Artestudio 26
Milano
via Padova, 26
338 9197709

Gianfranco Bonomi
dal 10/11/2015 al 10/12/2015
mar-mer 10-18

Segnalato da

Artestudio 26




 
calendario eventi  :: 




10/11/2015

Gianfranco Bonomi

Artestudio 26, Milano

Cromostrutture. Il paradiso delle geometrie. Un'astrazione legata a leggi matematiche, e segmenti che creano campiture architettoniche, planimetrie, sequenze, ritmi...


comunicato stampa

a cura di Carlo Franza

La mostra dal titolo “Cromostrutture. Il paradiso delle geometrie” è promossa dall' ARTESTUDIO 26, punto di riferimento significativo nella planimetria artistica di una città fortemente europea come Milano. Lo spazio oltre a vivacizzare ricognizioni ad ampio raggio di tendenze che caratterizzano l’arte contemporanea, offre lezioni tecniche e teoriche e conferenze di illustri artisti e intellettuali italiani del secondo Novecento. L’esposizione curata dal Prof. Carlo Franza, illustre Storico dell’Arte Contemporanea, che firma anche il testo in catalogo, dal titolo “Cromostrutture. Il paradiso delle geometrie” riunisce opere dell'artista Gianfranco Bonomi, apparso agli occhi della critica europea come vivace e innovativa figura del “neoplasticismo in pittura” con il passaggio poi a un’astrazione decisamente legata a leggi matematiche, e segmenti che creano campiture architettoniche, planimetrie, inseguendo incastri, sequenze, ritmi, attrazioni, energie, percorsi e dinamismi. La presenza di artisti affermati e di altri più giovani nel panorama delle scelte che l'ARTESTUDIO 26 propone lascia intendere la capacità di leggere la storicità, di scoprire il nuovo, di rompere con un passato troppo vischioso e riscrivere anche una sorta di taccuino del futuro.

Scrive Carlo Franza: “Bonomi non disconosce Mondrian e il “neoplasticismo in pittura” con il passaggio poi a un’astrazione decisamente legata a leggi matematiche, e segmenti che creano campiture architettoniche, planimetrie, inseguendo incastri, sequenze, ritmi, attrazioni, energie, percorsi e dinamismi. Senza dimenticare progettazione, percezione, teoria del colore, entro quella geometria impersonale che nasconde sintesi e particolare finezza. Artista e lucido architetto di forme, in quanto interessato dalla spazialità dell’architettura, da cromo-strutture che si dislocano nello spazio. Evidente la ricerca dei piani e dei solidi geometrici, con la relazione degli angoli, forme che concretizzano una fantasia bidimensionale, con ritagli e tracciamenti per uscire dal problema della luce e del rapporto della forma con l’ambiente circostante, per creare delle forme la cui statica includesse un carattere fantastico, una presenza intorno a cui l’esperienza fisica dello spettatore deve misurarsi passo passo, non solo otticamente ma come esercizio globale delle facoltà percettive. La tendenza costruttiva dell’arte di Gianfranco Bonomi deriva da illustri genealogie artistiche, Albers, Mondrian, per citare taluni artisti; costruisce prevalentemente con elementi quadrati, per lo più in formato 100 x 100, taluni ritagliati poi negli angoli, senza però vivere quel carattere di improvvisazione, semmai di invenzione sorta rapidamente sul momento, che è caratteristica di tutta l’opera dell’artista. Opere che vivono come “primary structures” con i caratteri di geometria, aniconicità, uso di colori freddi e caldi, asserzione spaziale evidente. Bonomi non riduce la ricerca estetica in funzione di quella strutturale, pensa le forme geometriche non più un punto di arrivo della forma (Mondrian) ma quali punto di partenza della materia che si fa colore e luce. Ha derivato la sua tecnica e la sua estetica da Kazimir Malevic , dalla serie dei “rytme” di Robert Delaunay, da Albers, Mondrian, Vaserely, Jorge Eielson, Demarco, Garcia Rossi, e altri ancora, molti di questi suoi compagni di viaggio, avendo consapevolezza del valore espressivo del colore, ma anche della coerenza e della sistematicità stilistica. Ora Bonomi esce allo scoperto “cum laude”, consegnandoci questi quadri come “tabule perceptiones”, sono strutture dell’interiorità anche se riconducono a criteri strutturali. Bonomi ha dipinto contemporaneamente in modi diversi: in modo naturalistico –inteso in senso geometrico- perché le opere hanno la caratteristica della profondità e della organicità, e quello pittorico in cui il colore tende a disporsi secondo un ordine astratto ponendo in valore i significati percettivi delle stesure e delle relazioni tra i gradi diversi di intensità. Egli concepisce il dipingere come una continua mediazione e tensione tra lo spazio e la superficie, per esplorare la funzione spaziale del colore, cioè vivere il valore creativo dell’astrazione. Persino Kline diceva di Josef Albers: “ E’ una cosa meravigliosa essere innamorati del quadrato”, vale a dire proprio di quella struttura che per tanto tempo ha dato a Bonomi motivo di una forma.
Attenzione formale al colore e al dinamismo delle forme concatenate, includenti o espandenti, per cui esse si scompongono e si compongono. Bonomi conosce bene la “legge dei contrasti simultanei” di Chevreul che analizza con la trattatistica scientifica le leggi fisico-ottiche dei colori, in quanto usa i valori cromatici e luminosi per creare ritmi in movimento. Basti riandare al “Primo disco simultaneo” di Robert Delaunay che analizza le qualità dinamiche e costruttive del colore attraverso il contrasto dei toni e il gioco dei complementari. Quadrati come finestre, una serie prismatica di ampi piani vibranti in ritmico movimento. Qui Bonomi rapporta la durata del dinamismo nel tempo come fenomeno ottico, contrasto simultaneo dei colori; senza non potrebbe tenere viva la cultura simbolica e teosofica delle corrispondenze tra forme geometriche e forme naturali, tra l’uomo e l’universo. Lo spazio luminoso si infervora di quadro in quadro come un’eternità, quasi facendo proprio un codice, cromostrutture che si leggono in una loro cifra stilistica, è la geometria euclidea che è stata applicata alla pittura astratto-concreta.
La dichiarata impronta costruttiva fa vivere questi dipinti come pittura pensata, lasciando leggere l’artista come artista/genetista con i valori della pittura che sono intuizione, stilema, forma e colore, tanto che le opere di Gianfranco Bonomi ci appaiono eterne nella loro continuità e infinite nella varietà.

Biografia dell'artista
Gianfranco Bonomi è nato a Lumezzane S.Sebastiano nel 1939. Ha frequentato l’Istituto Tecnico Industriale Statale di Brescia. Nel 1960 all’età di 21 anni con il padre e i fratelli porta avanti una piccola attività industriale ereditata dal nonno Tobia. Nel 1964 con la famiglia trasferisce l’azienda a Concesio-Brescia, in un capannone costruito modernamente. E ‘ in questo periodo che va alla ricerca di prodotti nuovi che potevano rivestire grande interesse per le aziende dei fratelli; così ha fatto esperienza con diversi materiali di uso industriale, come l’ acciaio al carbonio e inossidabili, leghe di rame, alluminio, e varie plastiche tecniche. Nel 1988, ha frequentato la galleria “Sincron” di Brescia, titolare il sig. Armando Nizzi,con il quale trascorreva diverse serate anche conviviali con la presenza degli artisti della sua galleria, tra cui Bruno Munari e Garcia Rossi; successivamente inizia una importante collaborazione con la galleria “arte struktura” diretta da Anna Canali a Milano. Nel 1989 Anna Canali edita, grazie alla collaborazione di Gianfranco Bonomi, lo storico volume da titolo “arte costruita : incidenza italiana”. Da allora Bonomi ha partecipato a tutte le vernici dei vari artisti che si sono succeduti nella galleria arte struktura; galleria che aveva il supporto del critico prof. C. Belloli, il contatto con gli artisti del gruppo T di Milano,del gruppo N di Padova, che di Max Huber, F.Grignani, J. Tornquist, S. Presta, C. Nangeroni, B. Munari, M. Morandini, E. Mari, H. Glattfelder , E. Carmi, E.Castellani, A. Bonalumi, T. Simeti, Dadamaino, ecc. Questa sua esperienza quindicinale è continuata anche quando la galleria milanese e’ stata chiusa e trasferita a Desenzano.Nel 1977 editato da arte struktura e da Bonomi un secondo volume storico dal titolo “costruttivismo, concretismo, cinevisualismo + NUOVA VISUALITA’ INTERNAZIONALE. E ancora nel 2001 ha editato, assieme alla galleria arte struktura, con la collaborazione di Salvador Presta e il saggio critico di Dorfles, il volume “ SALVADOR PRESTA”, artista con il quale intrattiene una fruttuosa amicizia e frequentazione. Nel 2002 Bonomi ancora in collaborazione con la galleria arte struktura di Anna Canali , edita il volume “ARTE MADI’ ITALIA”, che e’ servito a far conoscere il gruppo Madi’ italiano, con una grande mostra al Museo Reina Sofia a Madrid, madrina la Regina di Spagna. Nel 2007 su suggerimento di Salvador Presta e con la messa a disposizione di molte opere, ho editato, il volume “SALVADOR PRESTA” presentato al “MUSEUM OF GEOMETRIC & MADI’ ART” di Dallas, corredato da uno scritto di Gillo Dorfles. Nel 2015 esce una prima monografia con buona parte della produzione artistica di Gianfranco Bonomi e nello stesso anno in novembre, in occasione della sua prima personale a Milano presso Artestudio 26, presentata dall’illustre Storico dell’Arte Contemporanea Prof. Carlo Franza il quaderno monografico “Gianfranco Bonomi. Cromostrutture. Il paradiso delle geometrie” nella collana “ I Quaderni della Cometa”. Nel dicembre 2015 su invito del Prof. Carlo Franza Presidente di Giuria, l’artista Gianfranco Bonomi riceve al Circolo della Stampa di Milano il Premio delle Arti-Premio della Cultura ( Premio della giuria), edizione XXVII.

Biografia del curatore
Carlo Franza, nato nel 1949, è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Critico d’Arte. E’ vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Filosofia e Sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e Assistente. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università estere. Docente nel Master Universitario “Management e Valorizzazione dei Beni Culturali” allo IED di Milano. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’arte dal 1974 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell'arte”. E’ fondatore e direttore del MIMAC della Fondazione Don Tonino Bello. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte, il Premio Città di Alassio nel 1980, il Premio Barocco-Città di Gallipoli nel 1990, il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, e il Premio delle Arti Premio della Cultura nel 2000 (di cui è presidente di giuria dal 2001) e il Premio Città di Tricase nel 2008. Nel 2013 vince il Premio Berlino per la Critica d'Arte.

Inaugurazione 11 novembre ore 18

Artestudio 26
via Padova, 26 Milano
martedì e mercoledì ore 10 – 18, visitabile in giorni e orari diversi previo appuntamento al 338.9197709
ingresso libero

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