Piazza del Campidoglio
Roma
piazza del Campidoglio

Tatsuo Uemon Ikeda
dal 23/4/2013 al 23/5/2013
dalle 11
338 5633278

Segnalato da

Marta Bianchi




 
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23/4/2013

Tatsuo Uemon Ikeda

Piazza del Campidoglio, Roma

Avere o non avere. In occasione della Giornata della Terra, l'artista costruisce la sua opera con un filo rosso di lana e seta, che copre lo spazio della piazza.


comunicato stampa

A cura di Francesco Gallo Mazzeo

Mercoledì 24 Aprile alle ore 18.00 presso la piazza del Campidoglio si terrà l’inaugurazione dell’installazione "Avere o non Avere" del maestro Tatsuo Uemon Ikeda (Kobe, Hyogo 1952) in occasione della Giornata della Terra. Progetto curato dal Professor Francesco Gallo Mazzeo e dallo Studio Marta Bianchi.

A partire dalla mattina l’artista giapponese costruirà la sua opera con un filo rosso di lana e seta, che coprirà lo spazio della piazza del Campidoglio. Durante l’installazione di Ikeda, i turisti e i visitatori della piazza potranno interagire con l’opera, diventandone parte per qualche momento.

La piazza del Campidoglio rappresenta il pianeta Terra, mentre la scalinata simboleggia il passaggio degli esseri umani sul pianeta, uguali nonostante le loro differenze.

“Tutte le persone, a prescindere dall'etnia, dal sesso, dal proprio reddito o provenienza geografica, hanno il diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile.” Bil Nelson “Cosa è successo ad Adamo”

Spesso si pensa che la prima, seconda e terza dimensione esistano in mondi segregati. (Invece, non) Potremo speculare che l’una sia contigua all’altra(?)

Nella nostra immaginazione potremmo prendere una sezione di una mela, il cui bordo rappresenta la prima dimensione che avvicinandosi dai due lati, porta alla seconda, e creando uno spazio concave nel centro, porta alla terza dimensione circonfusa. L’azione dello spazio in espansione verso il bordo è il tempo. Qua, l’espansione è sinonimo del tempo che passa, quindi la luce che esiste solo entro l’espansione non può superare il tempo che perciò è irreversibile.

Detto che ogni dimensione è contigua all’altra, nella nostra immaginazione, ancora, potremmo vedere il suo punto figurativo nella terza dimensione. L’espressione del punto figurativo della quarta dimensione è il cubo* di Mr. Dui disegnato da me ed i miei amici artisti nella home page del sito MLAC.

La ragione per cui Eva diede la mela ad Adamo è certa: stava donando il mondo-dimensione. *Nota: in parole povere, i quali assi sono in moto, o in termini più complicati gli assi sono in rapporto relativo tra di loro, creando una geometria muovente.

Avere o non Avere

Apologia del dubbio, desiderio infinito, architettura ludica, dialogo aperto e monologo interiore, con linee di pensiero che vengono da lontano, avendo incontrato venti e tempeste, luci fortissime e ombre pesanti come macigni e nel mezzo un cammino, pietroso arcigno, fatto proprio per fondere incerti e allungare le linee del sole, dall’orientale Giappone ai colli di Roma. Avviene così che Uemon Ikeda pensa di avvolgere una piazza, un luogo, un simbolo, per un lungo attimo col suo magico filo, un rito, un mito, una leggenda, la storia di noi e farla diventare vita palpitante, per quanto labirinto invisibile di perimetro d’un’utopia linguistica della città, del vento, dell’acqua. Lo specchio è ordito, dal saggio Marco Aurelio, unico superstite equestre, di tanti e tanti macinati dalla storia, tradotti in pentole e scodelle, in sonanti campane, in nuovi bronzi, per innovare il tempo del tempo e dargli un corpus, che permetta al lontano di diventare vicino, all’estremo di toccare con mano.

Avvolgere con un lungo filo è come svelare un mistero, svolgere un labirinto come un poema, capitolo dopo capitolo, gomitolo dopo gomitolo, ripetendo il gesto del gesto, come un rito, che non va consumato, quindi deve incrementare la memoria di quello che è, per quanto effimero, momentaneo, costituendo il fantasma corposo di quello che si dirà di noi, nei tempi futuri, della nostra assurda modernità, da cui non possiamo slegarci, perché essa non ha legami concreti, metallici, ma è compatta metafora dell’essere, del divenire.

Nel filo di Uemon si distende un desiderio infinito, nei suoi modi si trattiene il respiro, sospendendo per un attimo kronos dalla trama ineluttabile, invocando a Jon dell’attesa fidente, aspettando kairos con le calde promesse. Tutto intorno, girano autobus, s’odono clacson, rombano motori, fischiano freni e sembra che l’uno si divida in due, in tre, in tanti, in troppi. Nel regno del caos, disordine che chiama disordine e consuma biografie, narrazioni e linguaggi, dove una volta bastarono oche, può servire un umile gesto, a passo lento, sguardo silente: sì, sei tu, Roma. (Francesco Gallo Mazzeo)

Ufficio stampa
Studio Marta Bianchi di comunicazione e immagine
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00196 Roma
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Inaugurazione: Mercoledì 24 Aprile alle ore 18.00

Piazza del Campidoglio, Roma

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