Per la sua XX edizione il festival dedicato alla danza e al teatro propone una programmazione piu' ramificata che, da meta' aprile a meta' giugno, coinvolge in una rete attiva diversi teatri e spazi performativi della citta' e della regione, in un periodo storico in cui le dinamiche di fruizione della cultura si sono sensibilmente trasformate.
Non invano hanno soffiato i venti - Sergej Aleksandrovič Esenin
Non invano sono passati venti anni
Come un dono. Dedicati a raccogliere ciò che di più forte e originale respirava
sulla scena internazionale e a condividerlo. Costruendo a Firenze un luogo "altro",
dove i linguaggi e i segni di quella creatura viva che è la contemporaneità fossero
di casa. Dopo venti anni molto è cambiato. Se non nella volontà di lavorare in tale
direzione, sicuramente nella realtà e nell'immaginario circostanti. Un mutamento che
impone anche spostamenti di significato e di rotta. Oltre il luogo deputato - la
Stazione Leopolda, che da sempre ha caratterizzato l'identità di Fabbrica Europa -
per aprire a un festival diffuso: dalla città alla regione, dall'Italia all'Europa.
Un'Europa ancora da costruire, da "fabbricare".
Fabbrica Europa mostra per questo la necessità di proseguire su più direzioni, verso
nuovi incroci dell'arte e del pensiero. E se da un lato rimane chiara la volontà di
puntare sulle linee maestre del teatro e delle arti performative internazionali,
dall'altro la tensione è verso quelle nuove generazioni creative che a livello
mondiale stanno prendendo la parola in prima persona, per dar vita a nuove formule e
visioni che possano detonare gli ingranaggi di una società dello spettacolo al suo
ultimo atto. Da questa prospettiva i venti anni di Fabbrica Europa hanno tutt'altro
che il sapore di un approdo o dell'autocelebrazione. Rappresentano invece la
determinata esigenza di riconoscere culturalmente e politicamente, nell'oceano di
segni, quelli necessari per trovare una via d'uscita e per rigenerare lo sguardo
prima di ripartire, in attesa di nuovi venti.
XX edizione
Fabbrica Europa compie vent'anni. Un traguardo importante e insieme un'opportunità
per rivisitare il percorso fin qui realizzato con lo sguardo rivolto al futuro per
un consolidamento e un'apertura sempre più incisivi.
È così che l'edizione 2013 scompagina i margini, disegnando una nuova formula: un
festival dilatato nello spazio e nel tempo che vuole andare sempre più incontro agli
spettatori, in un periodo storico in cui le dinamiche di fruizione della cultura si
sono sensibilmente trasformate.
Fabbrica Europa 2013 segna un nuovo inizio proponendo una programmazione più
ramificata che, da metà aprile a metà giugno, coinvolge in una rete attiva diversi
teatri e spazi performativi della città e della regione.
Due mesi dunque per tracciare un'inedita mappa del contemporaneo che punta sulla
trasversalità delle proposte trovando coordinate spazio-temporali rinnovate.
Non più la formula dei molti eventi concentrati in un arco di tempo circoscritto con
al centro la Stazione Leopolda, bensì una programmazione espansa con un differente
respiro tra un evento e l'altro, tra un luogo scenico e l'altro.
È il concetto di mobilità dell'arte o di progettualità diffusa già avviato negli
ultimi anni, che ora si concretizza in forma più definita e capillare. Il Teatro Era
di Pontedera, il Teatro Cantiere Florida, CanGo Cantieri Goldonetta, la Stazione
Leopolda, il Teatro della Pergola, l'Istituto Francese, il Rondò di Bacco e altri
spazi, accolgono importanti protagonisti - nazionali e internazionali - della danza
e del teatro, insieme a giovani emergenti, autori di progetti innovativi e di
qualità.
Fabbrica Europa 2013
Risponde a un principio che appartiene sia al manifesto programmatico sia ai 20 anni
di storia del festival, ovvero la relazione tra acclamati protagonisti del panorama
internazionale e nuove generazioni di artisti che con grande determinazione
affermano il proprio percorso di ricerca e la propria identità.
La sezione DANZA (diretta da Maurizia Settembri) concentra il suo sguardo sulle
espressioni più innovative dell'arte performativa: contaminazione e sperimentazione,
sono parole chiave di un'indagine che intende analizzare le contraddizioni della
società contemporanea. Coreografi e performer tracciano le linee di nuove modalità
espressive traducendo in forma scenica complessità o consuetudini del quotidiano:
Takahiro Fujita o Chiharu Shinoda dal Giappone, Panaibra Gabriel Canda dal
Mozambico, Bouchra Ouizguen dal Marocco, Sioned Huws dal Galles, Eszter Salamon da
Ungheria/Francia si fanno portavoce di riflessioni sulla condizione umana. La
multimedialità che costituisce lo scenario virtuale di azioni coreografiche
sostenute da musica dal vivo o contrappunti sonori è il linguaggio che caratterizza
la piéce del canadese Benoit Lachambre o del tedesco Egbert Mittelstadt.
Una New Vision sul mondo che punta verso una commistione di ambiti disciplinari
diversi capaci di coniugare con significativa potenza forma e contenuti, estetica e
denuncia.
E inoltre la danza contemporanea nazionale accoglie: Fabrizio Monteverde, Enzo
Cosimi, Fabrizio Favale, Giardino Chiuso, Virgilio Sieni, Alessandro Sciarroni,
Company Blu, Cristina Rizzo, Marina Giovannini e una vetrina di giovani DanzAutori
che possa mostrare le coordinate della creazione, produzione e distribuzione per le
nuove generazioni: Martina Francone, Claudia Catarzi, Jari Boldrini e Martina
Platania, Francesca Foscarini, Leonardo Diana, Daniele Ninarello, Claudio Malangone,
David& the Dreamers, Silvia Mai, Eleonora Chiocchini, Sharon Estacio, Samuele
Cardini, Monica Baroni, Pietro Pireddu, Tan Tamel.
La sezione TEATRO (diretta da Roberto Bacci) propone icone del teatro europeo e
internazionale, nomi carichi di storia e risonanza, maestri indiscussi quali Peter
Brook, Anatolij Vassiliev, Luca Ronconi che si confrontano con i grandi classici
della letteratura e della musica come Pirandello e Mozart. Protagonisti delle scene
da diversi decenni, sono portatori di un'arte e di un mestiere che hanno fatto
scuola e che rimangono punto di riferimento imprescindibile per tutte le nuove
generazioni. Figura poliedrica del teatro internazionale, Alvis Hermanis, direttore
del Nuovo Teatro di Riga, già consacrato da pubblico e critica, si misura con la
narrativa contemporanea, mentre il franco-congolese Olivier de Sagazan è un
emblematico esempio delle espressioni più ibride dell'arte contemporanea, coniugando
arte visiva, plastica e performativa.
Il programma
Una Stazione Leopolda essenziale - quest'anno cornice di una programmazione più
rarefatta - accoglie il progetto di Sergio Risaliti con la creazione di NO MORE
EXCUSES, light installation site specific dell'artista fiorentino Maurizio Nannucci.
L'architettura sonora che contrappunta l'opera è dello stesso Nannucci con Simone
Conforti (3-11/05).
Il 9 maggio alla Stazione Leopolda l'architetto Massimiliano Fuksas tiene la
conferenza dal titolo One day, one project, introducono Marco Casamonti e Sergio
Risaliti. In collaborazione con AREA rivista di architettura e arte del progetto
Gruppo Sole 24 Ore Business Media.
Grazie al rinnovato apporto progettuale della Fondazione Pontedera Teatro per la
sezione teatro, il programma propone maestri e icone della scena internazionale che
si confrontano con grandi classici: da Peter Brook con Un flauto magico (Teatro Era
di Pontedera, 16,17/04) a Luca Ronconi con In cerca d'autore. Studio sui "Sei
personaggi" (Stazione Leopolda, 3-5/05). Un Mozart restituito in forma ludica,
intima e leggera, per una rappresentazione distillata e ridotta all'essenzialità
della forma e del contenuto. Un Pirandello interpretato da neo diplomati
dell'Accademia d'Arte Drammatica Silvio d'Amico, con i quali il celebre regista ha
compiuto un prezioso lavoro di ricerca per giungere a una messa in scena di grande
freschezza e potenza espressiva.
Il lettone Alvis Hermanis, direttore del Nuovo Teatro di Riga - tra i registi più
acclamati della scena internazionale, già consacrato da prestigiosi premi - presenta
Sonja, uno spettacolo-gioiello che ha riscosso grande successo in tutto il mondo: un
ritratto delicato e intimo dell'animo della protagonista (interpretata da un uomo)
restituito attraverso un minuzioso realismo capace di sorprendere (Teatro Cantiere
Florida, 10-12/05).
Dopo Anfitrione nel 1996 e dopo una memorabile Medea nel 2002, torna a Fabbrica
Europa Anatolij Vasiliev - tra i massimi esponenti del teatro contemporaneo - con un
progetto di residenza (incentrato su Pirandello) al Teatro Era di Pontedera
(8/05-01/06).
Olivier de Sagazan, francese nato in Congo, esprime la sua arte attraverso pittura,
scultura, fotografia e performance. Dopo una masterclass, presenta Transfiguration
(Teatro Studio di Scandicci, 16,17/05). L'artista interpreta e assume tutte le
forme, gioca con l'argilla, con la polvere e con due colori, il rosso e il nero, con
i quali traccia bocche, occhi e croci. Un nuovo viso viene modellato sotto gli occhi
degli spettatori, un'identità che si forma e si deforma in tempo reale.
Un focus sulla nuova scena performativa giapponese intende tratteggiare alcune
suggestioni di quel mondo così variegato e complesso; un assaggio di creatività
varia che spazia dalla ricerca drammaturgica e multimediale, a quella visuale, alle
espressioni più pop della cultura nipponica. Per la prima volta fuori dal Giappone,
Takahiro Fujita, uno dei più giovani esponenti (classe 1985) della "zero generation"
giapponese, quel filone nato dalla ricerca del maestro Oriza Hirata che ha
teorizzato e praticato una nuova forma di teatro che attraverso l'uso di un lessico
comune, colloquiale, restituisse in scena la lingua reale, ma anche la vita
quotidiana dei giapponesi, superando gli stereotipi importati dall'Occidente. Con la
sua compagnia Mum&Gypsy, Fujita presenta la nuova creazione: una pièce che scorre
per quadri veloci mutuando la tecnica cinematografica anche grazie al contrappunto
di movimenti coreografici di forte valore narrativo.
Uno stile molto personale
basato su linee tematiche che si sviluppano in parallelo attraverso un complesso
intreccio di scene, ripetute come una sorta di refrain e presentate dalle
prospettive dei diversi personaggi (Stazione Leopolda, 7-11/05). Da Tokyo arrivano a
Firenze Chiharu Shinoda e Rino Daidoji, provenienti dal collettivo FaiFai, noto per
le sue performance vivaci ed esuberanti, caratterizzate da grande energia fisica, da
un'estetica pop e da sperimentazioni che sanno raccontare la società contemporanea
con sarcasmo, sensibilità e umorismo. Nello spazio Alcatraz della Leopolda (11/05)
The Party Party: "All'inizio invitiamo le persone al party, poi costruiamo una
storia basata sugli eventi che accadono durante questa festa. L'evento performativo
ricrea poi il party in un altro contesto spazio-temporale". L'evolversi della festa,
il susseguirsi delle azioni performative e il divertimento degli ospiti presenti che
verranno intervistati, fotografati e filmati, costituiranno traccia e materiale di
una storia che verrà poi restituita al pubblico in forma di performance il 19
maggio, in un luogo tenuto segreto.
Benoît Lachambre presenta in prima nazionale Snakeskins, un progetto performativo
multimediale e multisensoriale di grande impatto visivo con il quale il
coreografo-danzatore canadese mette in scena un "falso" solo: con lui sul palco il
danzatore Daniele Albanese e il musicista Hahn Rowe. La pelle diventa la sede di
resistenza delle simmetrie, degli equilibri e linee di forza del corpo. Come un
serpente, Lachambre si trasforma e ci confonde, compiendo una profonda ricerca
intorno al concetto di cinestesia, di improvvisazione e di coscienza corporale
(Stazione Leopolda 10, 11/05).
Il media artist tedesco Egbert Mittelstaedt, insieme alla performer Yoshi Shibahara
e al musicista Achim Mohné presentano Timeslices, una performance che mixa immagine,
movimento e suono in una composizione audiovisiva "real-time" (Stazione Leopolda,
8-10/05).
Virgilio Sieni riallestisce Sonate Bach_di fronte al dolore degli altri, 11
coreografie ispirate da altrettanti momenti tragici ed emblematici della recente
storia (Sarajevo, Kigali, Srebrenica, Tel Aviv, Jenin, Baghdad, Istanbul, Beslan,
Gaza, Bentalha, Kabul) su musica dal vivo a cura della Scuola di Musica di Fiesole.
Una danza che afferma lo sforzo di evocare dalle macerie una bellezza impossibile e
paradossale, da cesellare con lo strumento etico e politico per eccellenza: il gesto
(Teatro della Pergola, 12/05). In collaborazione con Fondazione Teatro della
Pergola.
CanGo Cantieri Goldonetta accoglie progetti che attraversano diverse forme
espressive nate da differenti percorsi umani e artistici: il mozambicano Panaibra
Gabriel Canda con in prima nazionale Time and Spaces: The Marrabenta Solos che
esplora la crisi d'identità del corpo africano, attraverso le vicende
socio-politiche di un paese passato attraverso colonialismo, nazionalismo, comunismo
e militarismo per arrivare all'indipendenza e alla libertà individuale (21, 22/05);
la marocchina Bouchra Ouizguen con Ha! (prima nazionale in coproduzione di Fabbrica
Europa), un lavoro sulla follia, sulla sua accettazione e cura che nel mondo arabo
può avvenire attraverso il canto, la danza e il misticismo (24, 25/05). La gallese
Sioned Huws, dopo una residenza, presenta un'ulteriore tappa di Aomori Project,
progetto che coinvolge danzatori e musicisti giapponesi in una riflessione profonda
e poetica su come un paesaggio, un ambiente, i suoi abitanti, possono influenzare la
creazione dell'artista (12, 13/06); dalla Toscana Marina Giovannini con Meditation
on beauty 1&2 e a seguire Company Blu con ChAnGE, un quintetto con una struttura
coreografica aperta, sviluppata sulla selezione oracolare de I Ching praticata da
Cage (18, 19/06). Cristina Rizzo propone l'ultima creazione La Sagra della Primavera
Paura e delirio a Las Vegas (14, 15/05).
Al Teatro Cantiere Florida una vetrina per la danza contemporanea nazionale.
Nell'ambito del progetto RIC.CI- Reconstruction Italian Contemporary Choreography.
Anni '80-'90, ideato da Marinella Guatterini: La boule de neige di Fabrizio
Monteverde, creato nel 1985 per la Compagnia Baltica è qui riallestito con il
Balletto di Toscana Junior (30/04; 2/05); Calore (1982) di Enzo Cosimi, ora
interpretato da giovani danzatori, con un'energia vigorosa e ritmi serratissimi
racconta un viaggio visionario in una sorta di regressione all'infanzia (4/05).
Fabrizio Favale presenta la versione definitiva del percorso compiuto intorno a
Isolario. Poema d'un frastaglio spiumato, minuto e senza fine: un lavoro composto da
14 brevi brani coreografici, diversi fra loro come un catalogo di isole dello stesso
arcipelago. Colonna sonora originale ed esecuzione dal vivo di Teho Teardo (7/05);
Giardino Chiuso con Il Gigante, coreografie di Patrizia De Bari, regia e
drammaturgia di Tuccio Guicciardini, ispirato a due racconti di Paola Capriolo
(8/05); Alessandro Sciarroni con Folk-s, una riflessione sui fenomeni popolari della
danza folk sopravvissuti alla contemporaneità e depauperati della connotazione
"esotica" per divenire puro materiale dinamico di un modulo ritmico-coreografico
eseguito a ripetizione, in una sorta di percussivo 'refrain' che guida il performer
(17/05).
L'ungherese attiva in Francia Eszter Salamon presenta in prima nazionale Mélodrama,
una "documentary performance" sulla storia di una donna di 62 anni che vive in un
piccolo paese del sud dell'Ungheria (Istituto Francese, 5,6/05).
Il progetto Emergenze! si concentra sulla creazione e produzione della danza
contemporanea in Italia. Un incontro al Rondò di Bacco (18/05) coinvolge operatori,
artisti e critici in un dibattito aperto e dal 16 al 19 maggio viene presentata una
vetrina di giovani DanzAutori al Teatro Cantiere Florida.
Ufficio Stampa
Simona Nordera
Tel. 347 9488210
E-mail press@fabbricaeuropa.net
Opening: 16 Aprile 2013
I luoghi del Festival
Stazione Leopolda, v.le Fratelli Rosselli 5, Porta al Prato, Firenze
Teatro Era,Parco Jerzy Grotowski, via Indipendenza, Pontedera
Teatro Cantiere Florida, via Pisana 111r, Firenze
Teatro della Pergola, via della Pergola 12/32, Firenze
Cango Cantieri Goldonetta, via Santa Maria 25, Firenze
Istituto Francese, p.zza Ognissanti 2, Firenze
Teatro Studio, via Gaetano Donizetti 58, Scandicci
Teatro Rondo' di Bacco, p.zza Pitti 1, Firenze
Il vivaio del Malcantone, via del Malcantone 15, Firenze
White Box Oma, v.le dei Mille 90, Firenze
Biglietti
Riduzioni
over 60, soci Arci, soci Coop, Controradio Club
Carta Istituto Francese di Firenze, MaggioCard,
Carta Più Feltrinelli, Touring Club
Riduzioni Peter Brook
under 18 / over 60, soci Arci, Carta Più Feltrinelli
e associazioni convenzionate
Biglietti speciali € 10
Under 18, studenti universitari
studenti Polimoda, Accademia Belle Arti, IED
escluso Peter Brook