Diabolik e Eva - Nel Bene e nel Male. In occasione dei 50 anni di vita editoriale, la mostra racconta la vita quotidiana di Diabolik tra un'avventura e l'altra.
testo critico di Gianni Brunoro per Spazio Papel
FRA IL DENTRO E IL FUORI...
Anche l’amatissimo Diabolik compie in questo 2012 la bella età di cinquant’anni di vita. Editoriale, beninteso, perché come molti fra gli eroi dei fumetti, non ha una precisa età anagrafica. Comunque, in cinquant’anni, sulla sua figura sono scorsi i proverbiali fiumi d’inchiostro, fin dalla sua lontana nascita editoriale, a novembre 1962, quando con il suo primo numero, Il re del terrore, irrompeva nel fumetto la figura di un protagonista negativo: una decisa stonatura nel dorato mondo delle nuvolette, concepite allora come un prodotto per bambini.
Certo, Diabolik nasceva all’insegna di un suo lato oscuro, le sue mamme di carta, le sorelle Angela e Luciana Giussani, erano esplicite in proposito: il loro eroe era ideologicamente figlio di Fantômas, celebre personaggio letterario di successo, ma un delinquente della più bell’acqua. Il lato oscuro era dunque già nel suo DNA.
Eppure, per i lettori, il “vero” lato oscuro di Diabolik è un altro. In quanto c’è da farsi su di lui la stessa domanda relativa a quasi ogni altro personaggio dei fumetti. Di loro, cioè, sappiamo quanto combinano nei momenti luminosi, nelle imprese sempre trionfali... Ma al di fuori di allora, come trascorreranno le loro ore? Pertanto anche Diabolik, cosa farà mai in quello “spazio bianco” intercorrente fra un episodio e l’altro? Ecco, siamo al punto. Per i lettori, il “vero” lato oscuro di Diabolik non è quello – per così dire – criminale della sua personalità, bensì ciò che essi ignorano dei suoi comportamenti... extra lavorativi (dato e non concesso che “delinquere” sia un lavoro).
È su questo lato oscuro che la Mostra (e il portfolio con le immagini) intende offrire un apporto chiarificatore... Le immagini di Enzo Facciolo – come al solito, di eccellente livello grafico e di raffinata ambientazione – alludono con tenera e complice ironia e con l’affabilità dell’amico di famiglia (!), a un certo chiarimento del mistero. In parte esse raffigurano i nostri eroi – sì, due, perché non esisterebbe Diabolik senza Eva Kant e viceversa – bensì nella loro quotidianità, la parte in luce delle loro giornate: il latrocinio, tanto per usare un parolone. Ma poi ecco anche il lato che per il lettore rimane normalmente in ombra: Eva e Diabolik nell’intimità del focolare... Per esempio quando lui, con la gentilezza di un fresco fidanzatino, la coccola esibendole una preziosa collana, o quando con mossa complice ne gode con lei l’aspetto al momento di indossarla... E poco importa che siano magari gioielli splendidi ma di provenienza furtiva. L’amore è cieco, no?, e si bada alla sostanza, non al contorno...
Sulla complicità del loro rapporto c’è poi un’interessante testimonianza. È il momento dedicato allo svago, mentre cioè essi sono intenti – nell’immagine che personalmente giudico la più elegante di tutto il portfolio – al nobile gioco degli scacchi. Del resto, a quale mai passatempo potrebbero dedicarsi due come loro, se non a uno idoneo ad aguzzare quell’intelligenza che poi ne caratterizza le imprese?
Si constata dunque una piena coerenza fra il “fuori” e il “dentro” della coppia Diabolik-Eva: la sistematica astuzia di quando, all’esterno, operano nella brillante audacia delle imprese che ben conosciamo; e di quando invece, all’interno, nell’intimità delle pareti domestiche, si comportano come nel tran tran di ogni intelligente coppia di innamorati. Alla faccia di tutto quanto si è scritto sul loro lato oscuro...
Inaugurazione 2 dicembre
Spazio Papel
via Savona, 12 - Milano
mart-ven 14-19, sab 11-13 e 14-19, dom 16-19
Ingresso libero