo dell'Arte Presente di Brindisi, un carrefour di sinergie che Cracc srl, il Centro Studi "Edgardo Simone", la Fondazione "Biblioteca De Leo" e il Laboratorio Tasc dell'Università del Salento dispiegano sul territorio per promuovere la frequentazione con l'arte contemporanea e il patrimonio culturale.
Mona Lisa Tina con il progetto Anthozoa, site specific ossia ideato specificatamente per essere realizzato nel sito del MAP - ex chiesa di San Michele delle Scuole Pie - e le due curatrici Letizia Molfetta e Daniela Rucco, giovani ricercatrici del Laboratorio Tasc dell'Università del Salento impegnate nel settore della storia dell'arte e delle arti visive contemporanee, propongono un contributo estetico che, coerentemente con la più articolata indagine artistica della performer (di origini brindisine ma da decenni residente a Bologna)-, presenta una possibile contaminazione di linguaggi visivi. Ancora una volta come in Human, Fragments, Into the core, solo citare alcune delle sue azioni perfomative, attraverso l’uso del citazionismo, l'artista restituisce all’azione presente una dimensione temporale altra, carica di rimandi estetici e culturali alla contemporaneità, trattenendo istanze anche diverse tra loro, altrove definite "visioni inconcepibili di un corpo in transito".
Con Anthozoa la performer presenta un’azione scandita da due momenti con modalità d’interazione simboliche diverse, che sono integrate e connesse al progetto complessivo: il primo è rappresentato dallo svolgersi dell’evento stesso in una dimensione di interazione collettiva tra l’artista e i presenti; il secondo si riferisce a un campo d’azione che vede coinvolto, alla fine dell’evento e in una dimensione temporale privata e successiva, solo il fruitore. Il progetto propone differenti chiavi di letture. Tra queste vi è un riferimento al mito greco di Medusa, pretesto per una riflessione sul mistero della vita e delle sue rigenerazioni. Nelle Metamorfosi Ovidio racconta che Perseo, grazie al suo scudo/specchio, uccide Medusa, l’orrenda Gorgone che nessuno poteva guardare direttamente negli occhi, pena l’immediata pietrificazione. Mozzandole la testa, egli diventa il testimone di un inaspettato miracolo: i ramoscelli marini a contatto con essa si trasformano in coralli, e le ninfe accorrono per adornarsene. Anthozoa infatti non è altro che il nome scientifico della pianta di corallo. Come una Medusa contemporanea, la performer offre al fruitore semi di olivo, che rimandano al significato della vita che si rigenera, alla pace e alla riconciliazione. L’olivo, oltre a rappresentare una risorsa preziosa per l’economia del territorio pugliese, è un simbolo importante della liturgia cristiana, praticata con grande devozione in molte regioni del Mediterraneo.
Nell’esposizione del suo Corpo nudo ibridato, l’artista invita a riflettere sulla sacralità dell’esistenza, condividendo suggestioni emotive e psicologiche universali, evocate anche dall’identità stessa del luogo, essendo il MAP una ex chiesa oggi destinata ad attività culturali.
La performance si avvarrà di alcuni ospiti e collaborazioni quali i fotografi Arianna D'Accico, Giovanni Membola e Ida Santoro, il videomaker Niccolò Lania, mentre agli impianti d'amplificazione e all'assistenza illuminotecnica è chiamata a cooperare la Gm Music di Salice Salentino.
MONA LISA TINA
Nata nel 1977 a Francavilla Fontana (BR), artista performer ed Arte terapeuta, dopo la prima formazione al Liceo Artistico "Edgardo Simone di Brindisi si diploma in Pittura all'Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2005 e si specializza in Arte terapia nel 2012. Dal 2011 coordina insieme al Prof. Stefano Ferrari, docente di Psicologia dell'Arte (Dams- Lettere) all'Università di Bologna, il Gruppo di Studio "Psicologia e d Arte Contemporanea" IAAP.
Pone particolare attenzione alla contaminazione dei linguaggi visivi: dall'installazione alla fotografia, dagli interventi luminosi alla performance. Attraverso l'utilizzo di estensione artificiali create ad hoc su di sé l'artista espone una fisicità ibridata, che si libera da un modello ideale di bellezza, di razza e di sesso per celebrare infinite possibilità di contaminazioni dei generi e di pensiero in un Corpo fisico e mentale transitorio. Vive e lavora a Bologna.
Performance site specific mercoledì 10 ottobre 2012 ore 19,00
MAP - Museo Mediterraneo dell’Arte Presente - Brindisi
MAP Museo Mediterraneo dell'Arte Presente
Via Tarantini, 37 (c/o Auditorium ex Chiesa delle Scuole Pie) - Brindisi