Galleria Bianconi
Milano
via Lecco, 20
02 22228336
WEB
It's your turn
dal 27/2/2013 al 24/5/2013
lun-ven 10-13 e 14-19, sab su appuntamento

Segnalato da

Maddalena Bonicelli




 
calendario eventi  :: 




27/2/2013

It's your turn

Galleria Bianconi, Milano

La quinta tappa di "Click or Clash? Strategie di collaborazione" offre un percorso tra le opere di Susanne Bosch, Pablo Helguera e Icaro Zorbar. In occasione dell'inaugurazione in programma anche una serie di interventi performativi di Helguera e Zorbar.


comunicato stampa

a cura di Julia Draganovi e Claudia Löffelholz – LaRete Art Projects

La Galleria Bianconi è lieta di annunciare IT'S YOUR TURN, dal 28 febbraio al 25 maggio 2013 (via Lecco, 20 - Milano). La mostra, a cura di Julia Draganovi e Claudia Löffelholz, offre un percorso tra le opere di Susanne Bosch (Wesel, 1967) che si autodefinisce "artista che lavora con e dentro lo spazio pubblico", Pablo Helguera (Città del Messico, 1971) artista poliedrico che si esprime con una vasta gamma di media, oltre che educatore, Icaro Zorbar (Bogotà, 1977), animatore di "installazioni assistite".

La mostra è accompagnata, in occasione dell’inaugurazione – il 28 febbraio, dalle 18 alle 21 – da una serie di interventi performativi di Pablo Helguera e Icaro Zorbar, legati ai lavori esposti, che dimostrano le differenti modalità dei due artisti di affrontare il ruolo del pubblico.

IT’S YOUR TURN è la quinta tappa di “Click or Clash? Strategie di collaborazione”, progetto a cura di Julia Draganovi , promosso dalla Galleria Bianconi di Milano in collaborazione con LaRete Art Projects che si sviluppa da oltre un anno come un discorso aperto sulle pratiche artistiche contemporanee, legando l’autonomia di ogni singola mostra. IT'S YOUR TURN significa che ora è la volta del pubblico: l’attenzione si concentra sul significato e il ruolo che un’opera d’arte gli può affidare – sia esso inteso come oggetto di indagine, termine di una relazione, spettatore di una performance o piuttosto attore indispensabile di un’interazione. I tre artisti internazionali sono così invitati a mettere a confronto i loro diversi approcci e i significati che attribuiscono a questo tema.

Susanne Bosch lavora nello spazio pubblico come arena creativa per affrontare tematiche politiche, sociali ed economiche. La sua ricerca parte dall’analisi di questioni provenienti da situazioni reali, per assumere forme artistiche differenti a seconda del contesto e dell’oggetto del confronto. In questo caso, l’artista esporrà una serie di lavori fotografici e di lightbox legati al suo più recente ambito di ricerca: comunità che applicano modelli sociali ed economici alternativi a quelli dominanti, per cercare nuovi stili di vita sostenibili, in risposta alle contraddizioni del capitalismo e della globalizzazione. Dopo l’interazione diretta con queste comunità, l’artista sottopone alle riflessioni del pubblico i risultati delle sue indagini site specific. I tre progetti in questo caso selezionati per la mostra sono: l’esperienza di The Arab Development Society, un modello sperimentale di scuola e azienda rurale in Palestina, le strategie di riduzione dei consumi della comunità dei Freegans a New York, e l’attività di Brooklyn Grange, azienda agricola biologica sui tetti di New York.

Pablo Helguera, che intreccia la ricerca artistica con quella didattica – come Direttore dei Programmi per Adulti e l’Università del Dipartimento Educativo del MoMA – lavora sulla metafora della “partitura”, che richiama il concetto dell’opera aperta: l’opera non solo non può esistere senza pubblico ma richiede di essere interpretata per assumere la sua forma, sia essa installazione, scultura, fotografia, disegno, intervento nello spazio pubblico o performance. In questo caso Helguera presenta una serie di opere collegate ad interventi performativi, focalizzate sull’indagine del comportamento umano all’interno del mondo dell’arte. L’artista stesso le attiverà in occasione dell’inaugurazione della mostra, per poi passare il testimone al pubblico, con cui entrerà in relazione fino a stringere con i visitatori dei veri e propri patti performativi “a vita”. Tra i suoi interventi ci sarà il reenactment dell’opera The Seven Bridges of Königsberg (2008) che, citando l’omonimo enigma matematico, consiste in una serie di 49 carte, simili a dei tarocchi, che l’artista ha concepito per interpretare la posizione dell’interlocutore all’interno del sistema dell’arte.

Icaro Zorbar porterà e agirà alla Galleria Bianconi le sue “installazioni assistite”: meccanismi apparentemente rotti e inutili che si animano solo con l’intervento performativo dell’artista. Si tratta di musicassette, meccanismi musicali e altri congegni meccanici, spesso logorati dal disuso, che richiedono la presenza dell’artista per svelare il loro funzionamento e riprendere vita. Per Zorbar questi lavori sono collegati alla complessità delle emozioni e dei sentimenti nelle relazioni tra le persone: il romanticismo evocato da questi dispositivi tecnologici è per l’artista un atto di scoperta di una nostalgia condivisa. Attraverso questi meccanismi, Zorbar crea nuove connessioni, formula conversazioni, facilita incontri e separazioni, agisce sulle tensioni per evidenziare la fragilità delle nostre relazioni, e ci invita reciprocamente a riflettere sul bisogno dell’altro.

Susanne Bosch lavora prevalentemente con il pubblico e nel contesto pubblico. La sua ricerca è rivolta alle grandi questioni della democrazia. Bosch si è occupata temi come il denaro, l’immigrazione, la sopravvivenza, il lavoro, le visioni della società e i modelli di partecipazione. Utilizza, come soluzioni formali, interventi site – e situation – specific, installazioni, video, disegni, produzioni sonore, conversazioni / opere partecipative, ma anche testi scritti, interventi orali, workshop, seminari e il metodo dell’Open Space Technology.
Attualmente è impegnata in due progetti legati allo spazio pubblico: City (Re)Searches, Experiences of Being Public (a Cork, Belfast, Kaunas e Rotterdam, 2012-2014) e Jericho – beyond the celestial and terrestrial all’interno del ciclo City Exhibitions, Birzeit Museum, West Bank, Palestina, a cura di Yazid Anani (2012/13).
È autrice e co-autrice di numerose pubblicazioni, tra cui le più recenti sono STATE (2011), realizzata in collaborazione con l’artista di Dublino Anthony Haughey (pubblicata da Project Arts Centre Dublin) e CONNECTION: Artist in Communication (2012), realizzata con l’artista di Colonia Andrea Theis (pubblicata da Interface, UU, Belfast).
Negli ultimi anni, ha realizzato diverse mostre e progetti a livello internazionale, tra cui art-based research/research-based art, che ha previsto 3 residenze a Ramallah, in Palestina (2010/11), un progetto di arte pubblica per Madrid Abierto 2009/10, Berlin/Istanbul (2009, con mostre a Berlino e Istanbul), The Pre-History of Crisis (II), Project Arts Centre Dublin e Belfast Exposed (2009), THE COMMON GOOD: The Enterprise of Art, PAN, Napoli (2008).
Nel 2012 è stata borsista della Fondazione Civitella Ranieri a Umbertide. Nello stesso anno ha inoltre conseguito il dottorato di ricerca sul suo percorso di lavori nello spazio pubblico. Dal 2007 al 2012 ha sviluppato e condotto con Dan Shipsides il master Art in Public. Attualmente vive tra Belfast e Berlino.
www.susannebosch.de

Pablo Helguera (Mexico City, 1971) realizza opere legate alla storia, alla pedagogia, alla sociolinguistica e all’antropologia, utilizzando forme diverse, come lectures, esposizioni museali, performance e opere narrative. Il suo progetto The School of Panamerican Unrest (2003-2011), uno dei primi esempi di pratica sociale orientato alla pedagogia, consisteva in un think-tank itinerante, che ha fisicamente attraversato il continente da Anchorage alla Terra del Fuoco.
Helguera ha esposto in numerose sedi a livello internazionale (tra cui il MoMA, l’Havana Biennial, Performa, il Reina Sofia, tra le altre) e ha ricevuto diversi riconoscimenti, come la borsa di studio “Guggenheim and Franklin Furnace Fellowships” o il premio “Creative Capital and Art Matters”. È stato inoltre il primo vincitore del Premio Internazionale di Arte Partecipativa, promosso dall’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna.
Il suo libro Education for Socially Engaged Art, (2011), un manuale per la pratica artistica in ambito sociale è presto diventato un testo di riferimento, adottato da scuole e università a livello internazionale. È inoltre autore di altre numerose pubblicazioni, tra cui The Pablo Helguera Manual of Contemporary Art Style, Theatrum Anatomicum (and other performance lectures), What in the World, and Art Scenes: The Social Scripts of the Art World, un testo sulla sociologia dell’arte contemporanea. Dal 2011 al 2012 è stato Senior Resident presso lo spazio indipendente di New York di Location One.
Helguera dirige dal 2007 i Programmi per Adulti e per l’Università del Dipartimento Educativo del MoMA. Svolgendo questo incarico, ha diretto il MoMA’s Contemporary Art Forum, un forum teorico che unisce i temi della curatela artistica con quelle dell’educazione. Ha inoltre promosso e realizzato presso il MoMA numerosi progetti di impatto sociale per il pubblico adulto, come spazi per workshop interattivi, programmi nelle gallerie, e collaborazioni con artisti contemporanei per la creazione di programmi per il pubblico.
La sua attività in ambito museale ha avuto inizio nel 1991, all’interno di istituzioni quali l’Art Institute of Chicago, il Museum of Contemporary Art in Chicago, e, precedentemente al MoMA, il Solomon R. Guggenheim Museum, dove è stato a capo dei programmi per il pubblico. Nella sua carriera ha curato circa 1000 progetti pubblici. Nel 2011 è stato curatore dei progetti educativi della ottava Mercosul Biennial a Porto Alegre. Ha di recente conseguito il suo dottorato di ricerca alla Kingston University di Londra.
www.pablohelguera.net

Il lavoro di Icaro Zorbar è focalizzato sull’utilizzo di dispositivi, suono e video in situazioni collegate alla complessità delle emozioni e dei sentimenti tra le persone. Il suo lavoro è prevalentemente di natura performativa: le sue “installazioni assistite”, molte delle quali consistono in musicassette, carillon e ventilatori, richiedono infatti la presenza dell’artista. Attraverso l’intervento di dispositivi, egli cerca di dar loro una voce, un destino, crea nuove connessioni, formula conversazioni, e facilita incontri e separazioni tra loro. Inoltre, egli tende a implementare ed evidenziare la fragilità di alcune connessioni in cui egli individua una tensione costante. Per l’artista, la creazione di una disillusione tramite una realtà tecnologica è un fattore rilevante, in grado di mettere in luce la natura e la vita quotidiana dell’uomo. È nato nel 1977 a Bogotà, in Colombia, dove vive e lavora. Formatosi in ambito cinematografico, ha conseguito una specializzazione post-diploma in Arte presso l’Universidad Nacional de Colombia. I suoi lavori sono stati esposti in diverse sedi nel mondo, tra cui il Buenos Aires’ Museum of Contemporary Art, la mostra The Generational:Younger than Jesus al New Museum di New York, e la trentesima São Paulo Biennial, nel 2012.
www.icarozorbar.com

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Il 28 febbraio inaugurazione con performance di Pablo Helguera e Icaro Zorbar per la quinta mostra di Click or Clash?

Pablo Helguera ha scelto IT'S YOUR TURN per presentare un nuovo importante progetto nella sua carriera di artista poliedrico e di ricercatore didattico – come direttore dei programmi per adulti e accademici del MoMA.
L'opening sarà infatti il momento di avvio di Vita Vel Regula (Rules of Life), performance con cui l'artista intende superare la sua stessa vita, affidandone lo svolgimento a 50 partecipanti fino al 2097. Ispirata al racconto “I sette messaggeri” di Dino Buzzati – la cui simbologia è un forte riferimento per Helguera – la performance prevede la consegna di 16 buste a ogni partecipante: in ogni busta, l'istruzione di un atto performativo da compiere, lungo un calendario che dura 84 anni.
Oltre a questo progetto inedito, Helguera presenterà il re-enactment di The Seven Bridges of Königsberg e Enneagram, performance legate alle sue note analisi sui comportamenti nel sistema dell'arte. Helguera si rapporta con l'art scene con grande ironia, ma anche con forti riferimenti simbolici, entrando in relazione con il suo interlocutore e analizzandolo in base al suo ruolo nel mondo dell'arte. Ne leggerà il passato, il presente e il futuro con le 49 carte di The Seven Bridges of Königsberg – un sistema affine a quello dei tarocchi pensato e disegnato dall'artista e legato all'enigma matematico dei sette ponti della città di Kant. Ne individuerà la posizione nel mondo dell'arte interpretando le risposte del questionario di Enneagram, un test psicologico per art addicted..

Icaro Zorbar - uno degli “Younger than Jesus” della mostra del 2009 al New Museum - per la prima volta in Italia presenta le sue opere fatte di meccanismi e assemblaggi apparentemente inutili, suoni e proiezioni. In occasione dell'opening, Zorbar animerà una delle sue “installazioni assistite”, Canción Para un Amor Posible, Instalacion atendida No.8, e svelerà il funzionamento nascosto delle altre opere presenti in mostra, attivandole e dando loro nuova vita.

Immagine: Pablo Helguera,The Seven Bridges of Königsberg. Detail

Ufficio stampa:
maddalena bonicelli
mb.press@galleriabianconi.com
Tel. + 39 335 6857707

Opening e Performances di Pablo Helguera, Icaro Zorbar: 25.05.2013, 6-9 pm

Galleria Bianconi
Via Lecco 20, Milano
lun-ven, 10 am – 1 pm, 2 – 7 pm
sabato su appuntamento

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