43 scultori di fama internazionale espongono le loro opere in spazi nati per accogliere grandi macchine industriali, dove la suggestione delle sculture trova un affascinante cornice per coniugare l'ispirazione dell'artista e della sua opera con la concretezza, anch'essa affascinante, della tecnologia.
43 Scultori, un territorio e la sua centrale elettrica
SCULTURA E TECNICA INDUSTRIALE A CONFRONTO
a cura di Giuseppe Cordoni
La misura perduta
In epoche passate l'impatto del fare umano sul mondo che ci circonda non era di certo così devastante come quello procuratoci dall'esplosivo sviluppo tecnologico di questi nostri ultimi cinquant anni. Al contrario, proprio la civiltà italiana poteva vantare d aver raggiunto un suo straordinario modello d'equilibrio fra l'uomo e l'ambiente. Un inderogabile necessità estetica ne aveva sempre guidato la mano. Cosicché, nel corso dei secoli, il bello e l'utile erano stati considerati come due elementi indissociabili d'una stessa realtà vivente. Non si erano forse gli spazi delle città armonizzati in modo analogo alla struttura e alla misura di un corpo vivente? E i così dolci profili di certi nostri paesaggi rurali non ci appaiono ancora, come ad arte, modellati o dipinti? Una drammatica débacle estetica sta invece ora sconvolgendo il mondo che ci circonda; e di disarmonia si sono ammalati gli spazi della nostra esistenza. Si è smarrita la percezione quotidiana d una beltà rasserenante, mediatrice fra noi e le cose. Ogni reale presenza dell'arte si è rarefatta, sin quasi a sparire dalla nostra vita d ogni giorno, perdendo noi la coscienza stessa della sua funzione essenziale: progettare armonie condivisibili. Oggi si è invece obbligati a traversare chilometri e chilometridi degradate periferie urbane o di convulsi agglomerati industriali senza rinvenirne ormai la ben che minima traccia. Quasi che fosse possibile illuderci d essere in grado di abitare, produrre, inventare ancora una qualsiasi forma plausibile d esistenza felice senza che essa continui a regalarci la sua grazia liberatrice. Quasi neppure ci si accorge più di come, senza poesia, la realtà che ci circonda ci diventi sempre più estranea, assurda e inabitabile.
Ristabilire un dialogo interrotto Un evento artistico così inconsueto come questo: Magnetismi delle forme Scultori in Centrale, costituisce innanzi tutto una radicale inversione di tendenza rispetto ad una generale estromissione dell arte d oggi dalla nostra vicenda quotidiana. Vuol essere una scommessa contro una tendenza restrittiva, oggi così diffusa, dei poteri del bello sulla formazione di una reale coscienza estetica, vale a dire di una visione privilegiata rispetto alla realtà del mondo in cui viviamo. Deve, infatti, il potere della bellezza, oggi più che mai, tornare a far sentire ovunque la propria voce; e non solo nei luoghi canonici ad esso più deputati. I musei, le gallerie d arte, o le grandi mostre prese d assalto dalle folle sepre più numerose di un crescente turismo culturale di massa. Ancor gli spazi anonimi del lavoro e della produzione reclamano il ripristino di un umana misura smarrita. Perciò Enel Produzione ha avuto la felice intuizione di aprire le sue Centrali Elettriche ad alcune espressioni fra le più significative della scultura contemporanea. A cos altro, se non ad una visione così originale e inusitata del suo messaggio, noi possiamo veramente affidare il compito di ricucire questo strappo, quasi irreparabile, che si è prodotto fra il bello e l'utile? Fra il mistero della vita e il potere con cui scienza e tecnologia intervengono su di esso. E dunque il primo scopo che questo itinerario espositivo si è dato, non è stato dunque quello di limitarsi, per la semplice durata di una mostra, a contaminare con l inquietante e insolita presenza di queste sculture spazi impropriamente considerati solo come industriali e che per tale loro natura parrebbero di per sé privi d una qualsiasi virtualità poetica.
Si è voluto invece dimostrare semmai la contiguità e il nesso profondo che in ogni tempo - e a maggior in questa nostra epoca - sempre si stabilisce fra i codici simbolico formali della scienza e della tecnica e le forme dell arte: e ancor più la necessaria corrispondenza poetica che deve tornare ad essere percepita fra il più intimo universo psichico dell uomo e l anima della natura. Sculture come magneti dell anima Perché sempre, a ben vedere, una profonda analogia s instaura fra questa materiale trasmutazione della forza dell acqua in luce, calore e movimento: energie che attivano e trasformano la nostra esistenza materiale, e quei processi interiori che determinano ogni creazione estetica. Anch essa trasmuta energie psichiche vitali in energie poetiche inesauribili. Così lo scultore manipolando la creta, il marmo, le pietre, i metalli crea quei magneti dell anima in cui ad illuminarsi sono proprio le forme con le loro cariche di bellezza rivelata. L acqua e la vita, la terra e la vita, il fuoco e la vita, l aria e la vita, le energie cosmiche e la vita. E il corpo femminile come luogo fisico e dell anima in cui la vita abita e si perpetua in una sua arcana volontà di bellezza. Sono questi i poli entro cui queste cinquantasei opere esposte ci rivelano la suggestione di ogni loro magnetismo poetico. Da un lato ecco le forme organico-astratte che ci rendono percettibili le energie del Creato. Altre individuano invece nel corpo femminile, in ogni età della donna, nel suo universo mitico o reale, una sorgente di beltà che trascorre come quella dei fiumi sulla Terra, o esplode come il cuore dei vulcani.
E che s incarna nel tempo, illuminando e trasfigurando il volto opaco d ogni nostra storia. E senza dubbio costituisce una circostanza assai singolare quanto significativo il fatto che, a realizzarle, siano stati artisti di più continenti: dall Europa, all America Latina, all Estremo Oriente. Ma tutti operanti in un lembo così privilegiato di quella Toscana che proprio in virtù di una sua vocazione artistica millenaria è stata il più grande magnete d ogni tempo della beltà scolpita. Tanto che, ancor oggi, indiscussa rimane la centralità creativa del bacino apuo-versiliese nel panorama della scultura mondiale. Essi hanno infatti fatto di questa regione, il loro studio, la loro casa e una delle risorse più feconde alla loro creazione. Non deve dunque meravigliarci se le cinquantasei sculture qui esposte, siano state eseguite negli antichi laboratori di scultura del marmo e nelle fonderie d arte di Pietrasanta. Anzi, ogni loro presenza in questa mostra si propone anche di rendere omaggio alla maestà di un paesaggio come questo che spesso li ha ispirati. Le Centrali come giardini della scultura d oggi E iniziato così quest inusitato viaggio di ben cinquantasei opere rendono omaggio al mistero dei quattro elementi e alla loro sintesi di bellezza espressa dal corpo umano. E quattro sono le tappe di Magnetismi delle forme attraverso l Italia. Anche nella scelta delle rispettive Centrali Enel che le ospitano, molto si è tenuto conto delle singolarità tecniche, paesaggistiche e ambientali che così fortemente le caratterizzano. Né ancor meno è stata dimenticata la storia umana e sociale che è ruotata attorno ad esse determinandone, attraverso il lavoro, lo sviluppo. Quanto sia in verità solo apparente il presunto contrasto fra le strutture funzionali concepite dalla tecnica e le forme estetiche espresse dall arte d oggi qui lo si è potuto finalmente accertare. E, con sorpresa, ci si è accorti di come ogni centrale sappia accogliere, con una sua peculiare vocazione espositiva, l impronta di queste opere, svelandocene l energia poetica spesso ancor più intensamente di quanto non accada negli spazi canonici di un qualsiasi museo. È lo scarto imprevisto a produrre accensioni repentine; e ancor più luminoso il bello si manifesta, quando meno ce lo aspettiamo. Così nella Centrale di Torrite, a Castelnuovo di Garfagnana è stata la presenza plasmatrice dell acqua ad imprimere al profilo di questa mostra un idea di scultura organica e naturale che dalla stessa maestà del paesaggio apuano sembrava attingere tutto il proprio vigore. Come vascelli per poco attraccati in un porto, sono in seguito apparse queste forme scolpite. E l aria è stata, infatti, l elemento che le ha fasciate di una struggente ansietà d infinito.
Esposte sulla bassa radura di fronte alla centrale termoelettrica di Tor del Sale, affacciata sul golfo di Piombino, battuta senza tregua da un antico vento etrusco. Poi, sotto l immensa mole delle torri di raffreddamento della Centrale di Santa Barbara di Cavriglia, opere d arte anch esse d astratta e suprema eleganza, ecco queste sculture rivelarsi come se ci fossero state appena partorite dalla terra. Dal grembo travagliato di una madre che ha dato e che ha sofferto, come questo brullo e stremato bacino lignifero del Valdarno Superiore che le ha accolte. Annunciandovi così altre resurrezioni, altre ipotesi di armonia. L ultima tappa: la Centrale Alessandro Volta a Montalto di Castro Ma ancor più suggestiva s annuncia l ultima meta di questo itinerario che utilizza gli spazi del Centro Informazioni di questo impianto termoelettrico fra i più grandi d Europa. Proprio qui, dove la presa di coscienza dei bisogni energetici del nostro modello di sviluppo ha conosciuto la sua più complessa riflessione. Non solo si è voluto rendere il più possibile trasparente la realtà che muove i suoi processi produttivi. Si è pensato di trasformarlo in un luogo ameno di scambio e di conoscenza. Privilegiando in particolar modo l incontro con i giovani e le scuole, chiamati ad essere attivamente coscienti d ogni nostra scommessa tecnologica. Ed allo stesso tempo lo si è concepito come una possibile grande fabbrica di emozioni estetiche, predisponendo questa sua struttura polivalente ad accogliere i più svariati eventi culturali; e invertendo quella tendenza al degrado a cui non necessariamente appare ormai condannato, sin dal suo esordio, ogni spazio industriale. Non poteva perciò esserci un punto di arrivo più appropriato per questi Magnetismi delle forme. Qui dove il quarto elemento, la forza arcana del fuoco, ha trovato il suo emblema più fecondo. Qui dove il silenzio ondulato della Maremma etrusca accoglie questo gigante tecnologico dell energia, passato e futuro ormai si cercano senza scontrarsi. Così gremito di luci, il suo profilo notturno sembra affiorarci da un sogno, come un immensa nave felliniana. Mentre di giorno s impone fra mare e terra, come un cuore che pulsi a cielo aperto, diramando la sua potenza in ogni direzione. Dal Belvedere che domina la centrale, lo sguardo ben percepisce questa sua avveniristica intrusione. Al centro di un paesaggio antichissimo, modellato anch esso dalle mani di differenti civiltà , al pari di una scultura - quasi un corpo di donna addormentato - che così lentamente ha saputo maturare questa sua faticosa perfezione. Cosa invece ancora manca al compiersi di questo nostro nuovo modello di sviluppo? Forse nient altro che un supplemento d anima: la luce di un energia poetica in grado di rivelarci altre ipotesi di equilibrio fra noi e il mondo che circonda. Fra noi e il mondo che è dentro di noi. Come già riescono a suggerirci queste sculture che sulla collina già ci propongono altri dialoghi insperati. Di certo il viaggio della loro bellezza non finisce qui, né questo Centro Informazioni potrà in seguito fare a meno del loro armonioso ricordo. Sculture generate dal fuoco della mente e del cuore Qui è l estate la stagione che porta a compimento l energia dei colori. Oro e miele è il giallo dei campi mietuti e delle ruote di paglia che dormono sotto la luce, come pani giganteschi. E zaffiro è l abbraccio del mare che gli corre incontro. Qui è il granaio ideale in cui vengono infine riposte queste forme sognate e scolpite. Qualcuno ha scritto che il poeta altro non è che un forno in cui cuoce il reale.
Al pari d ogni altra energia che muove la nostra esistenza, ci resta indispensabile il suo dono. Perché solo la sua fatica creatrice è in grado di trasmutare e di rendere prezioso il valore del tempo che stiamo vivendo. Basti un opera delle sessantatre sculture qui presenti a farsi emblema di questa ricerca. Pochi altri maestri della scultura del Novecento hanno al pari di Giò Pomodoro così profondamente sentito e meditato l idea stessa di energia: come tutta la drammaturgia tellurica della pietra sia attraversata dallo spasimo di riuscire a tradursi in misura e canto umano. Non appare dunque un caso se sul fronte della base di questo monumentale Sole deposto concepito come indelebile testimonianza d amore verso la sua marchigiana città natale di Orciano, lo scultore abbia voluto scalpellare proprio l incipit e la chiusa dell Infinito leopardiano, invocando anch egli, nel mare delle interinate possibilità delle forme, il suo ultimo dolce naufragio.
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Le centrali di produzione di energia elettrica sono da sempre presenze di grande impatto sul territorio che le ospita: luoghi di lavoro un po misteriosi per i più, ma anche fonte di sviluppo economico e punto di riferimento tecnologico. Al di là della loro vocazione industriale, le grandi fabbriche dell energia possono divenire soggetti comprensibili e luoghi di incontro e di aggregazione sociale, oltre che scenari suggestivi e inusuali per ospitare forme d arte e occasioni di cultura. Per questo Enel ha deciso di aprire i suoi impianti al pubblico, cercando di favorire l integrazione tra il territorio e la sua cultura e gli impianti, anch essi parte integrante e fondamentale dei luoghi in cui si trovano. Il programma Centrale aperta prevede che tutti possano visitare le maggiori centrali italiane: giovani, famiglie, scolaresche, turisti. Tra le iniziative più recenti ricordiamo i concerti e le mostre organizzate in alcune centrali, i net point rivolti in particolare a un pubblico di giovani e al mondo della scuola, le visite guidate che riscuotono l interesse e la curiosità delle scolaresche. Il successo di queste iniziative e gli oltre 200.000 visitatori dello scorso anno nelle centrali di tutta Italia rappresentano una ragione in più per continuare ad essere una casa di vetro. In linea con questa logica Enel è lieta di ospitare in alcune sue importanti centrali termoelettriche e idroelettriche la mostra Magnetismi delle forme . Dopo Santa Barbara in Toscana, anche a Montalto di Castro 43 scultori di fama internazionale espongono le loro opere in spazi nati per accogliere grandi macchine industriali, dove la suggestione delle sculture trova un affascinante cornice per coniugare l ispirazione dell artista e della sua opera con la concretezza, anch essa affascinante, della tecnologia. Maria Cristina Milano Responsabile Comunicazione Divisione Generazione ed Energy Management Enel
Immagine: Gabriele Rovai - La dea dell'acqua
Orari: - dal martedì al sabato, dalle 9 alle 22,30 - domenica e lunedì, dalle 9 alle 16 - dal 22 luglio al 19 agosto, martedì e venerdì fino alle 24
INGRESSO LIBERO
Informazioni e prenotazioni: tel. 0766873900
Centrale Enel Alessandro Volta
Località Pian dei Gangani (km 113 S.S.1 Aurelia)
Montalto di Castro (VI)