In search of Post Autonomy. Una performance in cui l'artista inglese, nel corso di una sessione della durata di 8 ore, completa e definisce il progetto di ricerca concettuale apertosi con la mostra intitolata 'The Scenarios of Post Autonomy'. Una forma di riflessione sul fulcro del suo lavoro, intesa come momento di liberta' di creazione.
La galleria Glenda Cinquegrana: The Studio è lieta di presentare In search of Post
Autonomy, la prima performance di David Goldenberg a Milano, in cui l’artista inglese, nel
corso di una sessione della durata di otto ore, completa e definisce il progetto di ricerca
concettuale apertosi con la mostra intitolata The Scenarios of Post Autonomy, che si è tenuta
in galleria dal 18 settembre al 18 ottobre 2012.
L’evento In search of Post Autonomy consiste in una forma di riflessione concettuale sul
fulcro della sua ricerca, che Goldenberg suole definire Post Autonomy, intesa come momento
di libertà di creazione, che è la naturale soluzione all’attuale crisi di pensiero, politica e cultura,
e di cui l’artista cerca di individuare una nuova forma di linguaggio.
In relazione a questa performance, che ha sede nella splendida sala degli Affreschi di
Palazzo Isimbardi e nello spazio del porticato quattrocentesco, l’Assessore Moda,
Eventi, Expo Silvia Garnero ha dichiarato:
"La Provincia di Milano è orgogliosa di ospitare l'artista David Goldenberg e offrire la
splendida cornice di Palazzo Isimbardi, quale palcoscenico d'eccezione per la performance
artistica di questo grande artista londinese. Goldenberg rappresenta una ‘voce fuori dal coro’
del sistema dell'arte, una coscienza critica votata a scardinare l'idea stessa di Arte: ne decreta
la fine per poi rifondarla abbandonando le convenzioni degli spazi e del tempo che all'Arte
tradizionalmente vengono dedicati."
Nel corso di questo evento, Goldenberg utilizza il pubblico come strumento per la
creazione di un nuovo linguaggio artistico, tramite la progressiva realizzazione di un disegno-
testo di grandi dimensioni sul pavimento della sala, e impiegando una videocamera come
testimone dell'attività che si sviluppa nelle corso delle otto ore di attività performativa. In
un’altra parte della sala, invece, un computer portatile connesso a Skype metterà in
comunicazione la performance con diversi artisti invitati a partecipare sulla base
dell’osservazione dello spazio e della produzione collaborativa del disegno.
Quindi, all’interno della sala degli Affreschi i protagonisti della performance assieme a
Goldenberg saranno tre: il pubblico, la telecamera e gli artisti invitati a partecipare dai quattro
angoli del mondo. Durante la performance la scrittura e il disegno sulla carta racconteranno di
un processo creativo collaborativo che è realizzato sul momento.
L’artista camminerà a larghi passi sulla carta nera e sceglierà il punto da cui iniziare il
disegno, dove il primo testo sarà la conseguenza visiva di ciò che è avvenuto nel corso della
mostra in galleria a Milano. I visitatori saranno incoraggiati a sentirsi a loro agio, dove il loro
contributo a questo processo di creazione consiste nel chiarire e semplificare tutti gli aspetti
del testo e dei segni che Goldenberg utilizzerà per descrivere la mostra. Ulteriori disegni
saranno aggiunti progressivamente dagli ospiti online.
La performance si articola in atti semplici e fondamentali: David Goldenberg sarà
innanzitutto impegnato a fissare fogli di carta nera sul pavimento, che come una lavagna,
rappresenta il supporto ideale a raccogliere i concetti, dove l'attività dell’artista è finalizzata a
creare un legame fra corpo e spazio dell’architettura. Una volta che la carta nera abbia
ricoperto il pavimento tutto, Goldenberg sceglierà un gesso colorato per i suoi testi, e affiderà
altrettanti gessetti di colori differenti al pubblico, in modo che ogni contributo potrà essere
individuato a posteriori. Il risultato di questo lavoro sarà l’opera che chiude e definisce la
mostra The Scenarios of Post Autonomy.
La performance si articola in tre fasi, che sono intitolate ai tre momenti successivi di
costruzione di linguaggio visivo:
Fase 1 - ore 10.00: Collaboration.
Fase 2 - ore 13.00: Visualisation.
Fase 3 - ore 16.00: Use these spaces to build Post Autonomy.
Il video della performance sarà parte del catalogo che verrà realizzato al termine della
travelling exhibition, che trova la sue tappe successive prima a Londra, e poi ad Eindhoven.
Per maggiori informazioni su questo progetto performativo realizzato da David
Goldenberg per la galleria Glenda Cinquegrana: the Studio, si prega di consultare i due
profili Facebook e Twitter: www.facebook.com/ScenariosOfPA, e www.twitter.com/Scenarios_of_PA.
Biografia dell’artista
David Goldenberg, (Hitchin, Hertfordshire, UK, 1956), è un importante artista concettuale
inglese. Personali principali_Da anni la sua ricerca si sta concentrando sul concetto di Post Autonomy,
che ha sviluppato in diverse mostre realizzate in importanti istituzioni internazionali, fra cui ricordiamo la
recente Template - Mobile Documenta, Chisenhale Studios, Londra (2011), The Space of Post Autonomy,
Arts Depot, Vienna (2011), Plausible Artworlds, Basekamp, Philadelphia (2010), Mobile Documenta,
Fordham Gallery, Londra (2009), The Time of Post Autonomy is now, Your space, Van Abbemuseum,
Eindhoven, Olanda (2009), the Space of Post Autonomy, Local operations, Serpentine Gallery, Londra
(2007). Collettive principali_Fra le collettive principali, Goldenberg annovera la partecipazione a
diverse manifestazioni di rilievo internazionale, fra cui ricordiamo la Biennale di Berlino (2012), la
seconda Biennale della Mongolia (2010), la decima edizione della Biennale di Istanbul (2007), la Sesta
Biennale di Sharjah, Emirati Arabi (2003). A queste si aggiungono diverse mostre in istituzioni pubbliche
internazionali fra cui segnaliamo Jump into cold water, Shedhalle, Zurigo (2006), Century City, Tate
Modern, Londra (2001), Out of space, Kolnischerkustverein, Germania (2000). Bibliografia
selezionata_ Atlantica, 48/49, 2010, Netwerk Center for Contemporary art Annual, 2007, Les Merveilles
du monde, di Jane Lee, a White Window Project, 2006; Postautonomie, a cura di Stefan Beck, Gutleut
Verlaug, 2006; Art Anthology, DuMont Literatur und Kunst Verlag, Cologne, 2004; New Media in Late
Twentieth Century Art, a cura di Michael Rush, Thames and Hudson book Ed., Londra, 1995; Installation
Art, a cura di Michael Petry, Thames and Hudson book Ed., Londra, 1993.
La galleria Glenda Cinquegrana: The Studio segue le più recenti proposte dell’arte
italiana e internazionale. Spazio espositivo concepito per una fruizione privata, si ispira alla
creazione di nuove modalità di comunicazione con il pubblico, più vicine al modello one-to-one
e on-demand.
Con il patrocinio della Provincia di Milano
Performance: domenica 25 novembre 2012, dalle 10.00 alle 18.00.
Palazzo Isimbardi
Corso Monforte, 35, I- 20122, Milano
Ingresso libero