Museo di arte moderna e contemporanea - MART
Rovereto (TN)
corso Bettini, 43
0464 438887 FAX 0464 430827
WEB
Fausto Melotti
dal 30/5/2003 al 14/9/2003
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Fausto Melotti



 
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30/5/2003

Fausto Melotti

Museo di arte moderna e contemporanea - MART, Rovereto (TN)

L'opera in ceramica. La poetica di Fausto Melotti, il suo sperimentalismo, la tensione innovativa e la ricerca estetica perseguita nei suoi lavori trovano modo di esprimersi e di affinarsi sorprendentemente anche attraverso l'opera in ceramica.


comunicato stampa

L'opera in ceramica

La poetica di Fausto Melotti, il suo sperimentalismo, la tensione innovativa e la ricerca estetica perseguita nei suoi lavori trovano modo di esprimersi e di affinarsi sorprendentemente anche attraverso l'opera in ceramica.

La produzione in ceramica del maestro trentino, infatti, si iscrive pienamente all'interno del suo itinerario artistico, sviluppandosi a partire dal secondo dopoguerra fino ai primissimi anni Sessanta; e anche se Melotti si sente talvolta 'costretto' ad affrontare questo terreno, per ragioni di sopravvivenza, in realtà trova in esso un ulteriore strumento di invenzione di nuove forme e di 'trasformazione' del concetto stesso di scultura.

La mostra allestita dal 30 maggio al 31 agosto al Mart di Rovereto, nell'ambito dell'attività espositiva e di ricerca sviluppata nella nuova sede, è la più ampia rassegna mai dedicata all'opera in ceramica di Melotti, a confermare definitivamente il valore di una produzione nella quale l'artista raggiunse esiti altissimi ed originali.

Nato a Rovereto, Fausto Melotti fu una delle personalità che diedero lustro alla propria città d'origine. Fin dalla metà degli anni Trenta, egli impostò, nell'Italia dei ritorni all'ordine figurativi, le sue sculture astratte e quasi bidimensionali, costruite su un linguaggio ardito e assolutamente innovativo per l'epoca. Da quel momento, la vena di sperimentatore non lo abbandonò più e, associata ad una tensione istintiva verso l'armonia musicale, lo guidò nella creazione di un'opera ormai riconosciuta, in Italia e all'estero, come una delle più significative del nostro Novecento artistico. Insieme a Fontana, Burri o Vedova, Fausto Melotti è un protagonista assoluto dell'arte italiana al quale hanno guardato non pochi esponenti delle generazioni artistiche successive.

La lunga parentesi della produzione ceramica s'inserisce tra il geometrismo astratto e purista degli anni Trenta ed i filamenti leggeri degli anni Sessanta-Ottanta, che rifiutano 'lo stupido amore della materia'.
Una parentesi nella quale Melotti - artista appunto antimaterico per eccellenza - rivela un gusto tattile, una presenza addirittura 'sontuosa della materia - come scrive Massimo Carboni nel catalogo della mostra edito da Skira- che talvolta sembra cera liquefatta e poi rappresa, abbinata ad una fantasiosa, spiccatissima sensibilità cromatica che lo porta spesso a lavorare intensamente i colori mediante trasparenze, sovrapposizioni, colature, trattamenti informali, con la complicità ovviamente della vampa del fuoco, invocata e temuta ad un tempo'.

Nella ceramica questo poliedrico artista trova dunque un materiale manipolabile, al pari del gesso degli esordi o della terracotta. L'idea di malleabilità della materia fa da controaltare alla scelta espressiva della scultura 'alta', legata ai metalli, e se in questa Melotti annulla il tuttotondo e le panneggiature, nelle ceramiche ripropone spesso una 'brezza barocca': ' l'artista - scrisse Melotti - deve avere un credo ma, penso, lo 'deve' anche tradire'.

La scelta di documentare in mostra a Rovereto anche oggetti d'uso e decorativi, accanto alle opere ceramiche più propriamente scultoree (saranno presenti opere 'storiche' di Melotti come il gatto-cane esposto alla Biennale di Venezia del '48), oltre ad essere in perfetta linea con i programmi del Mart - che vertono su un'apertura alle forme espressive più diverse - discende dalla constatazione di quanto la tensione sperimentale dell'artista non abbia soluzioni di continuità.
Il suo fu un intento vòlto a creare forme nuove per l'arte e, attraverso esse, a qualificare esteticamente l'orizzonte della vita quotidiana.

Così Melotti nelle sue creazioni, si spinge fino ai limiti estremi consentiti dalla materia, cercando di realizzare sfoglie sempre più sottili o di raggiungere le dimensioni massime permesse dai forni; rendendo addirittura 'impossibile' l'uso funzionale dell'oggetto: tazzine da caffè troppo alte e strette per i cucchiaini, campanelli troppo fragili per essere suonati, brocche con manici inafferrabili, vasi inimmaginabili per accogliere dei fiori.

Si potranno ammirare in mostra - il cui allestimento è curato da Pierluigi Cerri - oltre 44 tipi diversi di bellissimi vasi, vere e proprie sculture dalla forte figuratività simbolica e analogica, come il vaso sole, il vaso luna, il vaso vescovo ecc., oppure raffiguranti animali come il vaso gatto, il vaso gallo, il vaso pesce; sculture di figure femminili, talune ricoperte di un manto lacero, altre avvolte in un turbinio di sfoglie elicoidali sottilissimi e, ancora, le plastiche e stilizzate Korai. Ci saranno i famosi teatrini (piccole sculture in terracotta e ceramica dall'evocazione liederistica) e una grande parete composta da circa 90 piastrelle a bassorilievo, diverse l'una dall'altra nel colore e nel trattamento, caratterizzate da segni elementari e minimali: segni grafici di una sorta di abecedario o di paradigma della scultura. La parete è una piccola ma significativa parte dell'opera realizzata da Melotti per l''Esposizione Internazionale del lavoro Italia '61', sul tema 'Evoluzione della forma nell'artigianato': un'enorme installazione ante litteram. Infine tanti oggetti diversi d'arte applicata, alcuni dei quali commissionati su indicazione dall'architetto Giò Ponti con cui Fausto Melotti tenne sempre stretti rapporti.

"Fausto Melotti. L'opera in ceramica" sarà anche l'occasione importante per la pubblicazione del catalogo ragionato della ceramica dell'artista, che prosegue la catalogazione sistematica dei lavori di Melotti, iniziata con altri due volumi e dedicati alla scultura in altro materiale.

Mostra e catalogo, promossi dal Mart in collaborazione con l'Archivio Fausto Melotti di Milano, sono realizzati a cura di Marta Melotti e Antonella Commellato.

Il volume contiene un ampio saggio di Massimo Carboni, docente di Estetica presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze, che - a sottolineare la personalità innovativa e sperimentale dello scultore trentino, nella scena artistica italiana del Novecento - tratta l'opera di Melotti soprattutto da un punto di vista teorico e filosofico. L'opera di schedatura ragionata è invece affidata ad Antonella Commellato che, procedendo per tipologie, dedica ad ogni ciclo di opere un approfondito saggio introduttivo di carattere storico-artistico.

Promossa dal MART in collaborazione con l'Archivio Fausto Melotti

A cura di: Antonella Commellato, Marta Melotti

Direzione di: Gabriella Belli

Coordinamento di: Giorgio Verzotti, Margherita de Pilati

Allestimento: Pier Luigi Cerri

Catalogo: Skira

Orari: martedì-giovedì 10.00/18.00, venerdì-domenica 10.00 /21.00. Lunedì chiuso.

Ingresso: Intero 8 euro. Ridotto 5 euro.

Uffici stampa:
Massimiliano Scapin - MART- 0464. 454127
Antonella Lacchin -Villaggio Globale International 041/5904893 - 041/5904234 349.4423193
Lucia Crespi - Mara Vitali Comunicazioni per Skira - 02.781221

MartRovereto - I piano, Galleria A
Rovereto, C.so Bettini 43 - 38068

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