Chiesa del Carmine
Fermo (AP)
Corso Cefalonia
WEB
Giovanni Battista Piranesi
dal 18/7/2003 al 23/11/2003
0734 217140
WEB
Segnalato da

Gabriella Papini




 
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18/7/2003

Giovanni Battista Piranesi

Chiesa del Carmine, Fermo (AP)

Piu' di cento acqueforti, molte fanno parte della collezione della Biblioteca Comunale di Fermo e altre provengono da collezioni private. Le opere comprendono quasi per intero l'arco temporale della produzione artistica di Piranesi, dal 1743 fino oltre il 1770, e rappresentano in un affascinante quanto esauriente itinerario cronologico, la profondita' della sua ricerca e lo spessore innovativo della sua intensa attivita'. Tra Illuminismo e Romanticismo egli influenzo' le arti figurative del suo tempo. La cura della mostra e la scelta delle opere di Sandro Pazzi, saggio storico e apparati di Anna Lo Bianco.


comunicato stampa

Comune di Fermo
Provincia di Ascoli Piceno
Regione Marche

Patrocinio
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI

Giovanni Battista Piranesi
tra Illuminismo e Romanticismo influenzo' le arti figurative del suo tempo

SONO PIU' DI 100 le acqueforti di Giovanni Battista Piranesi, molte delle quali facenti parte della collezione della Biblioteca Comunale di Fermo, che si possono ammirare in una grande mostra a partire dal 19 luglio. Nella Chiesa del Carmine di Corso Cefalonia, nel cuore storico della città, sono in mostra opere uniche, mai uscite dalla Biblioteca Comunale (87 stampe di proprietà comunale e 38 provenienti da collezioni private).

LE OPERE comprendono, quasi per intero, l'arco temporale dell'attività artistica di Piranesi, dal 1743 fino oltre il 1770, e rappresentano, in un affascinante quanto esauriente itinerario cronologico, la profondità della sua ricerca straordinaria e lo spessore innovativo della sua intensa attività. Tra queste, alcuni esemplari delle sue famose serie da la Prima Parte di Architettura e prospettiva del 1743, la Magnificenza di Roma del 1751, i Trofei di Ottaviano del 1753, fino a Vasi Candelabri Coppe del 1778 per citarne solo alcune.
Tra le tavole esposte alcune di grandissima suggestione come le ''Ruine di Sepolcro antico posto dinanzi ad altre ruine d'un Acquedotto pure antico''; in cui i maestosi ruderi si contrappongono ai piccoli personaggi raffigurati, in una visione di fortissimo impatto.
Tra le opere più note, anche ad un vastissimo pubblico sia del suo tempo che attuale, (Piranesi ha mantenuto sempre la sua popolarità –naturalmente una popolarità colta: quale studio, ufficio abitazione elegante non hanno avuto e non hanno ancora almeno un Piranesi alle pareti?), Interni di carcere:fantastiche, spaventose visioni di ciclopici interni; tutto un assurdo ma prospetticamente perfetto intersecarsi di pilastri, archi, volte, capriate, scale, strumenti di supplizio; visioni d'incubo di un terribile mondo irreale, non ravvisabile in alcuna opera d'arte precedente.

GIOVANNI BATTISTA PIRANESI (Venezia 1720- Roma 1778) è uno dei protagonisti indiscussi della cultura figurativa del Settecento, apprezzato dai Papi allora regnanti, dai committenti e dagli intellettuali più significativi del momento, in contatto con il mondo internazionale delle arti, in una Roma cosmopolita dove Piranesi vive e lavora. La sua bottega, dal 1761 a Palazzo Tomati a strada Felice, l'attuale Via Sistina a Trinità dei Monti, è un vero crocevia di amatori e artisti di ogni provenienza. La mostra è anche una sorta di racconto della vita di Piranesi e delle sue vicende; dai numerosi riconoscimenti (nel 1757 è nominato membro onorario della Società degli Antiquari di Londra (Society of Antiquarians) e nel 1761 è eletto accademico dell'Accademia di San Luca; per arrivare alla collaborazione, negli ultimi anni con i suoi figli, soprattutto nell'attività incisoria, che gli ha dato più fama dell'architettura. Con i figli effettuò ripetute visite ad Ercolano, Pompei e Paestum: riuscì però a disegnare soltanto i templi senza stampare tutte le lastre prima della morte. Saranno i figli poi a completare questa ultima opera. I Piranesi, primo esempio di quell'imprenditoria familiare che ancora oggi caratterizza e distingue a livello europeo il sistema economico italiano, si distinsero nell'arte incisoria; il figlio Francesco, anch'egli architetto e che godette di una discreta notorietà, con la sorella Laura e il fratello Angelo, impiantò a Parigi la ''Calcographie de Piranesi frères'', con annessa Scuola di incisioni e una fabbrica di terrecotte.
L'artista aveva iniziato la sua formazione a Venezia, studiando disegno, architettura, scenografia, incisione; la completerà poi a Roma dove giunge giovanissimo e dove resterà fino alla morte.
Sarà proprio il contatto con la GRANDIOSITA' DELLA ROMA ANTICA a offrirgli lo stimolo per un sentimento artistico sempre più coinvolgente, che finisce con l'abbracciare tutta la sua vita e la sua attività in un'unica direzione: la ripresa di tutti i monumenti e i ruderi antichi per tramandarne ai posteri la grandezza attraverso un repertorio grafico vastissimo, di migliaia di esemplari. Le sue incisioni riscuotono da subito grande successo e si diffondono in Italia e in Europa, tra artisti, amatori, collezionisti. A questo compito divulgativo e storico l'artista unisce l'emozione e il rimpianto per una bellezza e un'armonia per sempre perdute.
A metà quindi tra Illuminismo e Romanticismo, Piranesi anticipa i tempi influenzando le arti figurative anche in Francia e in Inghilterra nel successivo Ottocento.

La cura della mostra e la scelta delle opere sono di Sandro Pazzi, mentre il saggio storico e gli apparati storico-artistici sono di Anna Lo Bianco. Il Comitato scientifico è formato da Maria Chiara Leonori, Giovanni Ciarrocchi e dagli stessi Pazzi e Lo Bianco.
La rassegna è promossa da: Regione Marche, Provincia di Ascoli Piceno, Comune di Fermo, in collaborazione con Arcidiocesi di Fermo e Real Accademia de Bellas Artes de San Fernando-Calcografia Nacional de Madrid.

Con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è organizzata dal Comune di Fermo-Settore Biblioteca e Musei, dall'Associazione Culturale ''La Luna'' e dall'Associazione Culturale ''Amici dell'Arte e del Collezionismo''. Il catalogo è formato da due volumi, con saggi critici di Lo Bianco, Pazzi e Leonori, e con immagini, complete di didascalie e di riferimenti storico-artistici, di tutte le opere in mostra. Il primo volume illustra le opere provenienti dalla Biblioteca di Fermo, il secondo le 38 stampe provenienti dalle collezioni private.
Vere e proprie anteprime di questo evento, sono state le tappe in Spagna, a La Coruna, poi alla Calcografia Nazionale di Madrid e infine a Santander. E prima ancora, nell'estate 2002, le acqueforti dei collezionisti erano state in mostra a Fuendetodos, la patria di Goya.
Ovunque la mostra è stata accolta con grande entusiasmo dalla stampa internazionale.

INAUGURAZIONE: 19 luglio 2003, ore 18.00 presso Palazzo dei Priori, Salone dei Ritratti

Sede della mostra: Chiesa del Carmine Corso Cefalonia, Fermo

Orario visite:
tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 13; dalle ore 17.30 alle 20.30. Chiuso il lunedì.
Tutti i giovedì di luglio e agosto, e tutti i giorni dal 10 al 17 agosto, l'orario pomeridiano è prolungato fino alle ore 23.30.

Ingresso: Intero euro 2,5- Ridotto euro 1,5.

Per informazioni: ''Punto informativo dei Musei di Fermo''- Tel. 0734/ 217140

Comunicazione: Ufficio Stampa Gabriella Papini, tel. 071/3580025- 347/5080306
Ufficio Stampa Comune di Fermo: Carmela Marani, tel. 0734/284318

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