La mostra affronta la ricerca compiuta dall'artista lungo tutto il suo itinerario creativo, raccogliendo 94 opere (oli su tela e collage) eseguite tra il 1938 e il 1993, in un itinerario che esemplifica i vari passaggi della sua produzione.
(1912-1995)
antologica
Inaugurazione: sabato 13 settembre, ore 17.00
La mostra dedicata a Italo Valenti (Milano 1912 – Ascona 1995) a Locarno, nella logica delle mostre che si tengono alla Pinacoteca Casa Rusca, affronta la ricerca compiuta dall’artista lungo tutto il suo itinerario creativo, raccogliendo 94 opere (oli su tela e collage) eseguite tra il 1938 e il 1993, in un itinerario che esemplifica i vari passaggi della sua produzione.
La rassegna prende le mosse da opere riferibili ai momenti della sua formazione, che risentono di influssi impressionisti e cèzanniani (da non sottovalutare il soggiorno parigino del 1935), per poi documentare quel suo narrare simbolico e fiabesco che precede e condiziona poi la sua partecipazione all’esperienza del gruppo di “Correnteâ€, cui aderisce fin dalla sua costituzione, gruppo all’interno del quale la sua pittura si distingue per la semplicità e per le tematiche riferibili in particolare al mondo. Particolarmente intrigante è, fin dall’inizio, il rapporto con il colore, gestito con grande libertà nella costruzione delle forme e capace da solo di dare solidità alle figure e agli oggetti rappresentati.
In mostra appare chiaro come la semplificazione delle forme caratterizzi sempre più nel tempo la sua pittura. Negli anni Quaranta guardando principalmente al mondo degli oggetti, realizza delle nature morte e degli interni dalle suggestioni intense; negli anni Cinquanta - quando si trasferisce in Canton Ticino - frequenta con grande lucidità il mondo dell’informale, per poi passare a composizioni di carattere astratto in cui gli elementi fondamentali sono geometria e colore.
Pittura e collage (il collage più datato in mostra è del 1960; i primi eseguiti sono del 1959) convivono nella sua ricerca, spesso intrecciandosi, e contribuiscono a definire e a rinsaldare negli anni Sessanta e Settanta quella valenza lirica propria della sua astrazione, che acquisisce e trasforma le suggestioni di tutte le esperienze compiute nei decenni precedenti sviluppandone le atmosfere e i rapporti formali.
Le opere scelte hanno la presunzione di dare conto in modo puntuale del divenire del percorso creativo, sottolineando la lenta ma continua evoluzione della sua poetica.
Il senso del sogno, presente nella sua pittura fin dall’inizio e poi ripreso e condotto ad assolutezze impalpabili con l’astrazione, è il sottile filo conduttore della rassegna, che documenta come nella produzione di Valenti la freschezza dell’invenzione e lo stupore della scoperta rimangano, nel tempo, inalterati.
La mostra, curata da Luigi Cavadini, si avvale dalla collaborazione dell’Archivio Italo Valenti di Ascona e di Stefano Pult, autore con Carlo Carena del Catalogo ragionato dell’artista, e sarà accompagnata da un catalogo edito dalla Pinacoteca Casa Rusca (saggi critici di Luigi Cavadini e Matthias Bärmann). Resterà aperta al pubblico fino al 14 dicembre, tutti i giorni, escluso lunedì, dalle 10 alle 17.
Italo Valenti. Nota biografica
Nato nel 1912 a Milano, dopo un appassionato apprendistato presso artigiani e artisti, botteghe e scuole d'arte a Vicenza e Venezia, Valenti entra all'Accademia di Brera dove studia (1934-37) sotto la guida di Aldo Carpi di cui diventa poi assistente. La lezione del realismo drammatico della sua prima maniera tende, in quegli anni ad arricchirsi delle esperienze novecentiste. Un soggiorno a Parigi e in Belgio nel 1935 apre l'artista «all'influsso impressionista in alcuni paesaggi cittadini e di Cézanne nella distribuzione dei nudi» (Carena). Il suo più originale linguaggio è caratterizzato da una dimensione simbolica e fiabesca condotta attraverso nette accensioni cromatiche.
A partire dall'anno della sua costituzione, Valenti fa parte del gruppo di “Correnteâ€: la sua posizione si distingue per una figuratività elementare, primitiva, per i suoi soggetti 'infantili' (i trenini, le barche, i cani, gli aquiloni, le maghe...) che assumono via via «una leggerezza assorta, una disposizione arcana». I valori cromatici, che evidenziano senza prudenze la loro piena fisicità , e l'incisività dei profili, che tendono a semplificare al massimo le forme, condurranno Valenti verso forme di astrazione che manterranno inalterata tanto la fisicità cromatica che la dimensione lirica e fiabesca.
Negli anni Quaranta si fanno più frequenti temi inerenti l'essenzialità e l'umiltà delle 'cose', degli oggetti inanimati che Valenti rappresenta nelle 'nature morte' frequenti in quegli anni. Negli anni Cinquanta Valenti si trasferisce in Svizzera, conosce Anne de Montet, che diverrà sua moglie, e frequenta assiduamente Arp, Nicholson e Bissier. In quegli anni, dopo un periodo liberatorio di opere informali, Valenti, con ritrovata calma e concentrazione, si dedica a collage dove ha modo di dare prova di «facoltà straordinaria di selezione geometrica e cromatica». Nei collage Valenti «fa uso estremamente differenziato di carte colorate, di diverso spessore e di diversi rilievi ed epidermidi, generalmente strappate, evitando linee geometricamente definite» (Ragghianti).
In questa progressione verso l'astrazione e la concretezza, completamente priva di illusionismo, Valenti mantiene e affina, sino a darle una qualità del tutto spirituale, la tensione lirica che si manifesta attraverso i soggetti preferiti: le maghe, i cervi volanti, le lune, i battelli, gli antenati, le misure.
Valenti muore nel 1995 ad Ascona, dove viveva dal 1972.
Immagine: Barchette sulla poltrona della nonna - 1946
Orari: 10.00-17.00, lunedì chiuso
Biglietti d’ingresso: interi fr. 7.- / € 5,00; ridotti fr. 5.- / € 3,50; scuole: gratuito
Locarno, Pinacoteca Casa Rusca
Piazza S. Antonio
tel 39.031.269393