Zo centro culture contemporanee
Un progetto culturale sul tema della citta', in cui il nucleo urbano diventa luogo di indagine e fonte di ricchezza culturale. Attraverso la progettazione di eventi artistici e spettacolari, si stimolano parallelamente riflessioni e spunti teorici sulla citta' contemporanea.
Festival Internazionale
Quarta edizione
Dal 22 settembre al 4 ottobre 2003 avrà luogo a Catania la quarta edizione di Mappe, festival internazionale interdisciplinare ideato e organizzato dalla cooperativa Officine e sostenuto dal Comune di Catania.
Il festival si svolgerà in diversi luoghi della città e presso i locali del Centro di culture contemporanee Zo.
Mappe è un progetto culturale sul tema della città , in cui il nucleo urbano diventa luogo di indagine e fonte di ricchezza culturale. Attraverso la progettazione di eventi artistici e spettacolari, si stimolano parallelamente riflessioni e spunti teorici sulla città contemporanea.
Con la realizzazione di eventi spettacolari, incontri, workshop e produzioni, il festival incentiva infatti un rapporto di scambio con il territorio, tracciando segni fecondi sul corpo della città , valorizzandone le risorse.
La manifestazione ha già consolidato il suo ruolo nel panorama culturale internazionale ospitando nelle tre precedenti edizioni artisti e organizzazioni di fama internazionale: Mark Tompkins, Mouse on Mars, Zita Swoon/Les Ballets C. de la B., Men or Astromen ?, Societas Raffaello Sanzio, David Grubbs, Motus, June of 44, Opus, Fugazi, Mario Martone, Enzo Moscato, Franco Scaldati, Paul Garrin, Jem Cohen, Knowbotic Research, Glenn Friedman, Teatri del Vento, Geert Mull, Cheika Rimitti, Hugo Race, Videodance/Centre Pompidou, Transmediale, V2, Vooruit, etc.
Come nelle precedenti edizioni, anche quest’anno, una parola-chiave, “metafora†aperta a suggestioni e rimandi teorici, farà da filo conduttore per la scelta di tutti gli eventi.
Dopo aver indagato la città attraverso le metafore delle soglie, degli scavi e delle reti, questa edizione affronta la metafora degli scarti … nella doppia accezione di rifiuto/risorsa. Si focalizzerà l’attenzione sulle aree abbandonate, dismesse dalla funzione originaria, che attraverso un attento lavoro di recupero si prefiggono di diventare risorse per la valorizzazione del territorio, determinando così uno scarto qualitativo rilevante.
Il festival opera (a partire dal tema prescelto per ogni edizione) un lavoro di mappatura su un doppio ambito geografico: in maniera preliminare sul territorio locale attraverso l’individuazione di un percorso sul quale progettare gli eventi relativi alla sezione itinerante Caminanti e sul territorio internazionale attraverso l’individuazione di aree urbane che presentano alcune peculiarità (geografiche, culturali, etc.) rapportabili al tema della manifestazione.
Il termine scarti, tema guida della presente edizione, suggerisce l’individuazione, nella nostra città , dell’area delle vecchie raffinerie di zolfo della città (ad esempio gli spazi della Raffineria Zanuccoli) come aree di intervento e luoghi della manifestazione; sul territorio internazionale sceglie invece la città di Lisbona, città simbolo di una rinascita culturale dove un lungimirante lavoro di recupero delle aree dismesse destinate a progetti culturali ha determinato un notevole scarto qualitativo e d’immagine.
Il programma del festival Mappe spazia tra le diverse discipline delle arti e dello spettacolo, ed è suddiviso in quattro sezioni:
- Caminanti è la sezione itinerante che inaugura il festival e prevede una serie di eventi performativi, musicali e audiovisivi realizzati in alcune aree dismesse della città che presentano progetti di recupero per la realizzazione di nuovi progetti culturali. Gli eventi relativi a questa sezione si svolgeranno nell'area delle ex-raffinerie di zolfo (tra Via Scuto Costarelli, Via Indaco e Via Raffineria) e presso la Raffineria Zanuccoli, una delle ultime ancora in attività ma che ben presto, quando si trasferirà nel nuovo stabilimento, sarà riconvertita nell’ottica del rispetto/tutela del patrimonio di archeologia industriale. Tra gli artisti previsti all’interno della presente edizione: una serie di eventi performativi ed installativi mirati realizzati da dieci artisti catanesi coordinati dalla regista e coreografa Alessandra Fazzino, lo spettacolo Gente di Plastica della Compagnia Pippo Delbono (22 settembre) e il gruppo americano Black Heart Procession (23 settembre).
.- Spazio Aperto è una sezione realizzata in collaborazione con l’IN/Arch Sicilia, il luogo degli incontri dedicato agli approfondimenti teorici legati al tema della singola edizione. E’ previsto un incontro, con due relatori (ancora da definire):dove il tema degli “scarti†verrà affrontato con un taglio architettonico-urbanistico e socio-antropologico.
- Focus Area è una sezione realizzata in collaborazione con l’AME (Associazione Musicale Etnea), e la partnership con la Fondazione Gulbenkian di Lisbona. L’area urbana sulla quale si focalizza l’attenzione di questa edizione è Lisbona, città simbolo di una rinascita culturale che, attraverso un attento lavoro di recupero dei suoi spazi, è diventata una vera e propria capitale europea della cultura. Lisbona sarà rappresentata da artisti, manifestazioni e strutture tra le più rappresentative del suo territorio. Tra gli artisti lusitani ospitati il chitarrista Rafael Toral e la coreografa Vera Mantero. All’interno della sezione si darà spazio inoltre ad una selezione di videoarte curata dal critico Miguel Wandschneider e realizzata grazie al supporto della Fondazione Gulbenkian, una delle più prestigiose Istituzioni culturali del Portogallo. La parte musicale della sezione verrà integrata da alcuni eventi previsti all’interno del cartellone settembrino dell’Associazione Musicale Etnea (dedicato al Portogallo) che offre al festival Mappe una serata sulla scena avant jazz di Lisbona col quartetto di Sei Miguel e il duo Mota /Garcia il 28 settembre, il 29 settembre il duo di Carlos Zingaro e Paulo Raposo, il 30 settembre il gruppo Osso Exotico e il 3 ottobre il quartetto di Nuno Rebelo con Gianni Gebbia, Vera Mantero e Marco Franco.
-Visioni Urbane è dedicata a quelle produzioni relative alle arti elettroniche che indagano il territorio urbano e ne fanno luogo prescelto per una elaborazione poetica, ma anche espressiva e teorica. La sezione prevede la proiezione di una selezione di materiali audiovisivi di artisti di provenienza internazionale.
CALENDARIO
CAMINANTI
LUNEDì 22 SETTEMBRE E MARTEDì 23 SETTEMBRE
Gli eventi della sezione Caminanti si svolgeranno nell'area delle ex-raffinerie di zolfo (tra Via Scuto Costarelli, Via Indaco e Via Raffineria) presso la Raffineria Zanuccoli, una delle ultime ancora in attività ma che ben presto, quando si trasferirà nel nuovo stabilimento, sarà riconvertita nell’ottica del rispetto/tutela del patrimonio di archeologia industriale.
Lunedì 22 SETTEMBRE
percorso itinerante
ingresso da Via Simeto
h.21.00
Tu sei la regina
Progetto, regia e coreografia di Alessandra Fazzino (coreografa e danzatrice palermitana, vincitrice, insieme alla compagnia di danza M’Arte, del Premio Scenario 2003) h.21.00
Raffineria Zanuccoli, Via Indaco 10
h.22.30
GENTE DI PLASTICA della Compagnia Pippo Delbono h.22.30
Prenotazione obbligatoria
Compagnia Pippo Delbono
La Compagnia Pippo Delbono è oggi una delle compagnie più rappresentative del nuovo teatro italiano. La collaborazione artistica fra Pippo Delbono e Pepe Robledo, ha inizio nel 1983 a Holstebro in Danimarca. Nel 1985 da questa collaborazione nasce lo spettacolo Il tempo degli assassini, che debutta in tournée in Sudamerica e in Europa. Lo spettacolo viene visto da Pina Bausch che invita Delbono a partecipare alla creazione dello spettacolo Ahnen. Nel 1989 Delbono crea, come attore, drammaturgo e regista, il suo secondo spettacolo, Morire di musica. L'anno successivo nasce Il muro, che debutta al Festival Oriente/Occidente di Rovereto. È del 1993 Enrico V, basato sull'omonimo testo shakespeariano. Nel novembre 1996 Delbono presenta a Roma La rabbia, spettacolo dedicato a Pier Paolo Pasolini.L'anno seguente debutta Barboni. Per questo lavoro Delbono riceve due importanti riconoscimenti in Italia: il Premio Ubu e il Premio della Critica. Nel 1998 nasce lo spettacolo Itaca. Subito dopo, con la stessa Compagnia di Barboni, Delbono crea Guerra. Nel 1999 esce il libro Barboni.Il Teatro di Pippo Delbono, edito da Ubulibri, a cura di Alessandra Rossi Ghiglione. Dopo una prima fase di elaborazione presentata alla Biennale di Venezia con il titolo Her Bijit, debutta Esodo al Teatro Storchi di Modena il 30 dicembre 1999. Nel luglio 2000 nasce Il silenzio, pensato e creato appositamente per le Orestiadi di Gibellina. Nel gennaio 2002 ha debuttato a Modena l’ultimo spettacolo Gente di plastica.
Gente di plastica
Plastic people è il titolo di una canzone di Frank Zappa.
È difficile per me parlare di uno spettacolo appena nato.
C'è il mondo ironico e spietato di Frank Zappa, che ho inseguito per anni, la sua musica, ci sono le parole di Sarah Kane che ho incontrato e amato a poco a poco. C'è stato lo scendere con lei nel dolore - forse lo spettacolo è un omaggio a lei -, ci sono stati diversi finali (come finire, dove finire?), c'è stata la voglia di speranza, ma prima la necessità di coscienza.
C'è verso la fine una canzone dei King Crimson - Starless (Senza stelle).
C'è la voglia di ironia, la paura, la confusione, la necessità di aspettare ancora per capire di più. Pippo Delbono
Martedì 23 SETTEMBRE
Raffineria Zanuccoli, Via Indaco, 6
h.21.00
Installazioni audio/video a cura di Tazio (> Space 1<), Mylicon/En (tiv'u d'inner) e Alfredo Sciuto (In Progress)
h.22.30
BLACK HEART PROCESSION
Concerto in esclusiva nazionale
BLACK HEART PROCESSION
Sospinti dai successi discografici, negli ultimi due anni i Black Heart Procession hanno girato il mondo esibendosi nei festival e nelle manifestazioni più importanti. L’unicità dello stile ne fa uno dei gruppi più acclamati e influenti dell’attuale panorama musicale statunitense. La tensione emotiva della loro musica li rende particolarmente amati dal pubblico dei concerti. Fama e statura artistica li collocano ormai tra i grossi nomi del circuito internazionale. Intimista e sentimentale, umbratile e sofferta, la musica che accompagna la Processione del Cuore Nero rievoca in maniera immediata una tradizione cantautorale inconfondibile, nella quale è possibile incontrare le ballate di Nick Drake, il lirismo tenebroso di Nick Cave e quello ubriaco di Tom Waits. Varia ed insolita la strumentazione usata: pianoforte, fisarmonica,fiati, tastiere, chitarre, batteria, campionamenti, perfino una sega elettrificata che diventa elemento caratteristico della loro immagine e identità musicale. Con questi “attrezzi†i Black Heart Procession costruiscono atmosfere di grande suggestione, paesaggi sonori stranianti e notturni, dentro i quali riecheggiano i suoni delle radici (folk e country in primo luogo) e si aggirano testi di desolata dolcezza, storie di amori sofferti ma anche cronache di vita ordinaria e temi sociali. E’ questo il percorso musicale intrapreso dal gruppo nei primi tre album che si chiamano semplicemente 1, 2, 3. Con l’ultimo lavoro discografico Amore del Tropico, la band di san Diego realizza uno scarto deciso nella propria carriera artistica. Cupezza e introversione vengono docilmente collocate sullo sfondo e il centro della scena viene occupato da suoni più distesi e sorridenti, strutture ritmiche inedite e una ispirazione complessiva meno scura e claustrofobica.
VISIONI URBANE
Giovedì 25 e Venerdì 26 SETTEMBRE
h.21.30
Zo-centro culture contemporanee
Giovedì 25 settembre, h.21.30
Megacities - 12 Stories of Survival
di Michael Glawogger
AustriaSvizzera, 1998, 95', v.o. sott. it.
selezione dal Lo Spazio Sospeso (1a parte)
a cura di Aurora Fornuto
Zo-centro culture contemporanee
Venerdì 26 settembre, h.21.30
Les Glaneurs et la Glaneuse
di Agnès Varda
Francia, 2000, 79', v.o. sott. ingl
selezione da Lo Spazio Sospeso (2a parte)
a cura di Aurora Fornuto
SPAZIO APERTO
Venerdì 26 SETTEMBRE
h.19.00
Zo centro culture contemporanee
SPAZIO APERTO è una sezione realizzata in collaborazione con l’IN/Arch Sicilia, il luogo degli incontri dedicato agli approfondimenti teorici legati al tema della singola edizione. E’ previsto un incontro con due relatori dove il tema degli “scarti†verrà affrontato con un taglio architettonico-urbanistico e socio-antropologico.
Incontro con Sebastiano Brandolini e Massimo Ilardi
Presentazione a cura di Franco Porto e Ignazio Lutri.
Massimo Ilardi vive a Roma e insegna Sociologia urbana nella Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno, Università di Camerino. È direttore della rivista "Gomorra". Le sue ultime pubblicazioni sono L’individuo in rivolta. Una riflessione sulla miseria della cittadinanza (1995) e Negli spazi vuoti della metropoli (1999). Per Meltemi ha pubblicato In nome della strada (2002).
Sebastiano Brandolini
Esperto di problematiche urbane e territoriali, ha insegnato al Politecnico di Milano, collabora con il Supplemento di Repubblica "D" e scrive su "Domus" ed altre riviste di architettura contemporanea, ha pubblicato un saggio sui giovani architetti finlandesi.
FOCUS AREA
da Sabato 27 SETTEMBRE a Sabato 4 OTTOBRE
Il programma della sezione dedicata al Portogallo di questa edizione di Mappe si intreccia con quello della Rassegna MDS dell’Associazione Musicale Etnea dedicato quest’anno alle musiche del paese lusitano.
I concerti e le proiezioni si terranno presso Zo Centro Culture Contemporanee Piazzale Asia, 6 Catania
Sabato 27 Settembre h.21.15
Zo Centro Culture Contemporanee
Mappe Festival
Rafael Toral
“HARMONIC SERIESâ€
Chitarra e analog modular system and computer generated sinewaves
Nato a Lisbona nel 1967 Rafael Toral, musicista e sperimentatore sonoro con interessi anche nelle arti visive , è considerato uno dei più innovativi chitarristi contemporanei. Il suo lavoro si concentra principalmente sull’utilizzo della chitarra elettrica come generatore di suono e su modalità improvvisative che presentano soglie più elevate di rischio e imprevedibilità .
Intensissima la sua attività live, in Europa e in Nord America, in solo ma anche con altri illustri musicisti come John Zorn, Thurston Moore, Dean Roberts, Christian Fennesz, Jim O’Rourke, Sei Miguel, Phill Niblock.
Domenica 28 Settembre h.21.15
Zo-centro culture contemporanee
MDS/Mappe Festival
Sei Miguel quartet (con Rafael Toral)
+ Manuel Mota e Margarina Garcia duo
Sei Miguel: pocket trumpet
Fala Mariam: alto trombone
César Burago: percussioni
Rafael Toral: theremin sinewaves
Manuel Mota: chitarra elettrica
Margarina Garcia: contrabbasso elettrico
..."da Sei Miguel, adesso, possiamo solo aspettarci una cosa. La sorpresa… la sua musica oltrepassa, come mai in precedenza, catalogazioni e pregiudizi.â€
- Rui Eduardo Paes in Erratum Musical -
Compositore, arrangiatore, direttore e trombettista -ha scritto anche musiche per danza e teatro- Sei Miguel si definisce semplicemente un jazzista e questo, dice, non è sempre facile. Prima con Moeda Noise (cult band della scena portoghese anni ’80) e poi come band leader di formazioni a geometria variabile dalle quali sono sono passati i migliori solisti della scena improvvisativa portoghese.
In questa serata speciale viene affiancato oltre che dai fidi collaboratori Fala Mariam e César Burago dal più celebrato chitarrista della scena portoghese: Rafael Toral.
Nella stessa sera suonerà un altro interessantissimo chitarrista di Lisbona (anche lui stretto colaboratore di Miguel) Manuel Mota con la bassista Margarida Garcia. Il duo ha iniziato la sua intensa attività nel 1998. Da allora hanno pubblicato due Cd che hanno raccolto i favori della critica internazionale e si sono esibiti in europa e negli U.S.A. La loro musica offre atmosfere cool, dettagliate e sottili, ma criptate, quasi segrete. È una musica nuova, ma suona pura come il blues del delta dove trova le sue radici.
Lunedì 29 Settembre h. 21,15
Zo-centro culture contemporanee
MDS/Mappe Festival
Carlos Zingaro e Paulo Raposo
Carlos Zingaro: violino ed elettronica;
Paulo Rauposo: elaborazioni video in tempo reale
Carlos Zingaro e Paulo Raposo
Uno dei maestri dell’improvvisazione europea e un media artists che esplora le intersezioni tra suono/immagine/architettura: Carlos “Zingaro†e Paulo Raposo propongono nella loro performance una sottile interazione tra suono e immagine dove le virtuosistiche capacità strumentali di Zingaro (per altro estese da sistemi elettronici) dialogano con le immagini rimodellatein tempo reale da Raposo in un continuum di superfici instabili dove frammenti differenti vengono combinati e manipolati in modo simultaneamente ciclico e discontinuo.
Martedì 30 Settembre h.21.15
Zo centro culture contemporanee
MDS/Mappe Festival
Osso Exótico
Footfalls (2003) da Samuel Beckett
André Maranha luci, passi (fuori)
David Maranha armonium
PatrÃcia Machás armonium
Un umile commento al opera di Beckett, Passi, disegnato come una scena musicale per i tre ascoltatore del flebile eco di una flebile voce - <
Osso Exótico hanno iniziato il loro lavoro a Lisbona, in Portogallo, nel 1989, e da allora hanno condotto un’attività regolare che include registrazioni, istallazioni e concerti in Europa e negli Stati Uniti. Si dalla loro prima realizzazione discografica, Osso Exótico ha seguito un singolare percorso musicale: hanno suonato con strumenti acustici con pochissimi trattamenti ed effetti, influenzati in modo personale dal minimalismo e dall’avanguardia americana. Il gruppo ha mostrato un suono originale in fascinanti composizioni. Visto che la loro concezione dell’esecuzione si basa su concetti spaziali e utilizza strumenti autocostruiti con una propria qualità sculturea, si può affermare che il loro percorso si collochi tra la musica e le arti plastiche.
Mercoledì 1 e Giovedì 2 Ottobre h.21.30
Zo centro culture contemporanee
Mappe Festival
Selezione di videoartisti portoghesi curata e presentata da Miguel Wandschneider.
Programma realizzato con il supporto della Fondazione Gulbenkian (Lisbona)
Miguel Wandschneider è il critico militante a cui si deve dalle origini una profonda opera di studio e cura della scena elettronica portoghese attraverso progetti come Slow Motion e le numerose cure in tutto il mondo.
Venerdì 3 ottobre h.21.15
Zo centro culture contemporanee
MDS/Mappe Festival
A mao rumorosa
testi tratti da Antonio Franco Alexandre e Ana Hatherly
Vera Mantero: voce
Nuno Rebelo: chitarra
Gianni Gebbia: sax e flauto
Marco Franco: batteria e sax soprano
A mao que escreve e' talves a mais pantanosa embora a outra, ruidosa,
sofra os seus metais. A.F. Alexandre
Questo progetto deriva dall'incontro del sassofonista Gianni Gebbia con alcuni dei più affermati improvvisatori della scena portoghese: il batterista Marco Franco ed il chitarrista Nubo Rebelo.
Nuno Rebelo e Marco Franco sono tra i principali animatori della scena musicale improvvisata ed accompagnano regolarmente le performances di danzatori che lavorano sull'improvvisazione quali Mark Tompkins e Steve Paxton.
In questa occasione i tre ospiteranno la coreografa ed improvvisatrice Vera Mantero che è considerata una delle più rappresentative coreografe della nueva dança portoghese. Nel 2000 Vera Mantero ha creato una coreografia su musiche di Rebelo e Franco per il Ballett Gulbenkian di Lisbona. Nuno Rebelo è anche noto per aver composto l'inno dell'Expo di Lisbona.
Sabato 4 Ottobre h.21.30
Zo centro culture contemporanee
Mappe Festival
Tre soli di Vera Mantero
Prenotazione obbligatoria
Olympia
di Vera Mantero
Vera Mantero, completamente nuda, fatta eccezione per delle leggere pantofole blu, attraversa il palcoscenico in diagonale, lentamente, trascinando dietro di sé un letto di ferro legato al suo braccio sinistro, come un pesante fardello. Nella mano destra tiene una copia del libro Asphyxiante Culture di Jean Dubuffet. Ancora una volta Vera Mantero esplora le diverse arti e discipline (in questo caso pittura e sociologia), per rubare, per sventrare, per stabilire cosa vuole dalla sua danza così che la danza stessa - tutta la danza - sia più completa. Dopo aver attraversato il palcoscenico, la coreografa-ballerina siede sopra il letto sfatto e fissa lo sguardo sul pubblico. L’Olympia di Vera Mantero è in qualche modo oltre la danza, è una performance sull’uso del corpo. Improvvisamente e soltanto per pochi brevi minuti tutti i mostri, tutti i ribelli da Goya ad Artaud sono invitati a testimoniare non solo la storia dell’uso del corpo attraverso la cultura del potere ma anche la ribellione dei corpi stessi.
“one mysterious Thing, said the e.e.cummings*â€
di Vera Mantero
*Cio che realmente disse di Josephine fu:
“un oggetto misterioso, né primitivo o civilizzato o oltre il tempo, nel senso che l’emozione sta oltre l’aritmetica.â€
Riflessioni d Josephine, al suo ritorno. Metà di Agosto 1995.
“Dopo aver ascoltato un discorso alla radio del Presidente del Portogallo Mario Soares (non ricordo se avvenne il 10 giugno o il 25 aprile), nel quale egli parlava a proposito della situazione mondiale in quel periodo, sospinto da qualcosa che si protrebbe quasi definire un’elevazione dello spirito (una cosa che purtroppo desta sorpresa in un politico di questi tempi, tanto da avvertirla con estremo piacere), associai quel discorso a Glenn Gould e alle sue Variazioni Goldberg (quelle della maturità ), a Kazuo Ohno e infine a un’ espressione che mi venne in mente: “grandezza d’animoâ€. Io credo che questa associazione mentale riveli il mio grande desiderio di una vittoria dello spirito. Mi piacerebbe creare un vasto territorio in cui è la ricchezza dello spirito a prevalere (la massificazione dell’educazione è la risposta?).
Questo spirito di cui parlo non desidera abolire il corpo, poichè non prova vergogna per ciò che è Desiderio e Sesso, ma la continua volgarità , l’orribile stupidità , la profonda ignoranza, la povertà di orizzonti, il materialismo, etc, etc. (sfortunatamente la lista potrebbe continuare...).
Si tratterebbe di una nuova dicotomia, non quella “corpo-spirito†fin troppo abusata e francamente priva di significato, ma quella tristemente moderna “stupidità -spirito†o “volgarità -spiritoâ€.
Forse lei dovrebbe prima danzare e dopo pensare
solo improvvisato di Vera Mantero
Credo che tutti i miei lavori nascano dal caso. Forse troppo. Mi piacerebbe essere un poco più metodica. Ma credo anche che per essere metodici bisogna avere fiducia e io ho un problema: una certa mancanza di fiducia. Arte e creazione sono fra le cose che più mi interessano nella vita, ma sembra che ogni qualvolta cominci a lavorare a qualcosa in quel campo, immediatamente smetto di credere in quella cosa. E così finisco per non credere nella vita stessa e in tutto il resto e così via.
Il mio rapporto con la danza ruota attorno le seguenti domande: Che cosa dice la danza? Cosa io posso dire con la danza? Che cosa dico quando danzo? Io non volevo fare questo spettacolo. Fortunatamente c’è stata una persona (Bruno Verbegt) che ha messo a mia disposizione un palcoscenico e mi ha detto di fare su quello qualsiasi cosa volessi. Io l’ho fatto. Questo lavoro nasce da tutto ciò di cui ho appena parlato. Vera Mantero.
Info e prenotazioni:
Zo centro culture contemporanee
Piazzale Asia, 6
Tel. 095.533871