"iDyssey" di De Luigi presenta 80 fotografie, 10 video e 1 cortometraggio frutto di un viaggio che ripercorre le tappe di Ulisse narrate nell'Odissea raccontato solo con l'ausilio di due iPhone. In concomitanza con lo spettacolo Odyssey di Bob Wilson. "Doppio gioco - Appropriazioni & Astrazioni" di Zucchi presenta 50 opere recenti divise in due diversi e autonomi cicli, per creare uno spiazzante "doppio gioco" di contrasti e assonanze tra appropriazione d'immagini fotografiche dell'800, piccole composizioni e sculture astratte.
Stefano De Luigi
iDyssey, progetto fotografico e multimediale
Prorogata fino al 26 maggio
a cura di Laura Serani
Dal 14 aprile al 12 maggio 2013, la Fondazione Stelline di Milano ospita iDyssey il progetto fotografico e multimediale di Stefano De Luigi (Colonia, 1964).
La mostra, curata da Laura Serani, è organizzata e promossa dalla Fondazione Stelline, con la collaborazione del Piccolo Teatro di Milano, in occasione di Ulissi Viaggio nelle Odissee e in concomitanza con lo spettacolo Odyssey di Bob Wilson, e col patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano e del Comune di Milano.
Il progetto fotografico e multimediale racconta il viaggio che l’artista ha compiuto ripercorrendo le tappe di Ulisse narrate nell’Odissea di Omero, attraverso 80 immagini, 10 video e 1 cortometraggio, tutti realizzati solo con l’ausilio di due iPhone.
De Luigi, uno dei più apprezzati fotografi a livello internazionale, vincitore di numerosi premi tra cui 4 World Press Photo, collega il passato e il presente della nostra civiltà: da un lato l’Odissea, la più antica testimonianza della nostra eredità culturale, dall’altro il più innovativo dei media.
iDyssey è una Odissea contemporanea realizzata tra marzo e maggio del 2012 utilizzando tutti i mezzi di trasporto possibili per attraversare il Mediterraneo in 12 tappe, da Troia a Itaca, dalla Turchia alla Tunisia, all’Italia e alla Grecia.
Le opere fotografiche, presentate in un allestimento suggestivo, sono affiancate da 10 video, in cui personaggi incontrati lungo il tragitto leggono e interpretano, nella loro lingua originale, estratti dal capolavoro omerico e da cortometraggi in bianco e nero, di 30 secondi ciascuno, che rappresentano dei tableaux vivant di varie situazioni.
iDyssey è l’occasione per raccontare, con la contemporaneità e le nuove potenzialità semantiche dello smartphone, luoghi legati tra loro da miti e leggende antichissime, di descrivere paesi, persone e culture delle tre sponde di un mare che rappresenta un ponte ideale tra tradizione e civiltà di Asia, Africa ed Europa.
Inoltre, lo spirito da grande reporter di De Luigi non ha potuto esimersi dal documentare le realtà in rapida trasformazione delle nazioni attraversate. Ecco allora la testimonianza della crisi della Grecia, che è anche quella di una certa identità europea, o le profonde aspirazioni della Tunisia dopo la primavera araba, o ancora i flussi migratori lungo il fiume Evros e la lotta tra laicismo e radicalismo religioso che vive in Turchia una fase acutissima; senza dimenticarsi del sud dell’Italia, sempre in bilico tra illegalità e voglia di cambiamento.
In collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano, venerdì 19 aprile, alle ore 17.30, al Piccolo Teatro di via Rovello 2, il progetto iDyssey verrà presentato nell’ambito del programma Ulissi Viaggio nelle Odissee e in concomitanza con lo spettacolo “Odyssey” di Bob Wilson, e animerà un dibattito sul tema delle Odissee contemporanee, dell’identità europea, dei nuovi Ulissi.
Note biografiche
Stefano De Luigi (Koln, 1964) è fotografo professionista dal 1988. Vive a Parigi dal 1989 al 1996 dove lavora per il Museo del Grand Louvre. Nel 1998 realizza un lavoro sull'universo della moda in Francia ed in Italia: "Celebrities". Nel 1999, in collaborazione con Médicins Sans Frontières, illustra le condizioni dei detenuti malati di tubercolosi nelle prigioni della Siberia centrale. In questi anni espone in collettive: Edinburgo (1988), Parigi (1993) Arles (1996) e personali: Braga (2001) e Savignano (2002). Nel 2000 riceve la 'Honorable Mention' del Leica Oskar Barnack Award ed il suo lavoro è proiettato ad Arles. Nello stesso anno realizza il progetto "Pornoland", un viaggio fotografico sui set della pornografia nel mondo. Nel 2004 "Pornoland" diventa un libro con testo di Martin Amis, pubblicato negli Stati Uniti e Regno Unito (Thames and Hudson), Germania (Knessebeck), Francia (La Martinière) e Italia (Contrasto). Il libro "Pornoland" riceve nel 2005 il premio Marco Bastianelli. "Pornoland" viene esposto alla galleria REA (Francia, 2004), alla Galleria Santa Cecilia (Italia, 2005), al Festival Trans-Photographic (Francia, 2007). Nel frattempo partecipa a delle mostre collettive: "Eurogeneration", (Milano, 2004), "Fotogiornalismo Italiano" (Torino, 2006), Bejing in&out (Milano, 2007).
Dal 2003 al 2006, in collaborazione con CBM Italia, ha prodotto il progetto "Blindness" sulla condizione della cecità nel mondo. Questo lavoro ha ricevuto il patrocinio di Vision 2020 del WHO e ha vinto il W.E.Smith Felloship Grant, nel 2007. Nel 2006 Stefano De Luigi ha intrapreso il progetto "Cinema Mundi", che racconta il mondo del cinema alternativo a quello commerciale di Hollywood. Realizzate le prime tappe in Cina, Russia, Iran, Argentina, farà seguire le altre in Nigeria, Corea del Sud e India. Trasformato in cortometraggio di 7 minuti, "Cinema Mundi" è stato proiettato al festival del cinema di Locarno il 4 agosto 2007.
Stefano De Luigi ha vinto 4 volte il World Press Photos in diverse categorie. (1998-2007-2010- 2011). Nel 2009 vince il Moving Walls della fondazione Soros ed il suo lavoro viene esposto a New York. Nel 2010 vince il Days Japan International Photojournalism Award ed il Getty Grant for Editorial Photography. Sempre nel 2010 il suo libro "Blanco" (ed. Trolleybooks 2010) diventa una mostra itinerante (New York-Roma-Ginevra). Nel 2011 il libro “Blanco” vince il POYi Best Photography Book Award.
I reportage di Stefano De Luigi sono pubblicati dai più importanti magazine internazionali, in particolare: Stern, Paris Match, Le Monde 2, Time, New Yorker, EyeMazing, Geo, D di Repubblica, Internazionale.
Stefano De Luigi fa parte dell'agenzia VII dal 2008 e vive a Milano.
Evento collaterale
Presentazione del progetto iDyssey
Venerdì 19 aprile 2013, ore 17.30
Piccolo Teatro di Milano (chiostro di via Rovello 2)
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Andrea Zucchi
Doppio gioco - Appropriazioni & Astrazioni
a cura di Sergio Risaliti
L’esposizione presenta 50 opere recenti dell’artista milanese, divise in due diversi e autonomi cicli, in grado di creare uno spiazzante “doppio gioco” di contrasti e assonanze tra appropriazione d’immagini fotografiche dell’Ottocento, piccole composizioni e sculture astratte.
Dal 14 aprile al 12 maggio 2013 la Fondazione Stelline di Milano (corso Magenta 61) ospita la mostra “Andrea Zucchi. Doppio gioco - Appropriazioni & Astrazioni”: cinquanta opere recenti del pittore milanese, tra figurazione di lontana ascendenza metafisica e astrazione.
L’iniziativa si inserisce nella sezione Stelline Spazio Aperto, format di ospitalità a eventi ideati da soggetti esterni, realizzati in collaborazione con la Fondazione Stelline.
La rassegna, a cura di Sergio Risaliti, presenta il nuovo progetto espositivo di Andrea Zucchi, in cui l’artista affronta il tema della ri-creazione in due diversi e autonomi cicli di opere che, affiancati simultaneamente, danno luogo a un “doppio gioco” di contrasti e assonanze.
Mai come oggi le pratiche di rielaborazione di materiali preesistenti sono al centro del dibattito delle arti contemporanee, dal cinema alla musica, dalla letteratura alle arti visive. Già nel passato, le opere d’arte si sono nutrite di scambi, metamorfosi e contagi, ma l’uso del computer, aprendo testi e immagini a un’indefinita virtualità, ha portato inevitabilmente a moltiplicare questi procedimenti. La facilità e comodità del “copia e incolla” è talmente diffusa a tutti i livelli da divenire una cifra caratteristica e rivelatrice di questi decenni.
In una serie di lavori, di medie e grandi dimensioni, Zucchi si appropria d’immagini fotografiche dell’Ottocento, traducendole in pittura e virando l’originale bianco e nero in un cromatismo esasperato ed eccentrico. Attraverso una sorta di plagio psichedelico, personaggi storici, figure allegoriche, nudi accademici, scene di genere, paesaggi romantici e nature morte, insomma tutto il repertorio di un’epoca a noi così stranamente familiare e lontana allo stesso tempo, riemerge nei dipinti di Zucchi acquistando un aspetto vivace, ironico che le rende insolitamente Pop. Una “ricreazione ottocentesca” che nella sua dichiarata artificialità si allontana da ogni possibile citazionismo.
In un altro nucleo di opere invece, tutte di piccolo formato, i cartoni da imballaggio degli oggetti elettronici vengono riutilizzati come supporti tridimensionali per composizioni astratte, che si riallacciano, da una parte, alle morbide geometrie biomorfe sviluppate nella prima metà del novecento da Kandinskij, Klee e Arp, e dall’altra alle ricerche sulla superficie oggettuale degli anni sessanta. Sfruttando i pieni e i vuoti di queste strane e variegate sagome, che spesso richiamano elementi architettonici, Zucchi elabora una sorta di sgargiante decorazione tribale che trasfigura in pura forma plastica i fragili gusci di protezione delle nostre merci.
A queste due opposte linee di ricerca si aggiunge infine, come trait d’union, una serie di sculture di panneggi che sembrano fuoriuscite dai dipinti per trasformarsi, una volta abbandonati al suolo, in forme quasi astratte. L’esposizione è accompagnata da un catalogo Skira editore con testi di Sergio Risaliti, Luca Scarlini e un’intervista di Silvia Fabbri.
Note biografiche
Andrea Zucchi vive e lavora a Milano, dove è nato nel 1964. Ha iniziato a dipingere come autodidatta mentre frequentava i primi due anni del Corso di Filosofia all'Università Statale di Milano. Per approfondire lo studio del disegno, ha seguito nel 1983 un Corso triennale di illustrazione presso l'Istituto Europeo di Design a Milano e nell’88 un corso di Disegno presso la Fondazione Ratti di Como. Dal 1985 al 1996 ha lavorato per un'azienda tessile, per poi dedicarsi a tempo pieno alla pittura. Ha tenuto varie mostre personali, le ultime nel 2008 alla Fondazione Durini a Milano, nel 2009 alla First Gallery a Roma, e nel giugno 2012 una mostra di disegni a biro dentro il complesso della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. Inoltre ha partecipato a numerose collettive, tra cui “Sui Generis” al PAC di Milano nel 2000, “Premio Cairo Communication” nel 2002, “XIV Quadriennale – Anteprima” a La Promotrice delle Belle Arti a Torino nel 2004, e, nel 2007, “Arte Italiana, 1968-2007. Pittura” a Palazzo Reale a Milano. Nel 2011 è stato invitato al “Padiglione Italia – Regione Lombardia” a Palazzo Te a Mantova, e al “Premio Maretti – Valerio Riva Memorial, III edizione” al Centro per L’Arte Contemporanea Luigi Pecci a Prato. Nello stesso anno un suo lavoro è stato esposto nella mostra “Percorsi riscoperti dell’Arte Italiana, VAF-Stiftung 1947-2010” al MART, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto.
Immagine: Sicilia, Italia, aprile 2012. Vista mare di fronte alle mura di Tramontana a Trapani. Secondo l’ellenista Victor Berard qui ebbe luogo l’episodio dell’Isola del Sole.
Ufficio Stampa
CLP Relazioni Pubbliche - Marta Paini T. +39 02.36755700 - press2@clponline.it
Fondazione Stelline - Alessandra Klimciuk T +39 02.45462437 - press@stelline.it
Inaugurazione: sabato 13 aprile, dalle ore 17
Prorogata fino al 26 maggio
Fondazione Stelline - Gallery
corso Magenta 61 Milano
Orari: martedì – domenica, 10 – 20 (chiuso lunedì)
Ingresso gratuito