Avere o non avere. In occasione della Giornata della Terra, l'artista costruisce la sua opera con un filo rosso di lana e seta, che copre lo spazio della piazza.
A cura di Francesco Gallo Mazzeo
Mercoledì 24 Aprile alle ore 18.00 presso la piazza del Campidoglio si terrà l’inaugurazione
dell’installazione "Avere o non Avere" del maestro Tatsuo Uemon Ikeda (Kobe, Hyogo 1952) in
occasione della Giornata della Terra. Progetto curato dal Professor Francesco Gallo Mazzeo e dallo
Studio Marta Bianchi.
A partire dalla mattina l’artista giapponese costruirà la sua opera con un filo rosso di lana e seta,
che coprirà lo spazio della piazza del Campidoglio. Durante l’installazione di Ikeda, i turisti e i visitatori
della piazza potranno interagire con l’opera, diventandone parte per qualche momento.
La piazza del Campidoglio rappresenta il pianeta Terra, mentre la scalinata simboleggia il
passaggio degli esseri umani sul pianeta, uguali nonostante le loro differenze.
“Tutte le persone, a prescindere dall'etnia, dal sesso, dal proprio reddito o provenienza
geografica, hanno il diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile.” Bil Nelson
“Cosa è successo ad Adamo”
Spesso si pensa che la prima, seconda e terza dimensione esistano in mondi segregati. (Invece, non)
Potremo speculare che l’una sia contigua all’altra(?)
Nella nostra immaginazione potremmo prendere una sezione di una mela, il cui bordo rappresenta la prima
dimensione che avvicinandosi dai due lati, porta alla seconda, e creando uno spazio concave nel centro, porta alla
terza dimensione circonfusa. L’azione dello spazio in espansione verso il bordo è il tempo. Qua, l’espansione è
sinonimo del tempo che passa, quindi la luce che esiste solo entro l’espansione non può superare il tempo che perciò
è irreversibile.
Detto che ogni dimensione è contigua all’altra, nella nostra immaginazione, ancora, potremmo vedere il suo
punto figurativo nella terza dimensione. L’espressione del punto figurativo della quarta dimensione è il cubo* di Mr.
Dui disegnato da me ed i miei amici artisti nella home page del sito MLAC.
La ragione per cui Eva diede la mela ad Adamo è certa: stava donando il mondo-dimensione.
*Nota: in parole povere, i quali assi sono in moto, o in termini più complicati gli assi sono in rapporto relativo tra di
loro, creando una geometria muovente.
Avere o non Avere
Apologia del dubbio, desiderio infinito,
architettura ludica, dialogo aperto e
monologo interiore, con linee di pensiero
che vengono da lontano, avendo incontrato
venti e tempeste, luci fortissime e ombre
pesanti come macigni e nel mezzo un cammino,
pietroso arcigno, fatto proprio per fondere incerti
e allungare le linee del sole, dall’orientale
Giappone ai colli di Roma. Avviene così che
Uemon Ikeda pensa di avvolgere una piazza,
un luogo, un simbolo, per un lungo attimo
col suo magico filo, un rito, un mito,
una leggenda, la storia di noi e farla diventare
vita palpitante, per quanto labirinto invisibile
di perimetro d’un’utopia linguistica della città,
del vento, dell’acqua. Lo specchio è ordito,
dal saggio Marco Aurelio, unico superstite equestre,
di tanti e tanti macinati dalla storia, tradotti
in pentole e scodelle, in sonanti campane, in nuovi
bronzi, per innovare il tempo del tempo e dargli
un corpus, che permetta al lontano di diventare
vicino, all’estremo di toccare con mano.
Avvolgere con un lungo filo è come svelare
un mistero, svolgere un labirinto come un poema,
capitolo dopo capitolo, gomitolo dopo gomitolo,
ripetendo il gesto del gesto, come un rito,
che non va consumato, quindi deve incrementare
la memoria di quello che è, per quanto effimero, momentaneo,
costituendo il fantasma corposo di quello che
si dirà di noi, nei tempi futuri, della nostra
assurda modernità, da cui non possiamo slegarci,
perché essa non ha legami concreti, metallici,
ma è compatta metafora dell’essere, del divenire.
Nel filo di Uemon si distende un desiderio
infinito, nei suoi modi si trattiene il respiro,
sospendendo per un attimo kronos dalla trama
ineluttabile, invocando a Jon dell’attesa
fidente, aspettando kairos con le calde
promesse. Tutto intorno, girano autobus,
s’odono clacson, rombano motori, fischiano
freni e sembra che l’uno si divida in due,
in tre, in tanti, in troppi. Nel regno del caos,
disordine che chiama disordine e consuma
biografie, narrazioni e linguaggi, dove una
volta bastarono oche, può servire un umile
gesto, a passo lento, sguardo silente: sì, sei tu, Roma. (Francesco Gallo Mazzeo)
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Inaugurazione: Mercoledì 24 Aprile alle ore 18.00
Piazza del Campidoglio, Roma