Artestudio 26
Milano
via Padova, 26
338 9197709

Marisa Settembrini
dal 12/4/2013 al 12/5/2013

Segnalato da

Marisa Settembrini




 
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12/4/2013

Marisa Settembrini

Artestudio 26, Milano

Apologia del ritratto. Una serie di ritratti raffigurano personaggi italiani e stranieri, da Pier Paolo Pasolini ad Alberto Moravia, da Giulio Carlo Argan a Robert Rauschenberg.


comunicato stampa

A cura di Carlo Franza

La mostra dal titolo “Apologia del ritratto” è promossa dall' Artestudio 26, punto di riferimento significativo nella planimetria artistica di una città fortemente europea come Milano. Lo spazio oltre a vivacizzare ricognizioni ad ampio raggio di tendenze che caratterizzano l’arte contemporanea, offre lezioni tecniche e teoriche e conferenze di illustri artisti e intellettuali italiani del secondo Novecento. L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico dell’Arte Contemporanea, che firma anche il testo, dal titolo “Apologia del ritratto” riunisce opere di una delle più illustri artiste italiane contemporanee, e cade in un momento vitale della cultura artistica visto che l'anno 2013 è siglato come anno della cultura e dell'arte italiana nel mondo. La presenza di artisti affermati e di altri più giovani nel panorama delle scelte che l 'Artestudio 26 propone lascia intendere la capacità di leggere la storicità, di collaborare con le istituzioni storiche del nostro paese, di scoprire il nuovo,di rompere con un passato troppo vischioso e riscrivere anche una sorta di taccuino del futuro.

Scrive Carlo Franza: Ecco i ritratti di una grande ritrattista mondiale, che legge il visivo tra l'antico e la modernità, alla luce anche di quanto andava dicendo Leonardo, ossia che la pittura è una poesia muta e la poesia una pittura cieca. Marisa Settembrini traduce negli occhi la verità, e nelle forme del sembiante interroga lo sguardo, è così che il ritratto prende il ritmo non della fotografia, com’è costumanza di pittori d’occasione, ma vive l’abituale stato del trasalimento, dello stupore, della meraviglia.

L’artista italiana che aveva fatto irruzione sulla scena artistica italiana nella seconda metà degli anni Settanta alla Quadriennale romana, si racconta in quel grande mestiere di esecuzione del ritratto attentamente studiato all’Accademia di Monaco, vero e proprio esercizio che non l’ha mai abbandonata. I suoi ritratti offrono un’intera galleria di personaggi italiani e stranieri, da Pier Paolo Pasolini ad Alberto Moravia, da Riccardo Muti a Indro Montanelli, da Giulio Carlo Argan a Robert Rauschenberg, da Ada Zunino a Milena Milani, da Wanda Osiris a Ernesto Calindri, da Emilio Tadini a Cesare Pavese, da Renato Farina a Vittorio Feltri, da Pasquale Pistorio a Carlo Franza, da Mons. Francesco Miccicchè arcivescovo di Trapani a Don Tonino Bello vescovo di Molfetta, ed oggi si aggiungono i ritratti di Papa Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI. I ritratti degli ultimi due pontefici sono il frutto manifesto di una coscienza critica che dalla luce dello sguardo si porta nel cuore umile di chi ha scelto, apostolicamente, come loro, la guida della Chiesa con innocenza e sapienza.

La finestra aperta è sempre un motivo di respiro illimitato, di fuga nello spazio, Le icone collage con i profili, i volti sorpresi nello spazio infranto e la materia che attorno vi alita dilatata, sono una inaudita ricchezza di risonanze innestate le une alle altre, capaci di raccontarci non un inseguimento del vero, ma l’inesistenza sensibile accanto all’allusione efficace all’esistenza.

La bellezza di questi dipinti della Settembrini, l’arduo giuoco della sua invenzione, la modernità assoluta del linguaggio, stanno proprio nella commistione di lacerti di colore e di segno, in cui vive l’umanità allo specchio, amalgamati da una materia che rompe lo spazio profondo cristallizzando proprio quel taglio, quello sguardo che si mostra di un’assoluta preziosità. E’ anche un modo nuovo di porgere con tecniche diverse, l’immagine dello sguardo in relazione alla letteratura, alla storia (si veda la mostra “Novecento e oltre”) alla filosofia del nostro tempo, uno sguardo eroico che diventa dono, freddo e scolpito, reale e indimenticabile, intellettivo e colto. Ritmi, aritmie, soffi, giungono dal segreto delle parole, dei segni e delle onde di colore, dalle nuvole laboratoriali che stringono ogni immagine, le immagini del mondo, fermate proprio in quei ritratti, in quegli sguardi che reclamano ed offrono sia la loro potenza espressiva, sia il senso intimo dell’apparizione, sia l’espressione del bello che racchiude la struttura del ritratto, sia l’espressione suggestiva della raccolta riflessione sociale e filosofica.

Biografia dell'artista

Marisa Settembrini è nata a Gagliano del Capo (Lecce) nel 1955. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera e la Kunst Akademie di Monaco di Baviera, oggi è titolare della cattedra di Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Brera, a Milano, città dove vive e che alterna con i riposi nella cittadina salentina di Alessano. La sua attività parte dal 1976 con l’invito alla mostra “La nuova figurazione italiana” al Palazzo dei Congressi di Roma, per conto della Quadriennale Romana. Numerose le mostre personali e le installazioni in Italia (Roma, Firenze, Alcamo, Lecce, Todi, Milano, Erice, San Vito Lo Capo, Pavia, Brescia, Sondrio, Loreto, Teglio) e all’estero (New York, Monaco di Baviera,Berlino, Dusseldorf), e le partecipazioni a importanti rassegne. E’ presente in vari Musei stranieri (Berlino, Montreal, New York) e italiani. Invitata da Vittorio Sgarbi alla 54ma edizione Biennale di Venezia. Ha inoltre elaborato in coedizione con alcuni scrittori varie cartelle di grafica. E’ stata segnalata da Jean Pierre Jouvet nel Catalogo Comanducci n. 14 e da Domenico Montalto nel n. 27. Della sua arte hanno scritto critici e scrittori italiani e stranieri, da Argan a Carluccio, da A. Del Guercio a Fabiani, da Ferguson, a Carlo Franza, da Armando Ginesi a Virgilio Guzzi e a Montalto, dalla Muritti a Ponente, da Russoli a Sanesi, da Evelina Schatz a Walter Schonenberg, da Fulvio Papi a Marco Valsecchi.

Biografia del curatore

Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, oggi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008.

Inaugurazione mercoledì 13 marzo 2013, ore 18.00

Artestudio 26
via Padova, 26, Milano
Orari: da lunedì a sabato su appuntamento
Ingresso libero

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