Venti artisti internazionali sono stati invitati a confrontarsi con le Naturales Quaestiones in un momento storico in cui la sfera del naturale e' oggetto di conflitti profondi e sempre piu' pressanti.
Una
grande
esposizione
d’arte
contemporanea
ideata
e
organizzata
dall'Associazione
Culturale
runRoom
in
collaborazione
con
l'Assessorato
alle
Politiche
Culturali
del
Comune
di
Monza
e
con
il
contributo
di
Leogalleries
Monza
sarà
visitabile,
dal
7
aprile,
nel
Palazzo
dell’Arengario:
20
artisti
internazionali
sono
stati
invitati
a
confrontarsi
con
le
“Naturales
Quaestiones
in
un
momento
storico
in
cui
la
sfera
del
“naturale”
è
oggetto
di
conflitti
profondi
e
sempre
più
pressanti
ponendo,
come
spunto
di
riflessione,
alcuni
quesiti
che
esplicitano
le
basi
della
nostra
relazione
con
l’ambiente
naturale,
includendo
tutto
ciò
che
è
intrinseco
nel
rapporto
uomo//natura
passando
attraverso
il
pensiero
umano,
la
nostra
percezione
e
l’agire
stesso:
come
sono
cambiate
le
questioni
sulla
natura
che
ci
poniamo
oggi
rispetto
a
quelle
dell’epoca
di
Seneca?
Come
si
è
modificata
la
nostra
simbiosi,
l’empatia,
la
necessità
di
vicinanza
alla
natura
a
seconda
del
momento
storico
o
della
nostra
necessità
intima
e
personale
nel
corso
della
vita?
Secondo
quale
codice
etico
l’uomo
attinge
materialmente
dalla
natura?
Il
risultato
è
una
raccolta
di
riflessioni
ampia
che
spazia
dai
problemi
sull’impatto
ecologico
dell’impronta
dell’uomo
sulla
terra
–
i
lavori
di
Forbici,
Arosio,
Longaretti,
Mylabforbighope
-‐
al
ciclo
vita/morte/rinascita
–
Fossati
e
Ghezzi
-‐,
all’attenta
analisi
della
flora
e
della
fauna
–
Corona,Tamer,
Matthews
-‐
all’osservazione
dei
fenomeni
naturali
di
grande
portata
–
Sartori
-‐,
alle
stagioni,
lo
scorrere
del
tempo
–
Gorgoni
-‐,
fino
ad
arrivare
alla
dimensione
spirituale
dell’esistenza
–
Bombardieri,
Woozo,
Cazzaniga,
Hillier,
-‐
ai
concetti
della
filosofia
della
natura
–
Gianfreda
-‐
e
al
rapporto
a
volte
controverso
–
Christo
-‐,
altre
indifferente,
a
volte
di
intensa
unione
–
Magrin,
Valentini,
Verginer
-‐,
tra
uomo
e
ambiente
naturale.
I
lavori
degli
artisti
sono
accompagnati
da
brevi
riflessioni,
piccoli
estratti
dei
testi
del
catalogo,
attraverso
le
quali,
ognuno
di
loro,
esplicita
un
personale
dialogo
con
la
natura
e
il
confronto
con
la
“questione
naturale”
in
cui
meglio
identifica
il
proprio
lavoro.
Aprono
la
mostra
tre
artisti
–
Christo,
Nanni
Valentini
e
Gorgoni
–
che
tra
i
primi
hanno
ragionato
e
lavorato
sul
rapporto
uomo/ambiente
negli
anni
Settanta,
nel
momento
in
cui
iniziavano
a
svilupparsi
i
movimenti
ambientalisti
e
le
tematiche
ecologiche
e
sulla
limitatezza
delle
risorse
naturali
divenivano
attuali.
Proseguendo
nel
percorso
espositivo,
attraverso
i
diversi
linguaggi
espressivi
e
i
più
svariati
risultati
formali,
si
giunge
a
percepire
e
comprendere
il
senso
comune
che
lega
tutti
i
lavori,
il
filo
rosso
che
ci
guida
e
che
si
traduce
in
una
sorta
di
timore
reverenziale.
Un
certo
senso
d’urgenza
che
sembra
nascere,
nel
rapporto
contemporaneo
uomo
/natura,
dal
disprezzo
per
il
mistero,
dalla
tendenza
a
ridurre
la
vita
e
quindi
le
dinamiche
naturali
solo
a
“quello
che
se
ne
sa”
e
ad
agire
con
la
presunzione
che
ciò
che
non
si
conosce
,
sia
che
si
parli
del
senso
al
di
la
del
materiale
che
sta
in
bilico
tra
l’essere
,
l’esistere
e
il
ciclo
della
vita
naturale,
sia
che
si
parli
delle
solo
ipotizzabili
conseguenze
dell’agire
smodato
dell’uomo
sulla
terra,
può
tranquillamente
essere
ignorato.
La
multidisciplinarietà
del
tema
è
ben
svelata
nei
testi
che
accompagnano
il
catalogo
scritti
non
da
un
critico
d’arte,
come
si
confà
generalmente
ad
una
mostra
pubblica,
ma
bensì,
separatamente,
da
una
filosofa,
Anna
Carpanese,
un
teologo,
Don
Sergio
Ubbiali,
e
uno
scienziato
naturalista,
Adriano
Muschiato.
E
così,
attraverso
la
materia,
i
concetti
e
le
parole,
questa
esposizione
d’arte,
che
ha
la
sua
origine
e
la
sua
fine
nel
rispetto
della
natura
ed
è
dappertutto
umana
e
sensibile,
ci
fa
intravedere
una
via,
attraverso
tante
visioni,
per
affinare
il
nostro
modo
di
guardare
alla
natura
e
per
relazionarci
ad
essa
e,
quindi,
cambiare
le
nostre
abitudini,
il
nostro
cibo,
la
nostra
società,
ritornare
ai
nostri
valori,
facendo
attenzione
ai
rapporti
fra
tutte
le
cose,
alle
cause,
agli
effetti
e
a
come
essere
responsabili
per
quello
che
abbiamo
la
possibilità
di
conoscere.
L'artista
Stefano
Bombardieri
è
presente,
oltre
che
presso
l’Arengario,
nella
vicina
Piazza
San
Paolo
con
una
monumentale
opera
da
esterno:
Gaia
e
la
balena,
scultura
in
ferro
e
bronzo
che
colpisce
non
solo
per
le
dimensioni
(reali)
ma
per
il
suo
significato.
Infatti
Gaia,
che
trascina
il
suo
enorme
fardello/balena,
così
piccola
e
incolpevole,
apparentemente
forte,
è
simbolo
delle
nostre
ansie
di
liberazione
e
capacità
di
guizzare,
pur
con
tutto
il
peso
del
corpo,
in
una
leggerezza
acquatica.
Inaugurazione: Sabato 6 Aprile 2013, ore 18
Palazzo dell'Arengario
Piazza Roma, Monza