Teatro romano
Aosta
via Porta Pretoria
0165 230545
WEB
Vette d'astrazione
dal 30/5/2003 al 13/7/2003
0165 230545
WEB
Segnalato da

Ilaria Gianoli



 
calendario eventi  :: 




30/5/2003

Vette d'astrazione

Teatro romano, Aosta

Le opere scelte sono esempi di razionalizzazione e di semplificazione, di formalizzazione artistica dell'immagine dei massicci, delle vette e dei pendii innevati. Sono esposti lavori fotografici, dipinti, disegni e sculture che rappresentano in primo luogo forme di stilizzazione della montagna; a cura di Guido Comis. Quarta esposizione delle cinque previste dalla rassegna 'Da cima a fondo' nell'ambito del progetto Valle d'AostArte


comunicato stampa

Regione Autonoma Valle d'Aosta
Assessorato dell'Istruzione e della Cultura - Direzione Attivita' Culturali

Sabato 31 maggio 2003 inaugura la mostra Vette d'astrazione, quarta esposizione delle cinque previste dalla rassegna DA CIMA A FONDO, nell'ambito del progetto del Progetto Valle d'AostArte, allestite in successione alla Tour Fromage di Aosta da gennaio a settembre 2003.

Le opere scelte per Vette d'astrazione, a cura di Guido Comis, sono esempi di razionalizzazione e di semplificazione, di formalizzazione artistica dell'immagine dei massicci, delle vette e dei pendii innevati. Sono esposti lavori fotografici, dipinti, disegni e sculture che rappresentano in primo luogo forme di stilizzazione della montagna. L'attenzione e' rivolta alla montagna come forma plastica o visiva piuttosto che al suo significato metaforico o simbolico analizzato nelle mostre precedenti Mystic Mountains, Far Away So Close e La montagna disincantata.

Particolarmente rappresentativa del tema della mostra e' Complex Form, una scultura di Sol Lewitt del 1988 che traduce masse che paiono ispirate ai massicci montuosi in un articolato solido geometrico. La montagna e' rivista dunque attraverso un'ottica minimalista, che riconduce la multiformita' naturale ad una dimensione astratta, irrealistica, ma proprio per questo maggiormente comprensibile. Sol Lewitt, nato nel 1928 a Hartford, nel Connecticut, e' uno dei maggiori artisti americani del novecento. Protagonista del movimento Minimal e fautore dell'arte come espressione di un'idea, e' rappresentato nei maggiori musei di tutto il mondo.

Seguendo il percorso dell'allestimento, il visitatore incontra poi i grandi disegni a china dell'artista israeliana Yehudit Sasportas (Ashdod, Israele, 1969), che appiattiscono i massicci in immagini bidimensionali attraversate da linee sottili. L'artista che lavora a Tel-Aviv, negli ultimi anni ha esposto al Tel-Aviv Museum of Art (The Carpenter and the Semastress, 2000) e presso il Berkeley Museum of Art, San Francisco (Matrix, 2002) ed ha partecipato alla Biennale di Istanbul del 1999 e a quella di Valencia nel 2000.

Seguono le sculture in ceramica di Amedeo Martegani (Milano, 1961), che rappresentano montagne e scogliere la cui superficie bianca e' percorsa da tratteggi colorati verticali o orizzontali come fossero curve di livello. Fra le mostre dell'artista Le forme del suono (Stazione Leopolda, Firenze, 1996), Minimalia (Venezia, Roma e New York 1997), la Biennale di Valencia nel 2001 e Sotto lo stesso cielo, Galerie Kunstler, Monaco e Centro Arte Contemporanea Castello Ujazdowski, Varsavia, 2001.

Walter Niedermayr (Bolzano,1952) presenta un dittico fotografico in cui le figure colorate di sciatori si stagliano sulla superficie candida dei campi innevati, punteggiandola ritmicamente. Una retrospettiva dell'opera di Walter Niedermayr si e' tenuta di recente alla Kunsthalle di Vienna. Sue personali hanno avuto luogo negli ultimi anni anche presso la Galleria d'Arte Moderna di Maribor, Slovenia (1999), il Centre pour l'image contemporaine, St Gervais-Gene've e il Museum Rupertinum di Salisburgo (2000).

Le sculture e i lightboxes di Stephan Huber (Lindenberg/Allgau, 1952, vive e lavora a Monaco) ritraggono con estrema precisione le masse e i profili di cime e gruppi montuosi e, realizzate in gesso bianco, tali riproduzioni riducono la montagna a pura entita' plastica. L'artista ha partecipato alla Biennale di Venezia del 1999. Le sue personali piu' recenti sono state presso il Kunstverein di Hannover, il Museum der Bildende Kunste di Lipsia (2001) e la Lembachhaus di Monaco (2002).

Martino Coppes (Como, 1965, vive e lavora a Mendrisio), utilizzando materiali diversi, realizza un'immagine espressamente per questa esposizione: un campanile di roccia sullo sfondo di un cielo in cui brilla un astro che si scorge da un tunnel di ghiaccio. Tra le mostre collettive recenti ricordiamo Tell Me a Story, Le Magasine di Grenoble, 1998; Il sentimento del 2000, Palazzo della Triennale, Milano, 1999; L'altra meta' del cielo, Rupertinum Museum di Salzburg; Kunstsammlungen, Chemnitz (poi alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna e alla Maucsarnok, Kunsthalle Budapest, L'Immagine ritrovata al Museo Cantonale d'Arte, Lugano, 2002.

La scala (sia a pioli che di pietra), e' un elemento ricorrente nell'opera di Massimo Poldelmengo. (Pordenone 1964, vive e lavora a Polcenigo). Nell'immagine tripartita, presentata alla Tour Fromage la successione dei gradini di una scalinata di pietra diviene parete di roccia e riproduce il profilo delle montagne che sovrastano Aosta. Nel 1996 ha partecipato a Nuove Contaminazioni, Galleria d'Arte Moderna di Udine, nel 2000 ha esposto presso la Kusthaus Tacheles di Berlino.

Michele Culpo (Valdagno, 1980, vive e lavora fra Valdagno e Venezia) definisce figure e oggetti a punta di pennello su superfici campite in modo uniforme. Nel dipinto ideato per questa mostra le figure degli sciatori diverranno segni grafici sulla sfondo bianco, in modo simile a quello che avviene nell'opera fotografica di Niedermayr. Michele ha esposto a 85. Mostra Collettiva alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia (2002) e a Io sono un quadro a Trieste (2003) presso lo spazio Juliet

Maestri #4 di Sandrine Nicoletta (Aosta, 1970) e' un'immagine fotografica di una cresta montana che pare affilata a colpi di sgorbia. Una successione di solchi segna infatti le pendici con tale regolarita' da far apparire la natura come forma artificiale. Tra le mostre degli ultimi anni: EurostAr, Museo d'Arte Moderna di Bologna, Abitanti a Palazzo Fabroni, Pistoia (2001); Unisci i punti, Ateliers d'Artistes, Marsiglia, Periscopio, Palazzo delle Stelline Milano; Inedito, Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma (2002).

La mostra e' corredata da un catalogo, edito da Artshow Edizioni. Le immagini degli allestimenti saranno pubblicate in un volume conclusivo di tutto il percorso di DA CIMA a FONDO.
Al termine di questa esposizione, verra' presentata l'ultima mostra del ciclo: La Montagna ricreata a cura di Cristiano Giulio Sangiuliano (19 luglio- 7 settembre 2003), che presentera' alcuni artisti contemporanei, quali Giulio Paolini, Paula Abalos, Leandro Ehrlich, Zhang Huan, che hanno scelto di realizzare montagne - o ambienti montani - anziche' limitarsi a raffigurarle. Verranno presentate opere che sostituiscono alla riproduzione, la produzione di vere e proprie montagne a misura delle intenzioni e delle esigenze dell'artista.

Immagine: Yehudith Sasportas, Senza Titolo, 2001, 110x140 cm, china e pennarello su carta, Courtesy Galleria 1000 Eventi, Milano

Curatori: Antonella Crippa (ideazione e coordinamento) DA CIMA A FONDO, Guido Comis, VETTE D'ASTRAZIONE

Inaugurazione: 31 maggio 2003 ore 18.00

Tour Fromage, Teatro romano, Aosta
Orari: da martedi' a domenica ore 9,30/12,30; 14,30/18,30 Ingresso: gratuito

Uffici stampa: Andrea Andruet, tel 0165273246, fax 0165273275
Alessandra Santerini, tel 335 6853767
Ilaria Gianoli, tel/fax 02514406 - 333 6317344

IN ARCHIVIO [8]
Strade del cinema 2008
dal 9/8/2008 al 16/8/2008

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede