Strutture Portanti. La luce diviene vivente, si fa materia da indagare nelle sue infinite variazioni: soffusa e delicata, illumina ogni cosa fino a far scomparire ogni zona d'oscurita'.
A cura di Maria Rosa Pividori
Photofestival 2013
Mostra personale di Luca Gilli
STRUTTURE PORTANTI
Fotografie della serie BLANK
Presentazione di Gigliola Foschi
L’originalità più evidente nel lavoro di Luca Gilli viene dal considerare la luce non in opposizione al
buio o come una fonte luminosa che squarcia trionfante l’oscurità per mettere a nudo ogni cosa, ma
come un elemento specifico del suo operare, come un rischiarare nel segno della lievità. Nelle opere
di Gilli, infatti, la luce diviene vivente, si fa materia da indagare nelle sue infinite variazioni: soffusa e
delicata, illumina ogni cosa fino a far scomparire ogni zona d’oscurità, fino a stravolgere ogni
coordinata spazio-temporale.
Non “buca” la carta fotografica, ma le dona una nuova materialità,
leggera, vibrante, quasi opalescente e palpitante. E’ come se l’autore usasse la macchina fotografica
per sottolineare impercettibili velature di luce, per accogliere anche minime particelle di chiarore, fino a
creare un universo avvolgente, ambiguo e sospeso nel tempo.
In modo stranamente simile all’ombra tenera, opaca e soffusa, amata dallo scrittore Junichiro
Tanizaki, nelle opere di Gilli la luce si trasforma in una luminosità delicata, che abbevera di chiarore le
pareti delle stanze, rivelando tinte sfuggenti e sfumature impercettibilmente sottili. La luce che intride
le immagini di questo autore non è infatti mai imperiosa, ma si effonde come un chiarore variegato e
mutevole, capace di donare bellezza a semplici muri senza decorazione alcuna, capace di evidenziare
e quasi accarezzare linee o campiture di colore che ricordano, nella loro geometria, i quadri di De Stijl
o della Bauhaus.
Tale chiarore avvolge, rivela e sottolinea oggetti abbandonati e piccoli tocchi di
colore, simili a quelli dei quadri di Osvaldo Licini. Si tratta di oggetti la cui bellezza non è presente nel
loro essere, nella loro identità (si potrebbe mai definire bello un tubo che fuoriesce da una parete? o
uno straccio abbandonato su un pavimento?), ma nasce dal vuoto che li accoglie e li porge alla nostra
vista, trasfigurandoli in qualcosa di magico e fiabesco. Normalmente la luce rivela e toglie mistero, qui
paradossalmente lo aggiunge. Trasporta le immagini in un’altra dimensione, dove reale e irreale si
fondono e si confondono.
(tratto dal testo di Gigliola Foschi)
Inaugurazione: Mercoledì 3 Aprile 2013 h.18-21
Incontro: Giovedì 18 Aprile 2013 h.1830 Conversazione con Gigliola Foschi e Luca Gilli
Dieci.due!
via Volvinio, 30 (passo carraio) - Milano
Aperta dalle 15,30 alle 19,30 da martedi a sabato
Ingresso libero