Calendario feriale. "Il colore e' il primo attore del racconto ferrariano. Il dramma dell'uomo e' affidato al rogo dell'impianto cromatico...rovente pure nei verdi e negli azzurri" (M. Silenzi).
Come già lo erano state la “Galleria delle Ore” negli Anni 60, 70 e 80 e la “Galleria Bergamini” negli anni 90 a Milano per il mercato e il collezionista lombardo, per l’artista Renzo Ferrari la Galleria d‘Arte “La Colomba” di Lugano è diventato il punto di riferimento in Ticino. Negli ultimi anni vi ha esposto sempre a cadenze regolari, presentando di volta in volta gran parte del lavoro svolto sull’arco di oltre mezzo secolo. Ora ritorna nello spazio espositivo di Lugano-Viganello con una mostra dal titolo “Calendario feriale” dove propone oltre una quarantina di opere, per la grandissima parte eseguite in questo 2012. A fianco delle opere di fresca mano l’artista ha voluto proporre anche qualche scelto pezzo eseguito negli anni a partire dal 2007, tanto da lasciar tracciato il segno della naturale evoluzione.
Il catalogo che accompagna la mostra comprende le tavole di tutte le opere esposte e testi critici di Alberto Nessi e Marta Silenzi. Quest’ultima così ben sintetizza in un suo passaggio il lavoro dell’artista: «Le opere di Renzo Ferrari sono da oltre cinque decenni un’autentica fiammata. Si tratta di un fuoco che mantiene un nucleo di ghiaccio - forse per via dei natali ticinesi che lo collegano alle coordinate nordiche o forse per una lucidità innata che nasconde un occhio critico acuto dentro aspetti grotteschi e generose eccentricità -, è un falò delle vanità che spinge nel calderone colori forti e densi, per partorire (con dolore) sintesi di realtà spietata, masse e volumi da cui salgono prima gli occhi, poi le sagome, sempre più numerose, di un’umanità deformata dal carico psico-empatico che è chiamata a fronteggiare nel quotidiano, schiacciata dal peso simbolico di monitor e televisori che dominano il pianeta con memoria orwelliana.
Il colore è il primo attore del racconto ferrariano. Il dramma dell’uomo - isolato in ripetute terre d’esilio - è affidato in primo luogo al rogo dell’impianto cromatico (certo senza dimenticare la forza tagliente del tratto che emerge con vigore anche nelle carte e nelle incisioni), rovente pure nei verdi e negli azzurri, spesso giocato sugli ocra e sulle tonalità ambrate, qualche volta blu nero con lampi bianchi, ma soprattutto organizzato a contrasto sui rossi.
Il tuffo di Ferrari nelle tinte sanguigne avviene non prima dei tardi anni Ottanta. In precedenza l’ibridazione segnica e figurale coinvolge anche quella cromatica e, sebbene il colore primario faccia inevitabilmente la sua comparsa, è successivamente che i toni si fanno più emotivi, più espressionisti, dati in larghe campiture sugli sfondi, stesi a contrasto, in un conflitto cromatico – dichiarazione di quello umano – in cui primeggiano intensi carminio e profondi granata, in dicotomia coi grigi e con le gamme aranciate, talvolta scendendo a farinosi bordeaux.
Negli ultimi due decenni la luce sembra aumentata e Renzo Ferrari si spinge avanti, incalza e pressa sulla scala dei rossi sempre più ardenti, quasi aggettanti, in una brace che accoglie le scritte e il collage, rinnova i motifs, orchestrando con divertita sapienza le svariate componenti della sua ricerca, restituendo immagini febbrilmente passionali, siano esse visionarie insonnie immerse nel giallo, odissee graffite in colate purpuree, radici o mandragole in nero che esibiscono le spine rosse di questa difficile società, dove ogni giorno è una nuova follia in un calendario feriale.»
Renzo Ferrari nasce a Cadro l‘8 febbraio 1939. Nel 1954 si trasferisce a Milano, dove frequenta il liceo artistico e in seguito l’Accademia di Belle Arti di Brera. La formazione accademica si conclude con una tesi sull’opera grafica di James Ensor. Nel 1962 esordisce con una personale alla Galleria delle Ore di Milano, sede che ospiterà regolarmente i suoi lavori durante gli anni settanta e ottanta. A metà degli anni 60 la Biennale di Venezia incentrata soprattutto sulla Pop-Art americana lo impressiona fortemente, e il suo lavoro connotato fino allora da una matrice di figuralità esistenziale proverà a confrontarsi con la dimensione mediatica del linguaggio popular. Nel 1968 approda a una prima maturità espressiva nel confronto tra artificio e natura. Tra le mostre tenute in quel periodo, significativa è anche quella alla Cupola d’ArteCasa a Lugano nel 1972. Nel 1974 gli viene assegnato il Premio Feltrinelli. Per venire a esposizioni più recenti è da segnalare quella al Museo Epper di Ascona (1993) e alla Bergamini di Milano (1995), al Museum zu Allerheiligen a Sciaffusa e al Museo Jenisch a Vevey (1998). Poi nel 1999 la costituzione del Fondo Ferrari ”Carte e dipinti, 1960-1999” a Villa dei Cedri di Bellinzona. Nel 2004 mostra con cronologia 2001-2004 a Villa Ciani di Lugano e “Arte in Ticino, il superamento delle avanguardie 1953-2003” nella stessa sede. Quindi a Firenze, nel 2004, con ”Omaggio a Giovanni Testori, Artisti di frontiera tra Milano e il Ticino”; nel 2006 ”L’opera su carta” al Centro Svizzero di Milano e nel 2008 “Artisti arabi e artisti italiani” a Beirut, Damasco, Il Cairo.
Nel 2009 gli è stato conferito il Premio Morlotti alla carriera a Milano e nel 2011 le edizioni Skira nella collana d’Arte moderna hanno pubblicato la monografia” Renzo Ferrari - Opere 1990-2010” a cura di Francesco Porzio. Alla Sinopia di Casa Rusca di Locarno, nell’ambito della presentazione della monografia Skira, mostra “Tecniche a confronto, 1990-2010/11” dal novembre 2011 al gennaio 2012.
Renzo Ferrari ha ora concentrato l’attività pittorica soprattutto presso il suo atelier di Cadro, ricavato in un edificio del nucleo del paese un tempo utilizzato come deposito per l’attività artigianale di suo padre, e al quale ha dato il nome di Barakon, mutuando alla sua maniera l’originale dialettale “baracon”, grande baracca.
Inaugurazione: 10 Novembre ore 17.30
Galleria d'Arte La Colomba
Via al Lido, 9- Lugano
Orario: mar-sab 14-18 dom e festivi 14.30-17.30
Ingresso gratuito