Focus della mostra, che presenta oggetti rari degli anni '70 realizzati dal team Bracciodiferro, sono i pezzi unici o a tiratura limitata ideati per sfidare le normali vie di produzione aziendale seriale.
a cura di Anty Pansera con la collaborazione di Mariateresa Chirico
La mostra itinerante ospitata come prima sede nella quattrocentesca Biblioteca di Santa Maria Incoronata a
Milano, curata da Anty Pansera con la collaborazione di Mariateresa Chirico, e promossa da Fragile con il
patrocinio di Cassina, presenta oggetti rari - mai esposti insieme prima d’ora - realizzati nei primi anni
Settanta dal team denominato Bracciodiferro, da un’idea di Gaetano Pesce che coinvolge poi Alessandro
Mendini, a realizzare i pezzi il Centro di Ricerca e Sviluppo Cassina e Aldo Cichero, a volere il tutto Cesare
Cassina.
Il tema - che ha precorso tendenze attuali - è quello dell’Art Design ossia di pezzi unici o a tiratura limitata,
che sfidano le normali vie di produzione aziendale seriale e si rivolgono all’ambito del collezionismo.
Un’esperienza che consente di esplorare le tendenze più innovative della cultura del progetto e di testare il
mercato con la produzione di multipli in edizione numerata, destinati anche e soprattutto al pubblico delle
gallerie d’arte.
E se il “braccio di ferro” è uno sport di forza, di tecnica, di resistenza e di velocità, ben si può giudicare
azzeccata la denominazione di questo gruppo. “Forte” la sua entrata in scena grazie alla sensibilità di
Cesare Cassina e di Francesco Binfaré, alla direzione del Centro Cassina - laboratorio di ricerca e sviluppo -
dal 1969 al 1975, al contributo di Gaetano Pesce e poi di Alessandro Mendini. Così, all’insegna della
tecnica, ecco venire alla luce prodotti per i quali Aldo Cichero mette a disposizione la sua straordinaria
esperienza come tecnico dei materiali.
Apre la serie dei prodotti di Bracciodiferro la lampada Moloch (1972) di Pesce: ben presto e ad oggi,
un’icona. Seguono le sedute e i tavoli Golgotha (1972) proposti in varie versioni e misure. La seduta, del
resto, ben si abbina a un altro progetto, meno noto, sempre di Pesce, la scrivania Arca per la quale torna il
riferimento al Vecchio Testamento. Anche la campagna fotografica per questi prodotti è personalmente
seguita da Pesce, che volle attori trasformati in una compagnia di teatranti hippy per metterli in scena, “in
un’atmosfera biblica e profetica, la tragicità e l’angoscia esistenziale”.
Meno noti il portabiti Guanto (un omaggio a Max Klinger) e la poltrona Il Pugno (si è dischiuso, ecc..." (1972)
con un esplicito riferimento “politico”.
Così, dopo “il pathos e la sensorialità” dei prodotti di Pesce, ecco gli “oggetti ad uso spirituale”
dell’architetto/designer/teorico Alessandro Mendini, che Pesce stesso volle coinvolgere nell’esperienza
Bracciodiferro, e che dal 1970 aveva assunto la direzione di “Casabella”, rilanciandola. Anche Bracciodiferro, nei suoi comunicati stampa, esordisce affermando come “il mobilio di Mendini sia
inteso come strumento critico, come proposta per un’interpretazione scenica dell’arredo, condotta al limite
della sua impossibilità d’uso […] il loro scopo è […] quello di sconvolgere gli ambienti dove vengono posti. Il
materiale di cui sono fatti è pesante e duraturo e indica una condizione di stabilità nel tempo e nel luogo. Si
tratta di cose/non/cose, di sub-oggetti, di mobili scenici per finto arredo che, per la loro stravagante
presenza, scardinano la logica canonica dell’alloggio.
Ed ecco la sedia Terra (1974), in plexiglas, sughero e terra, che “comunica che l’atto più naturale dell’uomo
ai primordi – quello cioè di sedersi sulla terra – lo si compie oggi con disagio, non lo si sa più fare”.
Segue Voragine, un tavolo dove la “crepa” è, di fatto, un esplicito riferimento alle rotture della terra, un
“gioco di terremotazione”(Mendini).
La lampada Letargo, poi, fusa in bronzo, riprende l’anonimo freddo disegno della lampada Bauhaus
snodabile che ognuno ha avuto sul tavolo ad emettere una luce sfacciata. L’oggetto è presentato da
Mendini ingrandito, pesante e irrigidito: nella sua condizione ‘archeologica’ emette una luce ambigua, più
interiore che esteriore.
Infine il “Monumentino da casa” (1975), detto Lassù, già proposto su un tronco di piramide in una copertina
di Casabella. “Oggetto d’uso spirituale”, volutamente di “difficile accesso” ma che consente “un punto di
osservazione e di ricognizione insolita”. Per Bracciodiferro si dota di scalini e consente di guardare le cose
dall’alto, è un punto di osservazione e di ricognizione insolita. Serve come piccolo monumento da casa o da
strada, dove l’uomo normale può trasformarsi una volta tanto in personaggio da mitizzare.
Bracciodiferro si definisce come un’esperienza breve ma stimolante, una collezione portatrice delle nuove
istanze che il clima del momento suggerisce e delle provocazioni che giungono da progettisti “contestatori”.
Prodotti che si caratterizzano per una vocazione ironica e spiazzante, luogo di riflessione sull’uomo e la
società: tutti gli oggetti sono infatti intrisi di una coscienza critica del linguaggio adottato che, da Duchamp
in poi, è stata tipica dell’avanguardia.
Nel catalogo pubblicato da Silvana Editoriale (www.silvanaeditoriale.it) al saggio storico/critico di Anty
Pansera si affianca un articolato repertorio fotografico a colori e in bianco e nero, storico e dell’oggi, non solo
dei pezzi in mostra, ma anche di tutti i materiali a corredo e dettagliate schede tecniche degli oggetti a cura
di Mariateresa Chirico. Caratteristico dell’esperienza Bracciodiferro, infatti, il mettere a punto oltre al prodotto
anche le modalità per comunicarlo, dalla grafica ai cataloghi alle campagne fotografiche, utilizzando i
linguaggi più attuali dell’epoca.
promossa da Alessandro Padoan – Fragile
immagine coordinata Antonella Ferrari
progetto dell’allestimento Patrizia Scarzella
patrocinata da Cassina
volume/catalogo SilvanaEditoriale
Ufficio Stampa
Erica Prous – 347 12 00 420 – studio@ericaprous.com – www.ericaprous.com
Inaugurazione 3 aprile ore 18.30
Biblioteca Umanistica dell'Incoronata
C.so Garibaldi 116 - Milano
Dalle ore 16 alle 21 - Sabato e domenica dalle 10 alle 21
Ingresso libero