Et in arcadia ego. Gli dei dimenticati ci guardano. A John Keats. Turchi pone lo spettatore in un rapporto dialettico con un suo piu' complesso fondamento metafisico e lo avvolge in un'atmosfera rarefatta.
Il 23 febbraio 1821, giovanissimo, John Keats moriva a Roma. E nella stessa data (quasi duecento anni dopo) l'artista Giovanni Turchi dedica le sue opere pittoriche all'idea centrale di Keats: una ricerca insopprimibile (poetica, estetica, umana) di un assoluto di purezza e immediatezza. E se Roma (e la Grecia, e il mondo antico) appaiono a Keats come momenti da recuperare e valorizzare, anche Turchi – con uguale sincerità – si misura con forme, luoghi e suggestioni di esplicita valenza classica.
In questa direzione, la categoria dell’antico si fa paradigma e struttura archetipica delle cose. E il presente, consequenzialmente, sembra avere speranza di sopravvivenza a una precisa condizione: mettere da parte il contingente (il qui e ora) per cogliere invece la ragione di sé nella rielaborazione costante di modelli universali, stratificati e consolidati nel tempo.
La mostra dell’Artista Giovanni Turchi trasfigura dunque, simbolicamente, la realtà circostante, pone lo spettatore in un rapporto dialettico con un suo più complesso fondamento metafisico), e lo avvolge in un’atmosfera rarefatta, sospesa, al di là dei condizionamenti spazio-temporali: un luogo dove anche la morte e la corruttibilità della materia trovano una loro coerente spiegazione logica.
Così, attraverso l’esperienza estetica, veniamo proiettati in un frammento di infinito, dove trova posto soltanto l’ansia individuale, il nostro “essere gettati”, il nostro “essere soli” di fronte alla nostalgia dell’assoluto.
Nel corso della serata ci sarà un evento poetico-musicale dedicato a John Keats con la partecipazione della flautista e dell'attrice Mara Veneziano
Inaugurazione: 23 febbraio 2013, ore 18.30
Ecos Gallery
via Giulia 81/a – 00186 Roma
Apertura al pubblico: mar-ven 13-19 e sab 11-13 e 17-20
Ingresso libero