Imre Reiner
Italo Valenti
Jean Arp
Mario Asnago
Kengiro Azuma
Serge Brignoni
Miro Carcano
Alfredo Casali
Edouard Chapallaz
Pietro Chiesa
Ugo Cleis
Edmondo Dobrzanski
Felice Filippini
Fiorenzo Fontana
Vittore Frattini
Walter Gadda
Hans Gessner
Giuseppe Giardina
Piero Giunni
Guido Gonzato
Carlo Gulminelli
Max Huber
Horst Egon Kalinowski
Michel Lablais
Wifredo Lam
Gino Macconi
Alberto Magnelli
Rolf Meyer
Giuseppe Migneco
Giovanni Molteni
Mario Negri
Gianriccardo Piccoli
Adriano Pitschen
Mario Raciti
Mario Radice
Hans Richter
Pierino Selmoni
Atanasio Soldati
Anita Spinelli
Daniel Spoerri
Tino Vaglieri
Alberto Viani
Petra Weiss
Samuel Wulser
"Nel labirinto della forma" mette in luce le tecniche di Imre Reiner, attraverso un percorso in diverse sezioni dedicate alle lettere, ai libri illustrati e alla produzione piu' recente. Inoltre, un omaggio a Italo Valenti con un gruppo di 18 opere, rappresentative di due particolari momenti creativi: l'adesione al gruppo milanese di Corrente e il successivo astrattimo lirico. Infine, un nuovo allestimento per le recenti donazioni.
IMRE REINER
NEL LABIRINTO DELLA FORMA
Imre Reiner nasce a Versec, in Ungheria, nel 1900. Ancora bambino, viene avviato all’attività
artistica dal padre, scultore e incisore. Compie la sua formazione accademica a Stoccarda tra il
1921 e il 1923, allievo di Ernst Schneidler, che gli trasmette la passione per l’arte della
tipografia. Risalgono già al 1921 le prime illustrazioni di libri. Il 1923 è prima segnato
dall’incontro con Paul Klee e poi dalla partenza alla volta degli Stati Uniti, New York e Chicago,
dove trova lavoro come operaio di fabbrica. Rientra in Europa dopo due anni e si stabilisce a
Parigi. Qui il suo lavoro artistico conosce un momento di grande sviluppo grazie anche alla
frequentazione assidua del Louvre, al suo interesse per le antiche arti etrusca e cinese, oltre
che per l’opera di Chardin e di Poussin. Inizia a esporre con continuità. Si muove tra Stoccarda,
la Francia del Nord e la Toscana. A Parigi sposa nel 1930 Hedwig Bauer, pittrice, dalla quale
avrà due figli. Scopre il villaggio di Ruvigliana, nei paraggi di Lugano, e lì prende dimora dal
1931 per il resto della sua vita. Vive ritirato, assiduo nel lavoro. La quotidianità di Ruvigliana
viene interrotta solo sporadicamente da lunghi soggiorni a Londra, a Basilea e a Parigi. La sua
opera viene conosciuta in Ticino solo a partire dal 1964, grazie alla Biennale internazionale di
grafica Bianco e nero; poi attraverso tre mostre alla Galleria Mosaico di Chiasso (1969, 1973 e
1974). Nel 1974 gli viene dedicata una vasta retrospettiva sull’opera pittorica negli spazi
museali della Malpensata a Lugano; quindi nel 1980 sull’opera dell’illustratore nelle sale della
Biblioteca Cantonale sempre a Lugano. Continua la sua infaticabile attività artistica fino al 1982,
quando è stato costretto a smettere ogni attività artistica a causa della progressiva perdita della
vista. Poco prima della morte, avvenuta nel 1987, il Museo d’arte di Mendrisio lo celebra con
una vasta mostra antologica.
Spunto dell’odierna retrospettiva è la pubblicazione di un volume curato da Ottavio Besomi, che
raccoglie 178 lettere figurate, in cui il disegno si unisce alla scrittura. Presentata la scorsa
primavera alla Graphische Sammlung dell’ETH di Zurigo, ma ampliata e riveduta per gli spazi del
Museo di Mendrisio, questa mostra è l’occasione per riproporre la figura dell’artista ungherese
mettendo in luce attraverso le tecniche predilette – olio, tecnica mista su carta, illustrazione,
tipografia – la sua maestria e originalità creativa.
La mostra si suddivide in varie sezioni: una dedicata alle lettere, dalle quali si parte per
indagare nei soggetti prediletti dall’artista; in un’altra sono esposti i libri illustrati da Reiner tra il
1921 e il 1985 (Aristofane, Donne, Goethe, Nerval, Rilke, Kleist, Walser, Hölderlin...) insieme ad
alcune tecniche miste “goethiane”, mentre uno spazio è destinato a un velocissimo sguardo
cronologico sull’opera. Gli ultimi decenni di attività sono rappresentati da una scelta di tecniche
miste e da una serie di lavori incentrati sulla figura mitica di Dedalo. La mostra è accompagnata
sia dalla recente pubblicazione sulle lettere figurate di Ottavio Besomi, che da un catalogo per la
collana “Chiostro dei Serviti” con testi di Simone Soldini, Antonio Rossi, Matteo Bianchi e
Michele Reiner.
Catalogo. Imre Reiner. Nel labirinto della forma, a cura di Simone Soldini.
Testi di: Simone Soldini, Antonio Rossi, Matteo Bianchi, Michele Reiner
88 pagine con apparati e tavole a colori.
Edito dal Museo d’arte Mendrisio, Fr 20.-
Libro Imre Reiner. Lettere figurate – bebilderte Briefe, edito da Pagine d’Arte a cura di Ottavio
Besomi, 224 pagine, apparati e tavole a colori, 2012.
Fr. 30.-
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OMAGGIO A ITALO VALENTI
Il Museo d’arte Mendrisio espone, negli spazi destinati alla collezione, un gruppo di opere di
Italo Valenti (Milano 1912 – Ascona 1995), omaggio all’artista milanese a lungo residente nel
Ticino. La presentazione di una selezione di opere al Museo d’arte Mendrisio, in parallelo a una
scelta di lavori in esposizione al Museo d’arte moderna di Ascona, segue di pochi mesi la grande
retrospettiva che si è tenuta la scorsa primavera nelle sale del Museo della Permanente di
Milano.
Mentre ad Ascona una serie di collage documentano l’ultimo periodo di attività, le diciotto opere
presenti a Mendrisio sono rappresentative di due particolari momenti creativi dell’artista:
l’adesione al movimento milanese di “Corrente”, durante gli anni ’40, e il successivo periodo fine
anni ’50 in cui abbandona il figurativo per un astrattismo lirico, in sintonia con altri maestri
europei del tempo (al Museo di Mendrisio una sala tutta dedicata alle opere della serie Caos).
Nel lungo periodo trascorso nel Locarnese,Valenti entrò in contatto con altri artisti emigrati che
operavano in Ticino, con Jean Arp, Julius Bissier, Ben Nicholson, Hans Richter, amicizie che
segnarono un ultimo fecondo periodo del delicato artista milanese.
La presentazione al Museo d’arte è stata resa possibile grazie al contributo dato dall’Archivio
Italo Valenti che ha sede proprio a Mendrisio. Accompagna la rassegna il catalogo Italo Valenti il
suo lirico candore (ed. Pagine d’Arte), dato alle stampe da Matteo Bianchi in occasione della
recente mostra milanese di cui è stato curatore.
LA COLLEZIONE
La selezione di opere scelte dalla collezione del Museo è incentrata sul ‘900. Si è voluto in
questa presentazione dare spazio ad artisti e opere ancora in gran parte inediti dopo la
riapertura delle nuove sale (2009), mettendo in evidenza importanti donazioni avvenute in
questi ultimi anni. Da segnalare una scelta di grafiche di Max Huber a 25 anni dalla morte.
Elenco artisti esposti:
Jean Arp, Mario Asnago, Kengiro Azuma, Serge Brignoni, Miro Carcano, Alfredo Casali, Edouard
Chapallaz, Pietro Chiesa, Ugo Cleis, Edmondo Dobrzanski, Felice Filippini, Fiorenzo Fontana, Vittore
Frattini, Walter Gadda, Hans Gessner, Giuseppe Giardina, Piero Giunni, Guido Gonzato, Carlo Gulminelli,
Max Huber, Horst Egon Kalinowski, Michel Lablais, Wifredo Lam, Gino Macconi, Alberto Magnelli, Rolf
Meyer, Giuseppe Migneco, Giovanni Molteni, Mario Negri, Gianriccardo Piccoli, Adriano Pitschen, Mario
Raciti, Mario Radice, Hans Richter, Pierino Selmoni, Atanasio Soldati, Anita Spinelli, Daniel Spoerri, Tino
Vaglieri, Alberto Viani, Petra Weiss, Samuel Wülser
Conferenza stampa: giovedì 11 ottobre 2012, ore 11.00
Vernice: venerdì 12 ottobre 2012, ore 18.00
Museo d'Arte
Piazza San Giovanni - Mendrisio
Orario: ma-ve: 10.00 – 12.00/14.00 – 17.00, sa-do: 10.00 – 18.00
lunedì chiuso, tranne festivi
Entrata Fr 8.- ridotto Fr 5.-