Dibattito nell'ambito di "Istituzione e Differenza"
Saussure, prima e meglio di chiunque altro, pensa l'arbitrarieta' radicale del segno linguistico. Nella lingua, sistema o forma distinta dalla sostanza della parole (concreto atto di enunciazione), nulla e' imposto dalla natura degli oggetti o dalla conformazione degli stati di fatto. Il significato (signifie') e il significante (signifiant) sono, nel loro legame che costituisce il segno linguistico, interamente arbitrari. Ed e' proprio l'arbitrarieta' della lingua, insieme infinito di virtuali atti di parole, a fare di quest'ultima cio' che Saussure definisce "istituzione pura". La radicale arbitrarieta' del segno linguistico rimanda direttamente al carattere radicalmente sociale della lingua. Si tratta quindi di una istituzione inafferrabile alla mutazione improvvisa, volontariamente determinata, e sempre aperta all'alterazione molecolare, al divenire storico. A partire da queste premesse, il dibattito del 3 maggio discute della lingua come istituzione, modello possibile di tutte le altre. Intervengono: Paolo Virno e Daniele Gambarara. Discute: Emanuele Fadda. Introduce: Marina Montanelli. Ore 17, ingresso libero.