Acquerelli, matite, acrilici. Un eclettismo di tecniche per un messaggio: smascherare il vero 'scandalo' delle nuove solitudini.
Enrico Pantani al “Caffè dei Fornelli”: la sintesi provocatoria che smaschera gli effetti perversi dei nuovi “Klub” del contemporaneo
Non è un Club, ma un “Klub”. Sondato e rilevato “dall’Italia del Nord verso l’Italia del Sud” in gruppetti di persone che “bisbigliano, frazionano le frasi, non si fanno intendere…”. Sono i “dottorini, dottorandi, dottoretti generici” che parlano di “tutto senza parlare di niente”, “fighi”e prossimi, ma fondamentalmente estranei ed estranianti.
Sono i protagonisti dell’animato tratto di sintesi dell’acuto e provocatorio artista Enrico Pantani, erede originalissimo della drammaticità rivelatrice della beat generation, che affonda nei non-sensi psicologici e relazionali, nelle chiusure e nuove forme latenti di classismo, nella deformazione subliminale della comunicazione nel quotidiano, in un nuovo evento espositivo e culturale, che s’inaugura sabato 20 ottobre 2012, ore 18.15, al “Caffè dei Fornelli”, nel centro storico di Volterra (PI).
Per il Quindicinale “Caffèll'ARTE” ideato dal patron Carlo Bigazzi, in presentazione circa trenta libri, esemplari unici, e i “disegnetti” inediti, esposti “dentro a vaschette per la carne incellophanate”. Ed il tema prosegue nella materia, perché primo: come i Klub chiusi così sono i contenitori e “non deve toccarli nessuno”. “In secondo luogo”, afferma con rabbia creativa e coraggio l’artista: “perché ho voglia di far capire al Klub - stesso - che si tratta di prodottini quotidiani: non sono arte, sono prodottini che un tipetto che abita in via volterrana 27 a Pomarance Pisa, ecc. ecc., ha prodotto - a sua volta - carico di rabbia”.
L’identità dell’artista definita, anche nell’indirizzo, resiste alle costruzioni scenografiche, ma indefinite di ruoli auto-costruiti, autoreferenziali, condivisi da cerchie minime di persone che si elevano su altre. “Spesso mi chiedo se la gente parla di cose importanti solo quando non posso sentire” ed entra il dubbio esistenziale - la malattia rilevata da Fromm del soggetto sano, che si ammala di nevrosi perché estraneo ad una società malata - quando sperimenta che “non c’è niente intorno, eppure mi sembra di veder passare la maggior parte dei soci del Klub con i camici bianchi”, i “dottorini” che tutto sanno e quindi, conclude “mi convinco di essere il malato”.
Da quell’irrefrenabile “vizio di disegnare parecchio, in tutti i modi, con tutte le cose, dappertutto, anche sott’acqua, ecco… questa rabbia”, conferma, “l’ho disegnata giorno per giorno e senza rendermene conto ho prodotto un numero considerevole di fogli e libri”.
Acquerelli, matite, ecoline, tempere, gessi, pastelli a cera e a olio, acrilici, fino ai trasferibili, alle stampe al torchio, ai collages. Un eclettismo di tecniche per un unico messaggio apparentemente scandaloso, in realtà profondamente neo-umanista e drammatico, che smaschera il vero “scandalo” delle nuove e nascoste solitudini, in un viaggio consapevole attraverso la crisi dei valori del contemporaneo, intuita in un “Klub. Distorto dal cellophan”.
Cenni biografici dal sito dell’artista: “Anche se qualcuno ne dubita, Enrico Pantani è nato a Volterra nel 1975. A vent'anni, per scommessa, si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Firenze e quasi per caso si laurea nel 2002 in Storia del Teatro francese. Parallelamente inizia a dipingere e disegnare, ad appuntare storie su piccoli blocchetti neri. Lavora per anni chiuso nel suo studio, poi (sempre per caso) inizia ad esporre i suoi lavori in Italia e all'estero. Vive e lavora a Pomarance, un piccolo paese in provincia di Pisa.”.
Elena Capone
Inaugurazione: 20 Ottobre ore 18.15
Caffe' dei Fornelli
Piazzetta dei Fornelli, 3-4- Volterra
Ingresso gratuito