Cose Trasparenti. Eseguite con la tecnica della grafite o modellate nel gesso, le opere di Surdi hanno una connotazione ambientale che da' loro un carattere oggettuale e le traspone in una dimensione installativa.
A cura di Ida Parlavecchio
Nel momento che volgiamo l’attenzione a una cosa, rischiamo di affondare fatalmente nella sua
storia. Bisogna imparare a sfiorare la superficie della materia se si vuole che questa resti
all'esatto livello del momento. Una disciplina dell’ora che Francesco Surdi ha assunto come
poetica e che lo ha portato poco per volta a trattare la superficie dei suoi soggetti con tocco
sempre più leggero, fino al limite dell’impalpabilità, fino al limite della riconducibilità formale. A
pelo d’acqua.
Vannucci Artecontemporanea e l’associazione Utopias!, in collaborazione con Banca
Interregionale presentano Cose Trasparenti, opere di Francesco Surdi.
La mostra, che si snoda attraverso le due sale in cui è divisa la galleria, compone e ricompone
un percorso, poetico ed espositivo, senza fine né inizio. Il doppio ingresso alla galleria dall’una o
dall’altra sala, infatti, dà all’itinerario visivo un’inclinazione percettiva che muove verso una
crescente evanescenza, o viceversa verso l’apparizione rarefatta dell’immagine. Come in un
cerchio ideale ed emozionale.
Eseguite con la tecnica della grafite o modellate nel gesso, le opere di Francesco Surdi hanno
una connotazione ambientale, non solo perché le sue figure su carta sono intrinsecamente
legate all’elemento della cornice, che dà loro un carattere oggettuale e le traspone in una
dimensione installativa, ma per la relazione osmotica che stabiliscono con lo spazio e con lo
spettatore.
“Ritratti silenziosi dai lineamenti aleatori, figure d’uccelli appena percettibili, sospesi
senza contorno in un alone opalescente, le cose trasparenti di Surdi,” scrive Ida Parl avecchio
nell’introduzione in catalogo,“ alludono a una durata transitoria, a un’esistenza labile, sono una
texture leggera che lambisce percezioni e cose. Nella loro trama aperta si formano piccoli
epicentri, punti di sprofondamento dove il livello di superficie si abbassa fin quasi ad aprire un
buco negli strati della coscienza.”
Volatili in senso ideale e visivo, questi motivi trovano un contrappeso nelle sculture bianche che
l’artista colloca nelle loro vicinanze come formazioni materiche levigate dall’acqua, ancoraggi cui
agganciare i disegni.
L’indeterminatezza nelle opere più recenti di Surdi si compie fino in fondo, come un passo
naturale, senza per questo tradire l’ascendente figurativo.
Francesco Surdi è nato nel 1986 a Partinico (PA). Si è diplomato in Pittura nel 2010 presso
l’Accademia di Belle Arti ABADIR di San Martino delle Scale (PA). Attualmente vive e lavora a
Palermo dove frequenta il biennio di specializzazione in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti.
Mostre collettive
Lontani come rami galleggianti, Ex Collegio dei Gesuiti, Alcamo, 2012
Sweet Sheets IV (Only works on paper), Zelle Arte Contemporanea, Palermo, 2012
À partir de l'aeu (storia di una sconosciuta), a cura di Guillaume Von Holden, Zelle Arte
Contemporanea, Palermo, 2011
Allegory of the Cave, Quattrocentometriquadri Gallery, Ancona, 2011
Parallels 2, Villa Giulia, Palermo, 2011
Rendez-vous, a cura di South e North, Spaziodeep, Palermo, 2011
Inaugurazione: sabato 9 febbraio 2013 ore 18.00
Galleria Vannucci
via della Provvidenza, 6, Pistoia
Orario: dal martedì al sabato dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00
Ingresso libero