Apologia del ritratto. Una serie di ritratti raffigurano personaggi italiani e stranieri, da Pier Paolo Pasolini ad Alberto Moravia, da Giulio Carlo Argan a Robert Rauschenberg.
A cura di Carlo Franza
La mostra dal titolo “Apologia del ritratto” è promossa dall' Artestudio 26, punto di riferimento significativo nella
planimetria artistica di una città fortemente europea come Milano. Lo spazio oltre a vivacizzare ricognizioni ad ampio
raggio di tendenze che caratterizzano l’arte contemporanea, offre lezioni tecniche e teoriche e conferenze di illustri
artisti e intellettuali italiani del secondo Novecento. L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico dell’Arte
Contemporanea, che firma anche il testo, dal titolo “Apologia del ritratto” riunisce opere di una delle più illustri artiste
italiane contemporanee, e cade in un momento vitale della cultura artistica visto che l'anno 2013 è siglato come
anno della cultura e dell'arte italiana nel mondo. La presenza di artisti affermati e di altri più giovani nel panorama delle
scelte che l 'Artestudio 26 propone lascia intendere la capacità di leggere la storicità, di collaborare con le istituzioni
storiche del nostro paese, di scoprire il nuovo,di rompere con un passato troppo vischioso e riscrivere anche una
sorta di taccuino del futuro.
Scrive Carlo Franza: Ecco i ritratti di una grande ritrattista mondiale, che legge il visivo tra l'antico e la modernità,
alla luce anche di quanto andava dicendo Leonardo, ossia che la pittura è una poesia muta e la poesia una pittura
cieca. Marisa Settembrini traduce negli occhi la verità, e nelle forme del sembiante interroga lo sguardo, è così che
il ritratto prende il ritmo non della fotografia, com’è costumanza di pittori d’occasione, ma vive l’abituale stato del
trasalimento, dello stupore, della meraviglia.
L’artista italiana che aveva fatto irruzione sulla scena artistica italiana nella seconda metà degli anni Settanta alla
Quadriennale romana, si racconta in quel grande mestiere di esecuzione del ritratto attentamente studiato
all’Accademia di Monaco, vero e proprio esercizio che non l’ha mai abbandonata. I suoi ritratti offrono un’intera
galleria di personaggi italiani e stranieri, da Pier Paolo Pasolini ad Alberto Moravia, da Riccardo Muti a Indro
Montanelli, da Giulio Carlo Argan a Robert Rauschenberg, da Ada Zunino a Milena Milani, da Wanda Osiris a
Ernesto Calindri, da Emilio Tadini a Cesare Pavese, da Renato Farina a Vittorio Feltri, da Pasquale Pistorio a Carlo
Franza, da Mons. Francesco Miccicchè arcivescovo di Trapani a Don Tonino Bello vescovo di Molfetta, ed oggi si
aggiungono i ritratti di Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI. I ritratti degli ultimi due pontefici sono il frutto
manifesto di una coscienza critica che dalla luce dello sguardo si porta nel cuore umile di chi ha scelto,
apostolicamente, come loro, la guida della Chiesa con innocenza e sapienza.
La finestra aperta è sempre un motivo di
respiro illimitato, di fuga nello spazio, Le icone collage con i profili, i volti sorpresi nello spazio infranto e la materia che
attorno vi alita dilatata, sono una inaudita ricchezza di risonanze innestate le une alle altre, capaci di raccontarci non
un inseguimento del vero, ma l’inesistenza sensibile accanto all’allusione efficace all’esistenza.
La bellezza di questi dipinti della Settembrini, l’arduo giuoco della sua invenzione, la modernità assoluta del linguaggio,
stanno proprio nella commistione di lacerti di colore e di segno, in cui vive l’umanità allo specchio, amalgamati da una
materia che rompe lo spazio profondo cristallizzando proprio quel taglio, quello sguardo che si mostra di un’assoluta
preziosità. E’ anche un modo nuovo di porgere con tecniche diverse, l’immagine dello sguardo in relazione alla
letteratura, alla storia (si veda la mostra “Novecento e oltre”) alla filosofia del nostro tempo, uno sguardo eroico che
diventa dono, freddo e scolpito, reale e indimenticabile, intellettivo e colto. Ritmi, aritmie, soffi, giungono dal segreto
delle parole, dei segni e delle onde di colore, dalle nuvole laboratoriali che stringono ogni immagine, le immagini del
mondo, fermate proprio in quei ritratti, in quegli sguardi che reclamano ed offrono sia la loro potenza espressiva, sia
il senso intimo dell’apparizione, sia l’espressione del bello che racchiude la struttura del ritratto, sia l’espressione
suggestiva della raccolta riflessione sociale e filosofica.
Biografia dell'artista
Marisa Settembrini è nata a Gagliano del Capo (Lecce) nel 1955. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera e la
Kunst Akademie di Monaco di Baviera, oggi è titolare della cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Brera, a
Milano, città dove vive e che alterna con i riposi nella cittadina salentina di Alessano. La sua attività parte dal 1976
con l’invito alla mostra “La nuova figurazione italiana” al Palazzo dei Congressi di Roma, per conto della Quadriennale
Romana. Numerose le mostre personali e le installazioni in Italia (Roma, Firenze, Alcamo, Lecce, Todi, Milano, Erice,
San Vito Lo Capo, Pavia, Brescia, Sondrio, Loreto, Teglio) e all’estero (New York, Monaco di Baviera,Berlino,
Dusseldorf), e le partecipazioni a importanti rassegne. E’ presente in vari Musei stranieri (Berlino, Montreal, New York)
e italiani. Invitata da Vittorio Sgarbi alla 54ma edizione Biennale di Venezia. Ha inoltre elaborato in coedizione con
alcuni scrittori varie cartelle di grafica. E’ stata segnalata da Jean Pierre Jouvet nel Catalogo Comanducci n. 14 e da
Domenico Montalto nel n. 27. Della sua arte hanno scritto critici e scrittori italiani e stranieri, da Argan a Carluccio, da
A. Del Guercio a Fabiani, da Ferguson, a Carlo Franza, da Armando Ginesi a Virgilio Guzzi e a Montalto, dalla Muritti a
Ponente, da Russoli a Sanesi, da Evelina Schatz a Walter Schonenberg, da Fulvio Papi a Marco Valsecchi.
Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a
Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia
e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora
risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura
Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere.
Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato
dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro
Montanelli, oggi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano
“Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello.
Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è
interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è
stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio
Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint
Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura
nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.
Inaugurazione mercoledì 13 marzo 2013, ore 18.00
Artestudio 26
via Padova, 26, Milano
Orari: da lunedì a sabato su appuntamento
Ingresso libero