Teorema Riflesso. Le opere di Borriello riflettono il suo interesse nei confronti delle odierne vicende umane, risolto in una chiave sempre piu' vicina all'astrazione.
a cura di Maurizio Vitiello
Stefano Borriello gioca a riprendere motivi dell’anima in quell’incastro di rifrazioni che ogni volta, da tempo, determina e detta nelle sue composizioni, anche in quelle ultime, che si possono apprezzare da “Serio” al centro di Napoli.
Traiettorie sincere, curvate nel tempo-spazio della propria ricerca.
Conosco Stefano Borriello e ricordo le precedenti due mostre, interessanti, speculativamente estetiche.
L’artista mi parla della sua passione artistica e della sua radicata intenzione di riagganciare un giro espositivo per poter promuovere gli ultimi sbocchi della sua produzione.
Visti gli incisivi tagli e le interpretazioni simboliche dialoganti con atmosfere metafisiche, che conquistano lo spazio, penso che i suoi lavori siano sotto una cupola di una costante, che si situa nella dinamica dichiarata di pregiate incursioni, che intendono vincere latenze e significare, invece, presenze.
Stefano Borriello imposta la redazione delle sue opere con saldi cromatici, dove emerge un autentico senso tattile, quasi di corporeità, per favorire un'assunzione icastica della scena geometrica.
Nella discrezionalità rigorosa dell'impianto si legge e si ricava la tendenziale idea di misurare lo spazio, ma, anche, di interpretarlo pienamente, possederlo e alla fine di conquistarlo con specificità segniche.
L’artista ricorre a iconografie che scandiscono manifestazioni nette o richiami speculari.
Stefano Borriello è fortemente impegnato a inquadrare moti e motivi, sostanze di attese e certezze acute di soglie, perimetri, varchi, respiri, aperture, che ben inquadrano il sentiero del limite, che non ravvede come soglia di preclusione.
Il "focus" dell'azione pittorica di Stefano Borriello prende spunto da vene di interesse esplicitate da estroflessioni e da giochi di rimandi speculari.
Un codice linguistico intenso segue segmenti e leggere cromie stabilizzano visioni consistenti.
Squarci di luci e significativi abili spessori alimentano intensi palpiti, equilibri di umori e spacchi di volontà, declinati con tratti decisi ed esperti.
In sintesi: agganciati a determinati gesti precisi aprono un calibrato ventaglio di motivi e di strutture visive.
Reticoli di segmenti, che vibrano tra torsioni dinamiche ed educate sovrapposizioni, dichiarano propositi e investigazioni e riassumono libere fughe in avanti per nuovi itinerari pittorici, sostanziati da suggestioni simboliste su cadenze di visioni metafisiche, che accettano ombre danzanti e presenze architettoniche cangianti.
Spessori, tocchi cromatici e precisazioni strutturali motivano stimolanti redazioni plastico-pittoriche, che sostanziano e snodano sequenze e inquadrature di un universo raccolto da risposte di uno specchio intimo, ma che guarda anche al mondo.
Insomma, richiami contemporanei e rimandi simbolici, in chiave astratta, determinano versioni monocromatiche.
I pochi colori sono gradualmente scelti, presi, ripresi, verificati, calati, stesi, assunti per sagomare l’origine e intendere il futuro.
Oggi, in conclusione, le ultime opere di Stefano Borriello riflettono l’atteggiamento d’interesse dell’artista nei confronti delle odierne umane vicende, risolto con una chiave sempre più vicina all’astrazione.
Maurizio Vitiello
Napoli, ottobre 2012
Inaugurazione giovedì 15 novembre alle ore 18
Galleria d’Arte “Salvatore Serio”
Via Oberdan, 8 (angolo Piazza Carità) Napoli
Orario 10.00-13.00/17.00-20.00.
Ingresso libero