Black Gold. Sullam's works interact by wavering between a dreamlike state and the poetical, or romanticized, rendition of the material's use.
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Black Gold
'La cinica risata risuonante all'alba è una versione lirica dell'incubo'
Black Gold, Oro Nero, allude principalmente al business petrolifero, ma è pertinente anche a carbone, caffé, pepe nero, schiavitù, papavero da oppio, concime, more, capelli, Guinness, lievito di birra e bling (o bling-bling) - termine gergale della cultura hip hop: vistosa, ostentata esibizione di preziosi, o altri accessori barocchi. Benchè oggetto di commercio, questi prodotti combinano l'evocazione della subcultura popolare e relitti di epoca coloniale: il sottinteso è il rapporto fra simbolo e affari, fra modelli consacrati di comportamento di massa e il loro sfruttamento di mercato, o talvolta il contrario.
In questo contesto, i lavori di Jonathan Sullam interagiscono oscillando fra stato onirico e resa poetica, o romanticizzata, dei materiali utilizzati. Attestate sull'incrollabile convinzione che la visionarietà è la sola forma possibile di realismo, potenti metafore prendono corpo: l'amore si dichiara necessario e avvolto nelle sue catene, il paesaggio è invisibile, funesto, avvolto nella caligine di una nuvola, che forse non racchiude che se stessa... Oppure proietta nello spazio l'opacità dello sguardo dell'uomo contemporaneo sulla natura? Al contatto con le convenzioni sociali e con la produzione industriale e il consumo di massa, tutto sembra avvitarsi su se stesso, cadere nell'entropia e nella contraddizione... ma il rischio di perdersi è la sola via alla salvezza e solo segnalando ( o eventualmente magnificando) il pericolo l'arte ce ne porterà fuori. Ce ne porterà fuori quando il Black Gold, la realtà, il mondo com'è, con i suoi rituali sociali anomici e meccanici, sarà trasformato, anzi trasfigurato, nel mondo della (im)possibilità; e poichè il passaggio comporta un balzo nel vuoto, e una (temporanea?) esperienza di instabilità, Jonathan Sullam Sullam ci precede per provare che l'immaginazione è più forte e più preziosa del denaro falso con cui siamo abituati a regolare le nostre transazioni materiali e spirituali.
informazioni brevi:
l'artista Jonathan Sullam(b.1979,Brussels),vive e lavora stabilmente a Bruxelles,contemporaneamente espone e produce in spazi internazionali. (www.jonathansullam.com)
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Black Gold
“The cynical laughter that resonates at dawn is the lyrical version of a nightmare.”
Black Gold is usually associated with the petroleum trade. It is also generally related with coal, coffee, black pepper, slavery, opium poppy, compost, blackberries, human hair, Guinness, Marmite and bling (or “bling-bling” - a slang word in hip hop culture, referring to flashy, ostentatious jewelry or ornate accessories). Although these commodities link up with trading businesses, they combine the popular sub culture and the derelicts of the colonial age. The underlying resonance is the relationship between symbol and trade, where popular culture catalyzes tendencies to establish symbolic empowered trends, while trade makes a business of it, and sometimes vice versa.
In this context, Jonathan Sullam's works interact by wavering between a dreamlike state and the poetical, or romanticized, rendition of the material’s use. Firmly grounded on the conviction that the Visionary is the only possible variety of realism, powerful metaphors thus materialize: love is declared to be a need as well as wrapped in its own chains, landscapes are invisible, deadly, no more than a cloud of dust and smoke... A projection perhaps of the opaque sight turned by contemporary man over nature? Be that as it may, by getting in touch with social conventions and the industrial production and mass consumption, whatever symbol or good seems to fall in a spin, to become entropic and inconsistent... But as salvation is predicated upon the risk of damnation, art cannot avoid signaling (or even magnifying) the danger, if it has to show a way out. The latter, in turn, requires that Black Gold, or reality, the actual world, with its mechanical and anomic social rituals, be transformed, or transfigured, into the world of the (im)possible; and since this passage implies a dip in the dark, and a (temporary?) experience of instability, Jonathan Sullam takes the lead in order to show that imagination is stronger and more valuable than the fake money most commonly used for our material and spiritual transactions.
Brief:about artist
Jonathan Sullam(b.1979,Brussels),lives a works in Brussels and at the same time in international spaces (www.jonathansullam.com)
Vernissage January 17th 5-9 pm
ArteContemporanea
22, rue Des Chevaliers / 3rd floor - Bruxelles
Opening Hours Tuesday - Friday 4-8 pm