La rassegna raccoglie cinquanta olii su tela dell'ultimo periodo in cui il ''figurale'' come racconto e come tecnica espressiva viene proposto in tutta la propria unita' esplicativa. Figure, nature morte e paesaggi sono tematiche apparentemente semplici, ma che nascondono simbologie e metafore legate ad una profonda cultura.
Il figurale
Curatrice: Mimma Massone
Questa esposizione, dedicata all'opera dell'artista Antonio De Santis, promossa ed organizzata da Mimma Massone, viene allestita, dal 19 al 31 luglio, presso il prestigioso spazio espositivo della Salle des Fêtes a Saint-Jean-Cap-Ferrat in Côte d'Azur (Francia) e si svolge con il patrocinio del comune di Saint-Jean-Cap-Ferrat.
La rassegna raccoglie cinquanta olii su tela dell'ultimo periodo in cui il ''figurale'' come racconto e come tecnica espressiva viene proposto in tutta la propria unità esplicativa. Figure, nature morte e paesaggi sono tematiche apparentemente semplici, ma che nascondono simbologie e metafore legate ad una profonda cultura.
L'evento dal titolo 'il figurale' vuol documentare in maniera precisa l'evoluzione di questo artista che dopo un lungo percorso nel mondo della sperimentazione e dell'astrazione ritorna ad un segnale pittorico leggibile superando in tal mondo sia il figurativo e l'astrazione tout court. Il colore e la sintesi figurativa diventano quindi nella pittura di De Santis estremi fondamentali. I colori utilizzati nella propria purezza donano all'espressività una forza inconsueta che racchiude una intensità emotiva particolarmente forte, mentre il racconto acquista nella sintesi della forma una dimensione nuova. Fedele al manifesto del Realismo/Astratto, l'artista costruisce le proprie opere attraverso un susseguirsi di piani autonomi che nel loro insieme conferiscono al quadro una profondità ed un ordine di sapore antico.
Ha scritto l'indimenticabile poeta e critico Alberico Sala ''La riflessione tocca la costanza del lavoro di De Santis, la ricerca senza esagerati ossequi, o inerti filtrazioni, controllate sempre dalla sua cultura figurativa, dalla sperimentazione personale, aperta al contributo degli altri, e resa più viva dal privilegio del dubbio. Così i riferimenti estetici che si possono cogliere lungo il suo percorso, dalla genesi informale, con la predilezione per la natura morta e il paesaggio, la memoria della costruttività cèzanniana, alla nuova figurazione, non sono mai di stretta, ortodossa osservanza. Appaiono, piuttosto, come momenti di analisi, atti di un processo creativo in fieri, aspetti di un work in progress, che persegue una soluzione autonoma, insieme tematica e formale. Un esito di ''buona pittura'', per citare la definizione di un vero pittore, il bergamasco, maestro della Carrara, Trento Longaretti, che rendeva, già anni fa, omaggio alla ''intensità cromatica, unita ad una larghezza compositi va nei paesaggi inventivi, per nulla descrittivi, anzi evocativi, fantastici liberissimi'' di Antonio De Santis. Concludeva che egli era ''sulla strada giusta''. La strada che passa attraverso i ''ponti di passaggio'' annunciati da Campana (Dino Campana, poeta faentino ndr), e ha portato De Santis a questa più recente stagione figurale, in cui, come è stato giustamente osservato, è l'indagine psicologica, la partecipazione esistenziale a determinare la forma, la stessa materia pittorica. Bisogna aggiungere l'influenza del colore, preminente nel veneziano Antonio De Santis. Introspezione psicologica e tensione cromatica strutturano le sue opere. La deformazione diviene rivelazione ed allarme, l'assenza una denuncia. Gli echi letterari si affollano. Ma, la pittura di De Santis ha in sé ragioni specifiche per giustificarsi. Nè vanno dimenticati i contributi dei disegni, in cui l'idea germinante si manifesta, annuncia il dipinto. Dunque, il nostro artista, è sulla ''strada giusta''; con le carte e le tele in regola.''.
De Santis rappresenta una delle nuove espressioni dell'arte contemporanea. Una espressione nata e trasformatasi in lunghi anni di lavoro e di ricerca con un itinerario espositivo che lo ha visto presente, non solo, in quasi tutta Europa. Al di là dell'ottica espressiva questo artista si impone per quella volontà di ricerca e di presenza nel mondo dell'arte che lo indicano come uno degli autori di maggior interesse e spicco nell'ambito della nuova generazione.
NOTA BIOGRAFICA
Antonio De Santis nasce a Venezia nel 1950. Si trasferisce nella bergamasca negli anni Sessanta. Conseguita la Maturità Scientifica a Faenza si iscrive alla Facoltà di Filosofia alla Cattolica di Milano.
Inizia dipingere giovanissimo frequentando studio del pittore Ermenegildo Rondina a Mestre. Dopo un periodo figurativo inizia una lunga parentesi di ricerca nell'ambito della pittura astratta che sfocerà nel Manifesto del Realismo/Astratto del 1979. Coniuga al lavoro pittorico la collaborazione a riviste e quotidiani curando rubriche dedicate all' arte. Fonda e dirige la rivista Terzapagina. Tra le sue pubblicazioni il Catalogo degli artisti operanti nel Bergamasco (1978), Bergamo e l'Arte - Un popolo e la sua cultura, Pietro Fassi, Pittura Orobica del 1° Novecento, Estetica 1, Estetica 2, Estetica 3.
Inizia ad esporre nel 1965 partecipando ad importanti rassegne ed allestendo mostre personali in Italia ed all'estero. Le sue opere sono collocate presso collezioni pubbliche e museali in Italia ed all'estero tra cui la Biblioteca di Alzano Lombardo (Bg), Provincia di Bergamo,Comune di Verteva (Bg), Comune di Faenza, Archivio Storico Arte Contemporanea Biennale di Venezia, Raccolte Vaticane, Pinacoteca Accademia Tadini di Lovere (Bg), Museo d'Arte Historico Pedagogico di S. Paolo del Brasile.
Documentazione sull'attività artistica di De Santis sono raccolti presso l'Archivio della Biennale di Venezia, Archivio Storico Arte Contemporanea Museo Bandera di Busto Arsizio, Kunsthistorisches Institute di Firenze.
Luogo: Côte d'Azur (Francia), Saint-Jean-Cap-Ferrat, Salle des Fêtes